Ridefinire l’Arte: Qualcuno le deve pur fare!!!

Posted in Estetica e Bellezza, Filosofia dell'arte on febbraio 6th, 2012 by

di Francesco Campoli

La “Main Question” di questo blog, è ormai nota e dichiarata: “Cos’è l’Arte?”, un obiettivo ambizioso: Fare un po’ di chiarezza nell’odierno “mondo dell’arte”.
Non è una mia forma estrema di presunzione, come si potrebbe pensare, dato che non sono certo il primo a cercare questa risposta, é un interrogativo che ci può aiutare a contribuire alla sopra citata chiarezza.
Devo chiarire, a scanso di equivoci e prima che qualcuno salti sulla sedia, che non è che mi ritengo più competente di altri ben più illustri predecessori, che prima di me si sono posti la stessa domanda.
In realtà quindi, questa “spropositata” domanda è un mero “esercizio speculativo”, che personalmente mi sono imposto, per dare dei “Valori” alla mia “Ricerca artistica”.
Ho lasciato che per anni la “vocazione” artistica si consolidasse in me, per evitare di disperdermi in attività “artistoidi”, completamente fuori tema, come purtroppo ho visto fare, da molti cosiddetti artisti che mi è capitato di incontrare.
Professionalmente io arrivo dal tanto decantato mondo della comunicazione, in particolare negli ultimi anni (otto), ho lavorato nella pubblicità, un mondo che autoreferenzialmente di definisce “Creativo”.
Questo aggettivo aveva attratto anche me, che della creatività avevo sempre fatto un punto di forza.
Alla fine la pietosa bugia che vivevo tutti i giorni (con la quale si consolano ancora molti grafici ed “Art director”), ha mostrato la corda, non foss’altro per manifesta incoerenza con l’ “Environment sociologico”, che ci accerchia ineluttabilmente
Quando un vocabolo è tanto articolatamente abusato, è fondamentale ritrovarne il significato reale, o magari definirne uno nuovo, non costituire un nuovo “ismo”, come da sempre usa fare, ma riuscire ad arrivare all’essenza.
Sarebbe ora di uscire dagli stereotipi di arte, “interpretata” da “esegeti” spesso non richiesti di artisti ai più vari livelli, è ora farsene una coscienza propria, servirebbe all’umanità.
Non è una affermazione retorica, è piena coscienza della profonda funzione dell’arte, per chi come me vuole vivere d’arte, dargli una connotazione meditata, equivale a trovare la propria identità d’artista, consentendosi di lavorare a ragion veduta.
Nel mondo di oggi, spesso l’arte è confinata nella sua funzione estetica, l’ Estetica è una importante branca della filosofia, che si relaziona col “bello” e talvolta entra in contatto con l’arte.
Spesso molti sembrano non avere coscienza, che l’ “Estetica” non basta di certo per definire l’arte.
E’ senz’altro una riflessione interessante da fare insieme, ma non ora, ovviamente perchè anche questo è tutto un altro articolo.

Francesco Campoli

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Arte ed Espressione

Posted in Il "Valore" dell'Arte on ottobre 31st, 2010 by Francesco

di Francesco Campoli

L’artista è una persona particolare, questo certamente lo sappiamo tutti, ma come si fa a riconoscerlo?

Arte ed espressione, non sono propriamente la stessa cosa. Tutti possiamo esprimerci nelle modalità che riteniamo consone al nostro modo di essere, ma non necessariamente in forma artistica.
Chi si esprime vestendosi in modo stravagante, chi invece in stile assolutamente conformistico, chi addirittura indossando una divisa (magari da nazista) e praticando il Softair, chi addirittura in modo asociale e denigrante.
Il “serial killer” esprime tutto se stesso attraverso le nefandezze che mette in atto, ma la sua non si può certo definire una forma d’arte, su questo mi piacerebbe cercare di far chiarezza.
Da decenni si è consolidata una certa confusione in questo campo, chiunque si propone cavalcando una qualche forma espressiva, pretende di entrare a pieno titolo nel mondo dell’arte.
Si arriva a chiamare artisti i “graffitari”, gli “istallatori” quelle persone cioè, che fanno le “istallazioni” (perchè non si può chiamarli scultori?), presenti ormai in tutti i più visitati musei d’arte moderna, nelle biennali e triennali d’arti varie.
Chi esprime se stesso con la musica, con la pittura, la scultura, in stile classico, moderno, informale, futurista, manierista, macchiaiolo, impressionista, espressionista, cubista, e chi più ne ha più ne metta, può necessariamente definirsi artista?
La storia dell’arte è piena di “scuole di pensiero”, al tempo di Michelangelo e Raffaello erano definite “botteghe”, al tempo di Vassili Kandinski c’era il Bauhaus, nel XIV secolo la scuola di Giotto, ma ai nostri tempi si può pensare a scuole d’arte che lavorino nel medesimo solco concettuale?
A mio avviso ai nostri giorni, il vero artista si identifica con la “non appartenenza” a scuole di pensiero.
L’artista è un moderno ricercatore che collega etica ed estetica e non è più figlio dell’artigianato ma del pensiero.
Cambiare lo status quo è la missione dell’artista moderno. La non omologazione, la leadership culturale (almeno sul proprio stile espressivo), sono requisiti fondamentali per far evolvere il pensiero collettivo. Gli altri? Gli altri c’entrano anche loro, anzi sono fondamentali per riconoscere l’originalità creativa, la CREAZIONE come io amo definire quella che ancora usiamo chiamare arte.
Accorpare tutto in un unico insieme, è utile a chi dell’arte vuole farne mercato, la disponibilità di una grande varieta di proposte creative, serve ai mercanti per soddisfare le esigenze dei vari “cluster” del mercato.
Chi come me arriva dal mondo della pubblicità e del marketing, sa bene che un nucleo di consumatori, oltre a definirsi per lo stile di vita e dalle schematiche percettive, si auto-definisce per la disponibilità di danaro che è disposto a spendere per un determinato tipo prodotto.
Da qui nasce l’importanza fondamentale per i mercanti, di disporre di “opere” di tutti i “prezzi” e questo indipendentemente dal loro reale valore artistico.
l’Arte come la definisco io ha un immenso valore, ma non può avere prezzo.

E allora visto che le opere si vendono come si fa a stabilirne il prezzo?
bella domanda, ma questo è tutto un altro articolo…..

Francesco Campoli

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