Arte e Antropologia

Posted in Estetica e Bellezza on gennaio 29th, 2012 by

di Francesco Campoli

In questo nuovo articolo, mi piace ricordare le mie intenzioni nella stesura di questo blog: lasciare all’interlocutore una risposta propria ma consapevole all’ interrogativo di fondante di questo blog: cos’è l’arte?
In ognuno di noi esiste il piacere “para-narcisistico”, di veder condivise le nostre idee, desidero andare oltre questo obiettivo autoreferenziale, procedendo però in modo raffinato, nella migliore accezione dell’aggettivo retorico.
In sintesi, nelle mie intenzioni, c’è la volontà di proporre una congrua quantità di argomenti a sostegno della mia tesi sull’Arte, per fare in modo che gli interlocutori, giungano consapevolmente a conclusioni in accordo con la tesi medesima.
Considero questo un compendio dell’attività di artista, in quanto, un’Opera d’Arte, nella mia convinzione, è una forma alternativa più diretta e sintetica di altre, di proporre contenuti ed emozioni.
L’artista pubblica la sua opera, con l’intenzione che sia condivisa nei contenuti o nelle emozioni che desidera provocare, in piena similitudine con il processo che descrivo sopra.
Ho esordito con questa lunga premessa per non essere machiavellico, intendo da subito richiamare l’attenzione su un fattore fondamentale della dinamica che desidero instaurare nel blog, per mio principio essa non può che essere pienamente bidirezionale.
L’importanza del fruitore è fondamentale soprattutto perché “influenza“ l’Opera con la sua personale schematica percettiva.
L’Opera d’Arte assume un suo significato in funzione del fruitore medesimo, in particolare in relazione alla sua cultura. E’ lo specifico “cluster” antropologico, che definisce i “valori” percepiti in un’Opera d’Arte, in correlazione al “panel” valoriale, comune tipici del nucleo culturale nel quale il fruitore si è formato .

Non è difficile intuire che, intendo mettere sul tavolo un altro parametro che personalmente ritengo utile per rispondere alla “key question” di questo articolo: L’Arte ha una stretta identità antropologica.
Specifiche tematiche estetiche, definite dall’artista all’atto della creazione dell’Opera, vengono riconosciute per specifiche caratteristiche – una di queste, è ad esempio può essere l’assenza di un utilizzo pratico (Che definisce invece l’Artigianato) – per le quali l’Opera assume lo “status” di Opera d’Arte.
E’ pienamente intuitivo che questa sensibilità è diversa tra i diversi popoli, quindi un’Opera può essere intesa come artistica in una specifica area antropologica, come può essere assolutamente incomprensibile in un’altra, anche per questioni di tipo sociale.

Arte Aborigena australiana

esempio di Arte Aborigena australiana

Questo legame tra l’antropologia e l’arte, è stato a lungo indagato dall’antropologo inglese Alfred Gell. Gell lavorò caparbiamente per produrre una definizione “scientifica” di “Opera d’Arte”.

l'antropologo Alfred Gell

l'antropologo inglese Alfred Gell

Utilizzo in particolare confronti antropologici piuttosto interessanti, come ad esempio la distanza geografica e culturale tra le etnie che prese in considerazione.
Gell propone una distinzione molto accurata (che vi risparmio), fra considerazioni di natura filosofica (in particolare di Estetica), ma fondamentalmente analizza l’iterazione dell’Opera con il contesto antropologico nel quale è nata ed insiste.
In particolare, lo stimolava la ricerca di un denominatore comune che collegasse l’Opera pletoricamente riconosciuta nella nostra cultura, messa a confronto con alcune Opere Aborigene, che nei rispettivi luoghi di origine, godono della definizione di Opera d’Arte (massivamente riconosciute come tali).
L’idea di ricercare un denominatore comune tra le casistiche individuate ha piena dignità scientifica, ma certamente non un fattore facile da individuare.
Questo carattere comune, probabilmente è collocato molto in alto, nella scala valoriale e percettiva dei rispettivi nuclei antropologici, probabilmente in ambito spirituale.
Io personalmente posso raccontare un aneddoto che reputo estremamente calzante  di questo fenomeno antropologico: Qualche anno fa un amico ravennate, sposò una ragazza brasiliana di Manaus (Amazzonia Brasiliana).

Manaus ponte sul rio delle Amazzoni

Manaus ponte sul rio delle Amazzoni

Quando questa ragazza lo raggiunse definitivamente in Italia, lui si affannò molto per fargli conoscere il nostro Paese in modo che si ambientasse rapidamente.
Io ero presente durante la sua visita a Roma e in quella a Venezia.
Notai la sua faccia di fronte alle bellezze di questi due gioielli figli della nostra storia, così ricchi d’arte e di architettura.
Alle insistenti richieste di lui, “Ti piace?” con gli occhi che a lui stesso brillavano dalla meraviglia, la risposta di lei si limitò ad  una laconica: “Linda….” (bella), pronunciata con uno smarrimento e un’assenza che tradiva i suoi pensieri:
“Che avrà di bello stò posto, mi sembrano tutti matti a rimirare queste case vecchie, tutte allagate intorno”…. Si vedeva chiaramente che proprio non comprendeva la nostra ammirazione.
Nella sua Cultura, intesa appunto in senso antropologico – in quanto tra l’altro ce ne era anche una accademica, visto che nel suo Paese era anche laureata e lavorava in una grande banca brasiliana – la “nostra” Arte, era totalmente lontana dalle sue corde emozionali, magari sarebbe stata più pronta ad ammirare un particolare bosco italiano (venendo dall’ Amazzonia cuore verde del Brasile), sicuramente più vicino alla sua realtà socio-culturale.
Ho sempre pensato che la bellezza delle nostre città d’Arte (come vengono chiamate), fossero un punto indiscutibile, uno stereotipo universalmente riconosciuto, come lo è il mare al tramonto o il sole sulle “tre cime di Lavaredo” o l’alba sul Monte Bianco.

Alba sul monte Bianco

Alba sul monte Bianco

tramonto sulle Tre cime di Lavaredo

tramonto sulle Tre cime di Lavaredo

Evidentemente invece esiste una differenza sostanziale tra bellezza ed Estetica, un discrimine strettamente legato anche alla propria origine antropologica, una differenza fondamentale tra il “bello percepito” e il “bello assoluto”, ma questo, come dico sempre, è tutto un’altro articolo.

Francesco Campoli

Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Arte? per me immodestamente

Posted in Tecnica Vs Concetto on gennaio 13th, 2012 by

di Francesco Campoli

Cos’è l’arte?

Il bello di essere l’animatore di un blog è che “per definizione”, tutto il dibattito nasce dalla propria opinione, una opinione che (lo predìco), sicuramente non sarà condivisa dai “Totem” del mondo della cultura, per più di una ragione.
Ho ideato questo “blog” proprio con l’intenzione di provocare, inizio dal dare una mia definizione della parola Arte, sono sicuro che c’e’ già chi è pronto a definirmi presuntuoso.
Specialmente in Italia, dove “Arte” per molto tempo è stata solo sinonimo di “Antico” e che per ben noti motivi e’ sempre stata molto vicino al “Sacro”, è stata l’unica riconosciuta quale Arte con la “A” Maiuscola.

antico dipinto religioso frate con crocifisso

antico dipinto religioso frate con crocifisso

Come ben si sa in Italia le convenzioni sono sempre stagnanti e le consuetudini sono dure a morire, spesso per pigrizia mentale o magari per conformismo di maniera.
A tutt’oggi nel sentire comune degli italiani, non si ha una chiara definizione di Arte, purtroppo sopravvive ancora la distinzione con la cosiddetta “Arte moderna”, o “Arte Contemporanea” come se l’Arte non fosse un concetto assoluto, ma variasse nel tempo come la moda.
Non ci si rende conto che quella che appare una divisione, uno iato (in gran parte per merito di Kandinskji), è invece il punto di cerniera sul quale ruota molta della storia dell’Arte, che oserei direi si evolve, in una modalità meno formale di proporre l’arte, evitando l’equivoco storico di confondere l’Arte con la tecnica.

Vassily Kandinsky Composition 6 - anno 1913

Vassily Kandinsky Composition 6 - anno 1913

Per “noti critici” non è ancora univoco a quale artista attribuire la loro “patente” di numero uno, ci sono ancora dubbi sui grandi nomi dello scorso secolo, figuriamoci sui contemporanei “Viventi”.
A mio avviso ci sono due correnti di pensiero per definire l’Arte in assoluto: una la vede come forma di espressione comprensibile da tutti (almeno a livello percettivo) e un’altra che la vede come un metodo di espressione comprensibile a pochi, tanto è vero che ci sono gli “eletti” che “auto-referenzialmente”, sono sempre pronti li a spiegarcela.
Sicuramente esistono sensibilità diverse: quelle che definirei “primitive” e quelle più raffinate, recettive per le più piccole sfumature del “linguaggio” artistico, ma sono faccie diverse della stessa medaglia.
La capacità di “capire” è insita nell’uomo stesso, così come in parallelo, chiunque, volendolo, ha la capacità di esprimere se stesso in un linguaggio più “alto” (a livello di struttura del flusso comunicativo), di quella semplicemente verbale.
Cos’e’ allora l’Arte per me? Essenzialmente un modo di trasmettere “concetti”, (parola che etimologicamente deriva da “concepiti”), sostanzialmente comunicare, lanciare messaggi, attraverso tecniche tra le più diverse, utilizzate in modo strumentale alla presentazione del concetto/valore medesimo.
Teoricamente una opzione aperta a tutti, anche considerato che, agli esseri umani, persino a livello divino, viene riconosciuta piena dignità di uguaglianza.
Sinceramente bisogna anche ammettere che, questa forma di espressione  così elevata, realmente è nella piena disponibilità di pochi, quei pochi che lavorano seriamente per affinare ogni giorno la sensibilità abbinata alla tecnica necessaria.
Questi “pochi” sono coloro che hanno scelto consciamente, di rappresentare l’ “Anima creativa” dell’umanità, quelli che definiamo gli Artisti.
Gli artisti sono ricercatori, divulgatori di simboli e simbologie, che per loro vale la pena di proporre e rappresentare.
Purtroppo sempre di più vengono create sottocategorie della categoria generale “Arte”, e parallelamente il livello di validità dei progetti è in caduta libera, ovviamente questo non è certo per colpa dei fruitori, come talvolta si cerca di far credere.
Molti presunti “Artisti” lavorano solo per cercare una loro “originalità tecnica”, che distingua iconograficamente le opere che producono, lavorando sempre meno sui contenuti e creando nuovi inutili stereotipi, senza “valore“.
E’ questo che intendo per “separazione tra Arte e cultura……” ma questo è tutto un’altro articolo.

Francesco Campoli

Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Illuminismo nell’arte

Posted in Filosofia dell'arte on gennaio 5th, 2012 by

di Francesco Campoli

Non è questo il terreno per approfondimenti di filosofia, ma al contrario ritengo che sia il posto giusto per ribadire il collegamento tra filosofia e arte.
Non può essere che un artista, nel suo mood personale, nella sua concezione artistica, non si colleghi in qualche modo ad uno o più concetti filosofici.
Certo è lecito affermare che questo non debba necessariamente avvenire in modo coscente, ma allora in coerenza con il l’interrogativo di fondo del blog, viene da chiedersi: Nel caso di “incoscenza filosofica”, possiamo realmente parlare di un artista?
Per argomentare una risposta a questa ferale domanda,  ci viene in aiuto Immanuel Kant, filosofo fondamentale, del quale non sono certo io il primo a scoprire la qualità e l’importanza dell’opera.

Immanuel Kant

La cosa caratterizzante di Kant è la sua visione rivoluzionaria, come la chiama lui stesso “rivoluzione copernicana” del modo di concepire  e soprattutto di applicare la filosofia.
La visione kantiana ribalta completamente, le modalità con le quali definire la conoscenza e i “Valori” con i quali interiorizzare le cose del mondo.
Sicuramente Kant è definibile un  illuminista, non foss’altro per la maniera in cui valorizza l’uso de “la Ragione” (il Pensiero), addirittura estendendone i margini rispetto all’illuminismo settecentesco.
Le specifiche del pensiero kantiano, a mio avviso, lo rendono molto utile a comprendere l’essenza della creazione artistica, soprattutto per chi come me da moltissima importanza  alla fase di ideazione.
Egli non rinuncia ad aprire “razionalmente” anche ad un approccio empirico.
L’empirismo da sempre è stato visto come l’unico approccio possibile, per la comprensione del “creato” artistico.
La rivoluzione kantiana, a mio avviso allarga l’uso della Ragione nel verso giusto, con l’obiettivo di costruire un nuovo approccio di “pensiero integrato”, sicuramente più adatto, alla comprensione del messaggio artistico, in barba alla sterile contrapposizione Razionalismo/Empirismo.
Kant si distacca chiaramente anche da quest’ultimo, che vede possibile l’acquisizione di conoscenza, solo passando attraverso l’esperienza diretta, l’Arte è la riprova che questo non è assolutamente vero: Chiunque può percepire la bellezza di un’opera di Mozart, senza saper suonare o comporre.
Secondo Kant “la Ragione”, non consente a nessun essere umano, la percezione dell’assoluto di ciò che gli appare, ognuno ha una percezione propria, in genere filtrata dalle personali capacità di giudizio.
Da questo sembrerebbero possibili, infinite percezioni di una medesima rappresentazione (in particolare artisticamente parlando”, ma Kant individua l’universalità della percezione, deducendola dall’universalità del “processo” di percezione, che ritiene identico in ogni essere umano, a prescindere dal suo livello di conoscenza.
Ecco secondo Kant  il motivo dell’universalità del bello: Ci sono cose che in ogni essere umano, trovano collocazione nella “categoria del “Bello”.
Il tramonto, i fiori e i loro colori, la Luna piena di notte sul mare, sono stereotipi assoluti della percezione del bello, percezione alla portata di tutti.
Questo  filosoficamente parlando, ci porta dritti dritti alla necessità di arrivare ad una definizione di “Estetica”, in generale e, secondo la visione di Immanuel Kant.
Kant tratta di Estetica in accordo che i valori sui quali fonda la sua filosofia, in “Critica della ragion pura”, ma questo è tutto un’altro articolo.

Francesco Campoli

Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,