Arte e Pensiero Unico

Posted in Filosofia dell'arte, Tecnica Vs Concetto, l'Arte in ogni Arte on agosto 13th, 2021 by Francesco

di Francesco Campoli

Recentemente sul mio profilo Facebook, ho pubblicato una serie di brani di gruppi fondamentali nella  storia della musica, il “Fil rouge” che li lega,  al di la degli stili e delle epoche, curiosamente sono tutti gruppi Inglesi.

Fil Rouge

Fil Rouge alla G.A.M. di Roma di Paola Grossi Gondi

Ogni fenomeno particolarmente evidente, è utile per accendere delle sane riflessioni, tutti i gruppi musicali che ho citato sono stati strumento della “rivoluzione musicale” e di conseguenza dell’intera Storia dell’Arte.
I gruppi più importanti della mia lista, posso ripeterla ancora una volta sono: Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floid, Dire Straits, The Police, Rolling Stones, ecc. per brevità mi fermo, ma l’elenco non si esaurisce certo qui potete fidarvi.
Wikipedia ad esempio ne cita 767 solo parlando dei Gruppi rifereribili a quel periodo.
Certamente non sono tutti attori protagonisti della rivoluzione musicale, ma senz’altro hanno tutti contribuito ad un grande movimento, socialmente e sociologicamente rilevante anche nel costume sociale.
Non ho citato i Beatles, anche se sicuramente anche loro hanno contribuito molto alla Storia della Musica, perchè odio il “Pensiero unico“, in tutti i campi ma ancora di più nell’Arte.
Uno dei totem del “Pensiero unico” nel mondo della musica, è la “Santificazione” dei Beatles, perorata da tutti i critici musicali allineati, mentre ad esempio la “Verve” veramente rivoluzionaria di Kandinsky, di Picasso, di Mark Chagall, di Marcel Duchamp, ecc. ancora oggi nel 2021, trova ancora gente che ne contesta l’immenso livello artistico.

John Lennon

John Lennon

I Beatles sono stati un fenomeno quasi inconsapevole, non sono mai stati quelli che lavorassero ossessivamente per imporre svolte veramente epocali alla Storia, contrariamente all’idea “Mainstream” a cui sopra accennavo.
Molte delle “Hit” più rivoluzionarie e profonde dei Beatles, quelle più creative, ricche di contenuti socio-spirituali, più che al gruppo in quanto tale, in realtà furono frutto del genio artistico di John Lennon.
Non mi interessa affrontare il discorso sotto l’aspetto squisitamente musicologico, per questo ci sono perfino fior di istituzioni universitarie in tutto il mondo, che lo fanno ad un livello filologicamente ben più dettagliato e scientifico del mio.

Musicologia Tor Vergata

Musicologia Università di Tor Vergata a Roma

Uno scanner P.E.T.

Un moderno PET-Scanner

Mi interessa la Musica in quanto tale, in quanto elemento centrale nel “Corpus” universale dell’Arte.

La Musica spesso è utilizzata come potente stimolo creativo, anche da Artisti che si esprimono preferibilmente in altre discipline artistiche.
Quanti di Noi – cito immodestamente anche me in prima persona – coadiuvano il proprio “Percorso Creativo“, accompagnandolo con brani musicali particolarmente evocativi.
La capacità della Musica di generare emozioni, la rende in se un potente strumento creativo, proprio per la sua azione di “attivazione emotiva” estremamente diretta e profonda.
Il “tunneling“  con il proprio Status emozionale – per usare in modo figurativo una gergalità Informatica – indotto dalla Musica, è così penetrante, perché la Musica è elaborata contemporaneamente in diversi distretti del nostro Cervello.
La certezza di queste informazioni cliniche, è sempre più solida con l’avvento dei nuovi strumenti diagnostici e di ricerca, in particolare la P.E.T. (Positron Emission Tomography.
La Tomografia a emissione di positroni), è una tecnica diagnostica medica di massima precisione con una minima invasività radioattiva, al contrario di altre note forme di indagine.

Immagini PET risposta del cervello alla musica

La P.E.T. può essere utilizzata per scandagliare il cervello senza particolari rischi e, quindi, può essere impiegata “in continuo” (ad esempio in sincronia con l’ascolto di un brano musicale), ottenendo immagini biologiche dinamiche, che mostrano in tempo reale, le risposte agli stimoli indotti dalla musica.
Questo materiale di indagine è utile a comprendere le tante dinamiche della stimolazione indotta dalla Musica, in particolare le zone dell’Encefalo che si attivano nell’occasione.
L’uso di queste immagini mediche, ha reso evidente che, di fronte ad opere d’Arte, anche se declinate nelle più diverse tecniche, a livello cognitivo e interpretativo, si presenta sempre l’attivazione di aree cerebrali paragonabili.
Sono molte le indagini neuro-scientifiche che cercano di decrittare il complesso rapporto tra Arte e mente umana, a mio avviso, quello a cui portano facilmente, è soprattutto l’identificazione di una specifica “Entità delle reazioni“.

Certamente non si può affermare che, un Essere umano (ma non solo), messo a confronto con una Opera d’Arte, non abbia reazioni consistenti, addirittura, nel caso della cosiddetta “Sindrome di Stendhal“, la reazioni neurologiche sono addirittura eccessive, tali da ingenerare addirittura attività simil-epilettiche.
Anche dopo secoli, da quando si ha contezza di questa particolare reazione pur con l’utilizzo di strumenti d’indagine sempre più sofisticati, le reali dinamiche di queste reazioni non sono facili da comprendere completamente, a causa del complesso feedback che si rileva nelle persone colpite da questa “sindrome” psico-neurologica.
Dato per assodato che la musica è di per se uno strumento creativo, che ormai possiamo facilmente associare a reazioni molto specifiche, è particolarmente interessante sapere che, non esistono particolari differenze tra le reazioni ad un’opera a carattere figurativo stilisticamente classica, rispetto ad una “Informale” di concezione moderna o contemporanea anzi, semmai si rileva il contrario.
L’Arte “classica” rappresenta una sorta di rassicurazione a livello percettivo, visto che la “decodifica”, non prevede un particolare impegno cognitivo, ne genera feedback emotivi particolarmente volenti.
L’Arte in quanto attività qualificante del Pensiero, è trasversale a molte dinamiche peculiari delle singole Tecniche, ma non è il caso di entrare qui in dettagli troppo tecnici, mi limiterò ad argomentare sul settore che meglio conosco.
L’indagine Neuro-scientifica fa riferimento a strutture cognitive molto consolidate, quello che stupisce è che alcuni Artisti sembrano avere una innata capacità di gestire queste “Strutture di Percezione“, siano esse riferibili alle Arti figurative (o Visuali), sia peculiari delle altre discipline artistiche.
L’Artista può attraversare il proprio Percorso Creativo, in modo paragonabile a prescindere dalla tecnica che sceglierà di utilizzare, quindi la Eco Artistica nella sua più alta essenza, va ricercata a livelli superiori.
Il Messaggio artistico in se è una Struttura Comunicativa di livello elevato, anche perchè in genere è elevata la sua destinazione.
Il contenuto poetico di un’Opera tenta di parlare più allo Spirito che al mero “Intelletto“, non perchè quest’ultimo sia disdicevole, ma dal momento che questo, è essenzialmente conseguenza esperienziale, risponde a logiche percettive completamente diverse, appunto perchè “logiche“.
Molta della Logica, poggia sulla dottrina scientifica, che, proprio per sua insita costituzione, è costantemente in divenire, come è giusto che sia.
La Scienza è costantemente in fase di sviluppo, di affinamento, mentre lo Spirito, per chi ne ammette l’esistenza, vive di per se già a livelli più elevati e, costitutivamente, dispone di strumenti percettivi che potremo definire “intuitivi“.
Questi strumenti percettivi assoluti, l’Intelletto non li ha ancora completamente sviluppati, forse proprio perchè il Pensiero meramente scientifico, ha nella confutazione proprio uno degli “strumenti” essenziali, chi se ne serve in via esclusiva, non può concepire che si possa affidarsi all’intuizione.
Se il Pensiero scientifico ha i suoi limiti strutturali, figuriamoci nel “Pensiero unico“, dove il rifiuto di parametri diversi da quelli “convenzionali” è un Valore fondativo.
Il “Pensiero unico” è già, di per se, un laccio all’Intelletto, in particolare se esso già vive l’esclusione della componente percettiva Emozionale.
Ai nostri giorni purtroppo si sta addirittura cristallizzando il ricorso al cosiddetto “Pensiero Politicamente corretto“, che è una ulteriore restringimento del Pensiero unico, in accordo con le convenzioni sociali, la vera antitesi dell’Arte.
L’Arte fa’ della Apertura di Pensiero il vero e proprio “vessillo di battaglia”, ecco perché la cesura della vera Arte con la Società si sta sempre più allargando, non solo per l’ignoranza sempre più dilagante.

I cinque sensi

I cinque sensi

L’idea originaria di Pensiero Scientifico, la dobbiamo essenzialmente a René Descartes (Cartesio), che con il suo concetto di “Res cogitans e res extensa“, introducendo già al tempo, la differenziazione tra Pensiero Razionale e  Pensiero intuitivo.
Cartesio considerava il vero “Pensiero intuitivo” quello dello Spirito, dal momento che, al suo tempo, il concetto di “Spirito” era addirittura argomento scontato.
Fu proprio la puntualizzazione di Cartesio sul Valore del Dubbio (Cogito ergo sum), che cominciò a far percepire lo Spirito, come  facilmente ingannabile dai Sensi Umani.
I cosiddetti Cinque sensi hanno proprio nella “umanità” la loro insita limitazione, ma in realtà, ai nostri giorni, si stà andando sempre più verso un allargamento del numero dei Sensi “disponibili”.
In particolari ambiti, si arriva addirittura a diciassette ma, essendo lo Spirito (per come l’avrebbe definito San Girolamo) “Eco Divina che ancora giace nell’Essere Umano”, la fallibilità dei Sensi spirituali, dovrebbe essere addirittura minore rispetto a quella dei Sensi fisici, a meno di inquinarli con la frequentazione del “Male”, ma questo, come al solito, è tutto un altro Articolo.

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Arte e Profondità di Pensiero

Posted in Filosofia dell'arte, l'Arte in ogni Arte on maggio 10th, 2021 by Francesco

di Francesco Campoli


Molte volte nei miei articoli ho citato Joseph Beuys,  il grande Artista tedesco, “Trans-disciplinare” come amo definirlo, perchè incarnava molti tratti di quello che per me è un vero Artista.
Joseph Beuys con i suoi lavori perseguiva anche i grandi valori a livello sociologico, assolutamente non si è mai limitato alla sola componente estetica.
Per me è un vero Artista colui che pratica l’Arte soprattutto come esercizio di Pensiero, con l’ausilio della specifica tecnica che ritiene più funzionale a dar corpo alla propria “Azione creativa”.
Quando dico Tecnica non intendo solo una di quelle presenti tra le classiche declinazioni delle Arti visive o di quelle Plastiche ma quella “necessaria” in funzione del messaggio che intende proporre.
Più volte su “Sculturaecultura” ho chiarito che per me l’Arte va intesa nella più estesa delle accezioni, cioè quella che prende origine dalla Poesia, la forma d’Arte più vicina al cuore e al Pensiero.
In questa ottica Olistica dell’Arte, considero Beuys tra i più vicini a questa concezione “globale”.
L’Arte prende forza e credibilità quando l’artista nella vita è passato attraverso eventi ed incontri estremamente segnanti, vale sicuramente per me ma ne ho letti nelle biografie di tanti Artisti oltre a quelli che ho incontrato nella mia vita.

joseph beuys divisa luftwaffe

Joseph beuys in divisa da aviatore della Luftwaffe

Nel caso di Beuys potremmo citare il suo “incontro” con le tribù Tartare, che lo raccolsero dopo l’abbattimento nei cieli della Crimea dell’aereo della Luftwaffe sul quale operava durante la seconda guerra mondiale.
Fu raccolto e curato con metodi ancestrali, dagli Sciamani della Tribù che lo accolse e questa esperienza, oltre ad avergli regalato un nuovo capitolo della sua esistenza, rappresentò un punto di svolta della sua vita.
Da allora prese coscienza della totale integrazione dell’Uomo con la natura alla quale appartiene, sviluppando quella Coscienza Ecologica che gli fu da ispirazione anche nella sua Arte.
Queste esperienze forti e talvolta tragiche, rappresentano l’ humus  a supporto dei contenuti e quei Valori che sono componenti essenziali di un “Processo Creativo“.

Josef Beuys e Handy Warhol

Joseph Beuys e Andy Warhol

Invece della solita foto, ho scelto un Video che documenta il suo incontro con Andy Warhol, perchè è emblematico della considerazione della quale Beuys godeva anche presso i grandi miti del “mondo artistico” del suo tempo.
Andy Warhol gli dedicò diversi lavori, in particolare quelli in sua memoria, nella sua classica rappresentazione Pop/Iconica, come aveva già fatto con Marylin Monroe e con tanti altri importanti icone del suo tempo.
Pur comprendendo bene che Beuys rappresentava la sua Antitesi, nelle idee politiche e nei contenuti artistici, Warhol ne era affascinato e ne aveva grande considerazione.

Beuys by andy warhol

Beuys by Andy Warhol "In Memory"

Io lo cito sempre nella sua frase più emblematica: “Ogni Uomo è un Artista“, frase che lui stesso ha ripetutamente  spiegato in varie occasioni, ma che tutt’ora continua a sollevare grandi discussioni.
Anche se proprio in questi giorni ricorre il centenario dalla sua nascita, Joseph Beuys (12 maggio 1921), non è questo il luogo nel quale approfondire la sua filosofia creativa, ma va chiaramente ricordato che, visto che le sue affermazioni gli sono sopravvissute, è evidente che la sua attività artistica, ha avuto un valore così rilevante che gli è valsa l’immortalità.
La “Scultura sociale” di Beuys, prendeva le mosse dalla forte convinzione che L’Arte potesse influenzare la Società, consolidandone i “Valori comuni”, cambiandola in meglio.
A testimonianza che sia ampiamente riuscito in questo suo nobile intento, ci sono tanti progetti, dei quali, quello che ritengo emblematico, è la sua famosa mega installazione “7000 Querce“.

7000 querce

7000 Querce di Joseph Beuys

7000 Querce” che gli è sopravvissuta e, anzi, ha avuto il suo pieno compimento dopo la sua morte.
Io sono stato a Kassel una diecina di anni dopo la sua morte e, proprio in quei giorni, si parlava proprio del fatto che era stata piantata l’ultima Quercia di quel grande “Polmone Verde” figlio della sua grande “Opera” , entrando a far parte del contesto sociale di quella città, proprio come lui aveva previsto.

7000 querce kassel

7000 Querce a kassel

La sua “7000 querce” veniva descritta come una “Scultura/Happening”, a quel tempo non avevamo coniato il concetto di “Arte Performativa” che dobbiamo particolarmente alle Opere e al successo di Marina Abramovic.
7000 querce“ fu messa in atto disponendo in maniera artistica 7000 monoliti di Basalto, che ogni donatore poteva “adottare”, e con il ricavato di ogni donazione, il singolo “Monolite” era associato ad una giovane Quercia, che poi sarebbe stata  piantata a Kassel, dando vita ad un grande “polmone verde” che sarebbe vissuto per secoli, dato che l’aspettativa di vita della Quercia è circa 500 anni, infatti spesso l’icona della Quercia è usata come simbolo stesso della vita.

Beuys a Kassel

Beuys a Kassel da il via a 7000 Querce

Beuys fu uno dei fondatori del Movimento dei Verdi in Germania, che portava avanti un programma fortemente ecologista, in seguito se ne dissociò indignato, perchè quel “Movimento”, diventando Partito, aveva trasformato quei moti sinceramente ecologisti, in delle basi ideologiche al servizio della conquista, di quel Potere che lui per tutta la sua vita aveva sempre orgogliosamente avversato.
L’azione di “7000 Querce“ venne attuata applicando un concetto molto simile a quello che attualmente chiamiamo “Crowdfunding“.
Molti artisti, anche con l’aiuto dei Social Network, lo stanno adottando ai giorni nostri.
Con il “Crowdfunding” in questo periodo poco edificante del mondo dell’Arte si sta cercando un surrogato alla funzione sociale dei Mecenati, che più che un finanziatore “tout court”, si poteva immaginare come un ponte culturale, tra l’Artista e la Società a lui contemporanea.
Come esempio di Crowdfunding sul quale appoggiare progetti artistici ai giorni nostri, il primo che mi viene in mente, è lo scultore italiano “Jago“.

Jago

Lo scultore italiano Jago

Jago“ ha messo in atto il Crowdfunding per sostenere diverse sue opere recenti, ma concependo l’azione non solo dal punto di vista economicistico, ma per ribadire la proprietà “Sociale” dell’ Opera d’Arte, che, cosa che in pochi pensano, è ribadita dalla creazione di musei pubblici.

Sozial Plastik

la "Soziale Plastik" di Beuys

Beuys fu veramente un antesignano in questa pratica, non solo per il sostegno economico ai propri progetti, ma soprattutto per ribadire la funzione sociale e sociologica del suo lavoro Artistico e dell’Arte in generale.
Istintivamente ogni Artista sa che la sua proposta deve superare le Convenzioni sociali, se non altro in funzione Maieutica, proprio perchè rappresenta una forma di Comunicazione alternativa che è sempre più importante, dal momento che, la Comunicazione “istituzionalizzata”, è sempre più infarcita di un certo conformismo peloso, “Politically Correct“.

C’è chi coltiva scientemente una certa capacità di Astrazione, una forma di Pensiero essenziale nel Processo Creativo, l’evoluzione di una Idea, in particolare di una vera Idea Artistica nasce quasi sempre da un anelito di Evoluzione.
Un Artista guarda lontano per definizione, nel senso più ampio e bello del termine, ma proprio per questo, talvolta può apparire come fosse disallineato dalla realtà.
Ma questo è il suo “mestiere”, non si può pensare ad un Artista come una entità scollegata dalla società del suo tempo anzi, spesso è proprio dalla volontà di andare oltre quella realtà, che animicamente è portato a rifiutare, che mette in atto attività creative che possano influire positivamente su quella realtà.

malati mentali manicomi

Vita di cosiddetti "matti" nei vecchi Manicomi

Per capire un Artista e la sua Arte, non si può prescindere dalla sua realtà storica, nella consapevolezza che è come se lui la vedesse da una diversa angolazione il punto di vista che propone nelle sue Opere.
Creare un’ Opera d’Arte è una sorta di distillazione dell’ Assoluto, nasce sempre con un piede nel suo tempo e l’altro nell’eternità.
Non è semplice per l’Artista riuscire a gestire l’immergersi in questa “Dimensione alternativa”, se non c’è un supporto di Coscienza e Conoscenza, riallinearsi con la realtà può diventare un problema.
Se l’Idea creativa non ha un forte radicamento Sociale e Storico, il suo può divenire quasi un viaggio senza ritorno.
Non sono rari i casi di Artisti che, hanno avuto brutte esperienze dalla “Necessità animica”  di scalzare le cattive convenzioni del proprio tempo.
Scontrarsi con le Convenzioni sociali, cercare di cambiarle, di denunciarne gli anacronismi, in tempi neanche troppo lontani, poteva valere l’Ostracismo sociale che, purtroppo, spesso prendeva la forma del Manicomio.

dino campana

il poeta Dino Campana

Alda Merini

Alda Merini

Sono tristemente noti i casi di Alda Merini o di Dino Campana, ne ho parlato in un mio precedente articolo su Sculturaecultura e di tanti altri purtroppo.
La moderna Neuropsicologia, è da tempo convenuta sul fatto che la creatività è fattore fondamentale del processo di Pensiero, quella particolare dinamica che caratterizza l’ “Homo Sapiens” in buona parte anche nei confronti dei suoi confratelli “Primati“.
La comprensione e la soluzione di problemi di qualunque genere, è frutto della sovrapposizione e dell’incrocio di più Livelli di Pensiero.

  • Il Pensiero Divergente: La capacità della Mente di produrre una serie di possibili soluzioni alternative a una dato problema (non fermarsi alla prima soluzione ma cercare quella migliore).
  • Il Pensiero Laterale: per il quale si intende una modalità di Problem Solving attraverso l’osservazione del problema da diverse angolazioni, al di là quindi della Logica Sequenziale.
  • E il Pensiero Creativo: quello che Einstein definiva “Il modo nel quale l’Intelligenza si diverte”, nei secoli la Creatività è sempre stata considerata una prerogativa divina, non a caso alla parola Dio si associa spesso il sinonimo di “Creatore“, dei livelli descritti, è quel livello che più di tutti ci rende ad immagine e somiglianza di Dio.

Dante Alighieri Il Sommo Poeta

Va da se che lo stadio creativo del Pensiero umano, è quello che lo qualifica a livello superiore, e che, guarda caso, un pò contiene anche gli altri “Layer”.
L’Opera d’Arte comunica in modo più diretto un determinato messaggio, perchè obbliga al fruitore l’abbandono della Logica Sequenziale, che ci obbligherebbe ad una lunga elaborazione prima di poter razionalizzarne la comprensione.
Questi livelli di Pensiero, sono gli strumenti che ci hanno accompagnato nella nostra Evoluzione, ecco perchè il Pensiero Creativo è assolutamente imprescindibile per l’Uomo e con esso la sua massima espressione l’Arte.
La Creatività è una opportunità a disposizione di chiunque, a patto che si ponga la briga di pensare.
“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute a caunoscenza”, il nostro grande padre “Dante Alighieri” ancora una volta ci viene in aiuto in quella fucina poetica che è la “Divina commedia“, tra le allegorie poetiche si celano (Ma poi neanche tanto), messaggi fondamentali per ritrovare la strada giusta, la “Diritta via che era smarrita”.

Livelli di pensiero

Libertà di pensiero

In questa completa disponibilità di ogni uomo del libero Pensiero, Beuys inserisce quel “Ogni uomo è un artista”.
Ogni uomo comprende i messaggi dell’Arte, costitutivamente, come per un Leone è naturale mordere, per una Pecora brucare, ogni uomo può esercitare l’Arte, in quanto costituente la sua natura, viva nella sua “Struttura di Pensiero“.
La “Soziale Plastik” (la “Scultura Sociale”), è parte caratterizzante di questa concezione dell’Arte di Joseph Beuys, una visione così innovativa al suo tempo, da entrare in collisione con il “Pensiero unico” dei suoi contemporanei.
Capita spesso che l’Artista sia avversato nella sua contemporaneità, perchè se lavora bene è destabilizzante per gli “Stereotipi sociali“, specialmente nei confronti dei più consolidati.
Gli stereotipi sono tranquillizzanti, meno complessi da gestire rispetto ai “Livelli di Pensiero, è destabilizzante in senso assolutamente positivo.
Beuys fu professore alla Kunstakademie di Düsseldorf, una collocazione accademica, frutto anche delle sue benemerite attività Socio-culturali, ma che mal si confaceva alla sua natura rivoluzionaria.

bauhaus

il Bauhaus

La Kunstakademie di Düsseldorf, ai suoi tempi fu roccaforte dell’ Arte Informale, oltre che nucleo di una larga comunità di importanti Artisti di quel tempo (come ad esempio Gerhard Richter) oltre che sede  del Noto “Gruppo Fluxus“, una sorta di “Bauhaus” come quello diretto da Kandinsky o della “Scuola di Francoforte” di Adorno che riviveva dopo l’esperienza della guerra e soprattutto nella Germania del Post Olocausto.
La convinzione Parmenidea di  Joseph Beuys che in ogni Uomo possieda “In Nuce” la piena capacità di “Creare”, lo portò appunto ad enunciare quel “Ogni uomo è un artista”, e al conflitto con l’allora Direttore, che arrivò a licenziarlo per la sua propensione ad accettare alle selezioni dell’Accademia, a suo dire studenti tecnicamente poco dotati.
Beuys sosteneva giustamente che fosse necessario accettare questi in particolare, che pur avendo grandi  attitudini creative, erano quelli maggiormente bisognosi di imparare.
Una logica assolutamente corretta visto che la concretizzazione di un’ Opera d’Arte, è più un fatto di Pensiero che di Tecnica, ben conoscendo l’iter del Processo Creativo.
Sapeva bene Beuys che la tecnica è un fattore secondario, a maggior ragione se coltivata ossessivamente come si attua in molte strutture accademiche.
Nessun pittore può riprodurre il colore del tramonto, per quanto egli possa cercare il massimo dell’iperrealismo, chiunque troverà una incoerenza del colore, dei riflessi, dell’atmosfera.
Quella che proviamo di fronte al mare è essenzialmente una forte emozione ancestrale, in un dipinto avremo sempre una similitudine, un falso, abbiamo più emozioni davanti all’astratto, perchè quello solo di emozioni è fatto.
Il cosiddetto astratto non sarà mai un un falso, quelle forme e quei colori non sono mai una forma già esistente,  quindi é un allargamento della realtà, la sua propria realtà.
L’Arte è sempre Verità, ma questo è tutto un altro Articolo.

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Arte e Coronavirus

Posted in Estetica e Bellezza, Filosofia dell'arte, Il "Valore" dell'Arte on novembre 14th, 2020 by Francesco

di Francesco Campoli

In questo difficile momento in presenza della sussistente Pandemia, siamo tutti presi a difenderci dall’attacco del “Coronavirus“, non potevo non approfittare dell’intento introspettivo da molti dichiarato – spesso in forma assolutamente retorica – per scrivere finalmente un nuovo articolo su “Sculturaecultura“.
Questo evento da tutti percepito come epocale, e senz’altro lo è, però sembra avere effetti tra i più disparati (talvolta, purtroppo anche disperanti), a seconda della personale struttura emotiva.
Questo concetto piuttosto complesso, ai più è praticamente sconosciuto almeno nella sua accezione più tecnica, per noi gli operatori del mondo dell’Arte, è un concetto estremamente importante.
Tutto dipende dal “Valore” che si da all’Arte, come ormai tutti saprete, da sempre cerco di mettere in guardia dal leggere l’Arte solo nella sua dimensione estetica, personalmente all’Arte, attribuisco sempre una grande valenza Spirituale come tra l’altro era per Kandinskj e prima ancora di Goethe.

Lo spirituale nell,arte vasilij kandinskij

Lo spirituale nell'arte Vasilij Kandinskij

Per inquadrare meglio il microrganismo che in questi mesi si impone prepotentemente alle cronache, va detto che “Virus” in Latino significa “Veleno“.
Questo termine illustra fin troppo bene l’effetto di questi microrganismi sugli esseri che colpisce, per fortuna non sempre ci dobbiamo riferire a Virus letali, comunque, certamente questo genere di infezioni non sono mai una iniezione di salute e benessere.
Il vero nodo della situazione particolare che stiamo vivendo, sono le azioni che siamo costretti a mettere in atto per difenderci, perchè interagiscono moltissimo con la nostra psiche, con il nostro “Stato emozionale“.
Le specifiche percezioni sono assolutamente personali e ovviamente proporzionali alla nostra dimestichezza con le questioni filosofico/esistenziali.
Non bisogna essere certo dei luminari delle “Neuroscienze” per capire che, in casi come questi, avviene una sorta di “Rebound” emozionale.

neuroscienze

Le neuroscienze

All’inizio si vive una sorta di disorientamento, di immobilismo, come è stato evidente nel periodo di stretto “Lockdown” che abbiamo recentemente vissuto, scambiato da Analisti superficiali, come una straripante “Coscienza sociale” finalmente riconquistata dal Popolo italiano.
Questa valutazione cozza duramente con le manifestazioni vicine all’insubordinazione (talvolta con forti accenni di Insurrezione), ai quali invece abbiamo assistito soprattutto negli ultimi giorni, nell rischio incombente di un nuovo periodo di clausura generalizzata.
In realtà quella stasi sociale che appariva quasi prona, nascondeva invece un rifiuto della realtà oggettiva, in questi casi, come è noto, la mente reagisce appunto con un rimbalzo emotivo, sia nel singolo che a livello di “Organismo sociale” (vicino a quello concepito da Marx e Engel).
Al di la del concetto “Funzionalista“, sia nell’accezione sociologica che in quella antropologica, che inteso come mera allegoria è piuttosto intuitivo, al contrario è una teoria sociologica piuttosto complessa, ma non essendo questa una sede accademica di trattazione della scienza sociale, ci possiamo accontentare di comprendere semplicemente le dinamiche utili a comprendere meglio la nostra condizione animico-emozionale.

Curva Stress

La reazione all’evento stressante ha solo due possibili polarità: Una reazione a carattere positivo, ricca di stimoli creativi, di reazioni serene, felici, talvolta addirittura euforiche, oppure, al contrario, possono emergere reazioni negative, come nella Sindrome da Stress post-traumatico, infelicità, mestizia, tristezza e purtroppo, in casi estremi, anche manifestazioni conclamate di “Depressione“.
In situazioni eccezionalmente critiche, come può essere un Attacco Virale Globale, l’Essere umano è naturalmente portato ad interrogarsi sui perché, magari non sempre lo fa in modo totalmente lucido, ma è un comportamento “naturale”, oserei dire una “Caratteristica evolutiva“, un modo per cercare di acquisire strumenti utili all’Evoluzione della specie e in particolare alla sua conservazione.
Ed è proprio la disponibilità di “Strumenti” di comprensione, che determina la direzione del “Rebound emozionale” sopra descritto, che è evidentemente funzione delle conoscenze specifiche e limiti culturali o funzionali sussistenti, reagire ad una sollecitazione emozionale così invasiva non è cosa semplice, soprattutto perché facilmente sfugge all’elaborazione razionale e soprattutto perchè non esiste possibilità di un “Problem Solving” individuale.
Non avendo particolari chances di mettere in atto delle efficaci contromisure personali, sarebbe d’aiuto un cosiddetto “Compito di realtà“, ma al di fuori di un mero esercizio teorico, mancano i presupposti sociologici per poterlo progettare, essendo di fronte ad un evento praticamente sconosciuto dovendo risalire alla “Spagnola” del 1918 per trovare un evento paragonabile a livello emozionale.

Coronavirus

Coronavirus

Ragionare per “Convenzioni” più che una semplificazione, di fatto, è sempre un “ossimoro“, è certamente più chiarificante ragionare sul valore reale delle parole, ed è sempre una opportunità preziosa per guardare le cose da un diverso punto di vista.

Affrontare un problema da diverse ottiche, serve sempre a comprendere meglio i termini di un problema.
Un Attacco Virale Globale è convenzionalmente chiamato “Pandemia” quando il contagio (ascrivibile ad un medesimo “agente patogeno“), è allargato a tutto il Pianeta.
Al contrario la parola “Epidemia“, erroneamente usata per indicare una infezione circoscritta ad una specifica area geografica, in realtà, etimologicamente deriva da ἐπιδήμιος «che è nel popolo», composta da “ἐπί” (Epì) «sopra» e “δῆμος” (Demos) «popolo»), quindi significa “Sopra al Popolo”, di conseguenza, “semanticamente” riferibile ad un gruppo di persone e non ad un’area “geografica”.

pandemia

Pandemia

Pandemia invece è derivante dal greco πανδήμιος (Pandemos), composta da παν, (Pan) “Tutto” e δῆμος (Demos), di conseguenza significa “Tutto il Popolo”, quindi contrariamente a ciò che normalmente si tende a credere, non ha una connotazione “geografica” ma è riferita all’Uomo in quanto Essere umano, Ente universale non limitato da Convenzioni geografiche, cioè quelle che abitualmente definiamo “Confini“.

Confine convenzionale

Questa lunga premessa è importante per poi riportare il ragionamento nel giusto alveo, cioè quelle utile alle tematiche artistiche proprie di questo “Blog“.

Ciò che riguarda profondamente l’Uomo nella sua essenza, sicuramente può essere letto anche dal punto di vista “spirituale“, da non confondere assolutamente con quello “Religioso“.
Parlando di Religione si entrerebbe tra i soliti, rispettivi distinguo di carattere “Teologico“, per non dire anche di quelli “Liturgici” delle specifiche confessioni.
Questo non è affatto nelle mie intenzioni, anche se, come è ormai noto, le “Religioni comparate” sono uno degli elementi caratterizzanti della mia “Poetica” e del mio “Processo creativo“.

Teologia di Raffaello Sanzio

La Teologia di Raffaello Sanzio

Molto spesso in questi miei articoli ho dichiarato di comprendere l’Arte nella “Sfera spirituale“,  ma non voglio concentrare il discorso esclusivamente nell’ambito della “Trascendenza“, e pur senza per questo ritenermi un “relativista“, penso che questo sia un modo sociologicamente accettabile per guardare agli accadimenti della nostra Storia.

popoli migranti

Popoli migranti al confine Turco

Ogni evento catastrofico può essere letto in una chiave alternativa, semiologica, simbolica.

Un’epidemia virale che di fatto sconvolgerà il sistema Economico/Sanitario al quale eravamo abituati, è lo “Stereotipo” perfetto di un evento che è naturale interpretare in senso “Millenaristico“.
L’evento Coronavirus ha messo in evidenza la fragilità dell’attuale Sistema Economico approccio economico strettamente utilitaristico ed economicistico, volendo potremmo pensarlo come un evento da leggere addirittura in senso “escatologico“.
Ogni giorno in tutti i telegiornali, in tutti i “Talk show“, oltre al vaticinio di un “Sistema economico” sull’orlo del collasso, che, a Pandemia finita, non sarebbe affatto in grado di ritornare allo stato pre-Covid, lo fa apparire in tutta la sua inconsistenza.
Riflettendoci fuori dai condizionamenti emozionali, in realtà parliamo di pochi mesi di lotta contro il Virus, ma secondo i grandi Soloni internazionali dell’Economia, rischiamo di essere trascinati in un gorgo recessivo dissecante.
Non voglio qui analizzare tutte le dinamiche scandalose di questo tipo di  Struttura organizzativa strettamente “Materialista”, ma non posso non ricordare che, con il crollo del Sistema economico crollerebbe anche il “Sistema sociale” Ente al quale si da sempre minima importanza ma che in realtà è quello che concretizza il “Patto sociale“.
Le funzioni nell’ organizzazione sociale sono strettamente connesse, anche perchè le attività sociali in genere, necessariamente attingono alle risorse economiche generali, (questo avviene particolarmente per quelle dedicate al sociale) derivanti dalle varie classi di tassazione.
Un Sistema economico come quello nel quale viviamo, basato ormai sulla massimizzazione dei tornaconti personali e al mantenimento di privilegi acquisiti, anche a discapito del prossimo, alla fine non può che disgregarsi.
Il collegamento diretto dell’Arte con il “Sociale“, risiede in particolare in quella funzione che sempre più viene riconosciuta all’Artista: La stigmatizzazione delle dinamiche del suo tempo e soprattutto la ” Denuncia”.
Ci sono correnti artistiche che fanno della “Denuncia Sociale” la loro stessa ragione di vita, come ad esempio il fenomeno della “Street Art”, che vede in “Bansky“, uno dei suoi esponenti più famosi,

Balloon girl Banksy

e “Lucamaleonte” uno dei massimi rappresentanti di questa corrente in Italia, molto conosciuto anche nel mondo.

Omaggio a Gigi Proietti

Lucamaleonte omaggio a Proietti

Non è nel tema di questo articolo, ma in realtà quella della Denuncia Sociale non è esclusivo appannaggio delle correnti contemporanee, magari in forma meno totalizzante, anche diversi artisti del passato si sono sentiti chiamati a richiamare l’attenzione pubblica, come ad esempio Giuseppe Pellizza da Volpedo (famoso il sue “Quarto Stato”),

Quarto Stato Giuseppe Pellizza da Volpedo

"Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo

o  “Renato Guttuso” che fu anche Senatore della Repubblica o posso chiamare in causa “Aligi Sassu” che sentiva particolarmente questa tematica e, non solo perchè mi onora della sua amicizia, mi fa piacere citare  “Caio Gracco” (in quanto contemporaneo (con qualche anno in più di Bansky), per le sue iniziative di denuncia delle incongruenze sociali del nostro tempo, come la sua “Così ci vogliono“.

Caio Gracco così ci vogliono

"Così ci vogliono" Caio Gracco

Personalmente ho cercato di dare il mio contributo con una proposta “alternativa”, come quella di “Social Threefolding” un sistema economico e di organizzazione sociale, proposto da “Rudolf  Steiner“  sistema sul quale ho cercato di porre l’accento con questa scultura presentata in una mostra diversi anni fà.

"Social Threefolding" Francesco Campoli

Questa mia indicazione/provocazione, non vuole proporre il Sistema di Steiner come alternativa nello specifico, ma per far capire che esistono delle alternative, anche a prescindere dai Sistemi Social-comunisti che purtroppo abbiamo conosciuto in tutte le loro controindicazioni.

Nelle realtà che hanno concretizzato l’ideale Marxista, addirittura si è arrivati a prevaricare le libertà dell’individuo a favore dell’Idea, cosa che tra l’altro non era nelle indicazioni del filosofo tedesco.

Karl Marx

Karl Marx

Principalmente mi interessava una organizzazione sociale fondata anche sull’aspetto animico dell’Essere umano, nel “Fil Rouge” della mia visione artistica.

Das Kapital Marx

Das Kapital Marx

La Società prefigurata da Steiner e da lui ampiamente articolata in diverse Conferenze pubbliche (anche tra gli operai di grandi fabbriche della Germania del suo tempo), metteva in primo piano il rapporto spirituale tra l’Essere umano e la Società in particolare nella relazione con gli altri Esseri Umani, in particolare nell’ottica dell’evoluzione delle rispettive Anime e nello “Spirito” dei popoli.

Personalmente, questo è un punto di vista che tengo in gran conto, tanto è vero che spesso, molti dei miei lavori cercano di alzare l’attenzione sulla “Vexata questio”.
L’inconsapevolezza del valore animico dell’individuo, delle sue appartenenze culturali e soprattutto della sua interazione con la Struttura sociale, sono all’origine di un altro esecrabile fenomeno, universalmente definito “Il Razzismo”.
In verità non è la cosiddetta “Razza” a scatenare quelle che sono le nefandezze che tutti ben conosciamo, ma appunto le dinamiche sociali e antropologiche che ho messo in evidenza.
Ad esempio ho affrontato questo tema nella mia scultura “Racial divide” e in quelle della sua serie, come memento di un problema trascurato ma soprattutto no compreso nelle sue reali dinamiche.

Racial divide Francesco Campoli

"Racial divide" Francesco Campoli

Rudolf Steiner

Rudolf Steiner

Secondo il mio modo di vedere, non è così sbagliato definire “Diabolico” il sistema capitalistico attualmente “vigente”, anche se forse quello che vediamo non è realmente il Capitalismo prefigurato da Adam Smith.

A dire il vero il termine “Capitalismo” fu coniato dal Karl Marx, nel suo celeberrimo saggio “Il Capitale“, il testo madre al quale si rifanno le ideologie di origine marxista.

Adam Smith

Adam Smith

Adam Smith non era un economista come si potrebbe pensare, ai suoi tempi (1790) l’economia no era una disciplina accademica, come la conosciamo oggi, ma era un Filosofo come Marx del resto.
La parvenza di scientificità che danno all’Economia le istituzioni Universitarie, in realtà è smentita dalle molteplici specializzazioni, master e dottorati che poi propongono.
Le stesse distinzioni che vanno per la maggiore, il “Liberismo“, contrapposto all’approccio economico Keinesiano,  fondato sulle teorie dell’economista inglese John Maynard Keynes (1933), se approfondite, mostrano una filosofia di fondo talmente diversa, da apparire concetti assolutamente avulsi tra loro.

Resta fermo il concetto che desideravo evidenziare e cioè, che la Filosofia, come avviene in ogni altro contesto è quella che da la stura per comprendere le attività Umane.
Dalla filosofia non si può prescindere in ogni disciplina, esiste sempre una possibile analisi filosofica, se non addirittura una specifica teoria, ovviamente questo vale anche nel campo dell’Arte.

Benedetto Croce e l'Estetica dell'Arte

Come più volte ho scritto in vari articoli, non è un caso che in Italia continui a sussistere l’equivoco “Arte sinonimo di bello“, che limitano l’evoluzione dell’Arte contemporanea e financo dell’Arte Moderna, purtroppo la “Tesi filosofica” di Benedetto Croce, è uno dei fondamenti delle analisi dei nostri Storici dell’Arte, tra l’altro, senza che siano elaborate le opportune “Antitesi” e peggio ancora nessuno neanche azzarda una “Sintesi” .

John Maynard Keynes

John Maynard Keynes (1933)

Il sistema economico attuale, ormai praticamente “Pensiero Unico globalizzato“, ha generato diffidenza, mancanza di rispetto delle regole di convivenza civile, prevaricazione sul prossimo il tutto giustificato da una competitività estremizzata che giustificherebbe ogni mezzo che porti ad acquisire posizioni di vantaggio,
La cosa si nota particolarmente nel modo di comportarsi negli “spazi sociali”, (Condomini, Supermercati, Mezzi pubblici, Ospedali, Amministrazioni Pubbliche, Luoghi di Lavoro, ecc.) che  vorrei far sommessamente notare, “Casualmente”, questi spazi sono il teatro principale della guerra al Covid 19.

Su certe cose non uso parlarne neanche tra gli addetti ai lavori, ma mi richiamerei all’utilizzo rituale dei simboli messo in atto recentemente anche da Sua Santità Papa Francesco, che in una piazza San Pietro spettralmente deserta, sotto una poco rassicurante tempesta di pioggia e vento, ha praticato pratcamente un rituale esorcistico, benedicendo Urbi et Orbi con un grande ostensorio con all’interno il “Corpus Christi” alla presenza di un Crocifisso, che già era stato protagonista in situazioni molto simili del remoto passato e della sacra Icona Della Vergine “Salus Populi Romani” per l’occasione traslata dalla basilica di Santa Maria Maggiore, da dove normalmente vigila sulla salute del popolo romano.

Bergoglio Urbi et Orbi contro il Coronavirus

Urbi et Orbi contro Il Coronavirus

Simboli Religioni

Simboli di varie Religioni

L’Arte è una disciplina che fa ampio uso di simboli (come tra l’altro quasi tutte le manifestazioni legate alla spiritualità).

Chi non è avvezzo alle dinamiche della Creazione Artistica, a primo acchito potrebbe non avere contezza di questa realtà, purtroppo quello che è assolutamente più nefasto, è che questa “distrazione”, spesso accade anche a molti attori del mondo artistico.
l’Arte è espressione simbolica della “realtà“, anche quando apparentemente cerca vie espressive nella rappresentazione figurativa, come ampiamente dimostra la Storia dell’Arte.
In un mio “precedente articolo” su “Sculturaecultura“, ho parlato largamente della potenza dei simboli e ancor più chiaramente della scelta dell’Artista di rappresentare simbolicamente situazioni e sensazioni.
L’uso dei simboli non è per mantenere un approccio “Esoterico“, segreto, ma più semplicemente per costringere l’interlocutore a pensare, a sforzarsi di comprendere.
L’Artista è colui che vive in nome e per conto della comunità esperienze, che sarebbero magari troppo forti in forma Essoterica, non alla portata emotiva di tutti.
Spesso ho definito l’artista uno  “Sciamano“, semplicemente perchè può rappresentare una “Via”, se necessario espressa in forma simbolica, l’Arte come stimolo alla consapevolezza.
Proseguendo con il parallelismo con lo sciamanesimo, ho scritto che l’opera d’Arte è più o meno come un “Feticcio”, ovviamente parlo di una vicinanza di carattere propiziatorio, esteticamente le due cose hanno veramente poco in comune, ma non è così per quanto riguarda l’azione “apotropaica“, l’accostamento non deve far sorridere.
Più che bellezza, l’opera d’Arte crea una potente aura di positività, ed è anche per quello che spesso ci sono opere d’Arte a guardia di importanti piazze, di luoghi Santi o spesso di porti, anch’essi “porte” da e verso l’ignoto, da sempre accostato al mare.

Colosso di Rodi (Barclay)

Colosso di Rodi (Barclay)

La Statua della Libertà può rappresentare un esempio, come lo era al suo tempo il “Colosso di Rodi”, guarda caso eretto da un popolo come gli antichi Greci, una popolazione anch’essa a forte connotazione sciamanica.
Altra annotazione che a mio avviso vale la pena di fare, è che probabilmente è anche per questo nella antica Ellade presero corpo altre forme d’Arte estremamente importanti, assimilabili a rituali “Catartici” come la “Tragedia Greca“, veri e propri rituali collettivi a sfondo sciamanico, che da questa forma di attività collettiva prendevano la loro ragion d’essere.
L’analisi in effetti potrebbe essere assolutamente ampliata, finora abbiamo fatto riferimento a quelle che nel Medio evo erano definite ”Arti Liberali“, tutte quelle Arti che danno per risultato un oggetto fisico, che si possono immaginare come una “condensazione” delle Emozioni, ma molte altre forme d’Arte (come ad esempio la Poesia, la Musica, la Danza), sono frutto di happening momentanei, opere immateriali nate per rilasciare all’istante quell’Aura positiva della quale accennavo sopra.
Queste attività non vanno pensate come “Opere disperse”, semplicemente perchè come ormai è ampiamente dimostrato, non solo da Albert Einstein.

Molto chiaro anche il TED nelquale lo spiega il professor Carlo Rovelli un fisico italiano di fama mondiale.

il tempo non esiste Carlo Rovelli

"Il tempo non esiste" Prof Carlo Rovelli

\”Il tempo non esiste\” Carlo Rovelli

questa affermazione è molto importante per il collegamento che ha nella definizione di Arte per tutte le sue manifestazioni in forma immateriale, ma lo ha comunque anche per quelle a carattere materiale.
E’ un tema estremamente interessante, ma come dico sempre:
“Questo è tutto un altro Articolo”

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