Arte e Pensiero Unico

Posted in Filosofia dell'arte, Tecnica Vs Concetto, l'Arte in ogni Arte on agosto 13th, 2021 by Francesco

di Francesco Campoli

Recentemente sul mio profilo Facebook, ho pubblicato una serie di brani di gruppi fondamentali nella  storia della musica, il “Fil rouge” che li lega,  al di la degli stili e delle epoche, curiosamente sono tutti gruppi Inglesi.

Fil Rouge

Fil Rouge alla G.A.M. di Roma di Paola Grossi Gondi

Ogni fenomeno particolarmente evidente, è utile per accendere delle sane riflessioni, tutti i gruppi musicali che ho citato sono stati strumento della “rivoluzione musicale” e di conseguenza dell’intera Storia dell’Arte.
I gruppi più importanti della mia lista, posso ripeterla ancora una volta sono: Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floid, Dire Straits, The Police, Rolling Stones, ecc. per brevità mi fermo, ma l’elenco non si esaurisce certo qui potete fidarvi.
Wikipedia ad esempio ne cita 767 solo parlando dei Gruppi rifereribili a quel periodo.
Certamente non sono tutti attori protagonisti della rivoluzione musicale, ma senz’altro hanno tutti contribuito ad un grande movimento, socialmente e sociologicamente rilevante anche nel costume sociale.
Non ho citato i Beatles, anche se sicuramente anche loro hanno contribuito molto alla Storia della Musica, perchè odio il “Pensiero unico“, in tutti i campi ma ancora di più nell’Arte.
Uno dei totem del “Pensiero unico” nel mondo della musica, è la “Santificazione” dei Beatles, perorata da tutti i critici musicali allineati, mentre ad esempio la “Verve” veramente rivoluzionaria di Kandinsky, di Picasso, di Mark Chagall, di Marcel Duchamp, ecc. ancora oggi nel 2021, trova ancora gente che ne contesta l’immenso livello artistico.

John Lennon

John Lennon

I Beatles sono stati un fenomeno quasi inconsapevole, non sono mai stati quelli che lavorassero ossessivamente per imporre svolte veramente epocali alla Storia, contrariamente all’idea “Mainstream” a cui sopra accennavo.
Molte delle “Hit” più rivoluzionarie e profonde dei Beatles, quelle più creative, ricche di contenuti socio-spirituali, più che al gruppo in quanto tale, in realtà furono frutto del genio artistico di John Lennon.
Non mi interessa affrontare il discorso sotto l’aspetto squisitamente musicologico, per questo ci sono perfino fior di istituzioni universitarie in tutto il mondo, che lo fanno ad un livello filologicamente ben più dettagliato e scientifico del mio.

Musicologia Tor Vergata

Musicologia Università di Tor Vergata a Roma

Uno scanner P.E.T.

Un moderno PET-Scanner

Mi interessa la Musica in quanto tale, in quanto elemento centrale nel “Corpus” universale dell’Arte.

La Musica spesso è utilizzata come potente stimolo creativo, anche da Artisti che si esprimono preferibilmente in altre discipline artistiche.
Quanti di Noi – cito immodestamente anche me in prima persona – coadiuvano il proprio “Percorso Creativo“, accompagnandolo con brani musicali particolarmente evocativi.
La capacità della Musica di generare emozioni, la rende in se un potente strumento creativo, proprio per la sua azione di “attivazione emotiva” estremamente diretta e profonda.
Il “tunneling“  con il proprio Status emozionale – per usare in modo figurativo una gergalità Informatica – indotto dalla Musica, è così penetrante, perché la Musica è elaborata contemporaneamente in diversi distretti del nostro Cervello.
La certezza di queste informazioni cliniche, è sempre più solida con l’avvento dei nuovi strumenti diagnostici e di ricerca, in particolare la P.E.T. (Positron Emission Tomography.
La Tomografia a emissione di positroni), è una tecnica diagnostica medica di massima precisione con una minima invasività radioattiva, al contrario di altre note forme di indagine.

Immagini PET risposta del cervello alla musica

La P.E.T. può essere utilizzata per scandagliare il cervello senza particolari rischi e, quindi, può essere impiegata “in continuo” (ad esempio in sincronia con l’ascolto di un brano musicale), ottenendo immagini biologiche dinamiche, che mostrano in tempo reale, le risposte agli stimoli indotti dalla musica.
Questo materiale di indagine è utile a comprendere le tante dinamiche della stimolazione indotta dalla Musica, in particolare le zone dell’Encefalo che si attivano nell’occasione.
L’uso di queste immagini mediche, ha reso evidente che, di fronte ad opere d’Arte, anche se declinate nelle più diverse tecniche, a livello cognitivo e interpretativo, si presenta sempre l’attivazione di aree cerebrali paragonabili.
Sono molte le indagini neuro-scientifiche che cercano di decrittare il complesso rapporto tra Arte e mente umana, a mio avviso, quello a cui portano facilmente, è soprattutto l’identificazione di una specifica “Entità delle reazioni“.

Certamente non si può affermare che, un Essere umano (ma non solo), messo a confronto con una Opera d’Arte, non abbia reazioni consistenti, addirittura, nel caso della cosiddetta “Sindrome di Stendhal“, la reazioni neurologiche sono addirittura eccessive, tali da ingenerare addirittura attività simil-epilettiche.
Anche dopo secoli, da quando si ha contezza di questa particolare reazione pur con l’utilizzo di strumenti d’indagine sempre più sofisticati, le reali dinamiche di queste reazioni non sono facili da comprendere completamente, a causa del complesso feedback che si rileva nelle persone colpite da questa “sindrome” psico-neurologica.
Dato per assodato che la musica è di per se uno strumento creativo, che ormai possiamo facilmente associare a reazioni molto specifiche, è particolarmente interessante sapere che, non esistono particolari differenze tra le reazioni ad un’opera a carattere figurativo stilisticamente classica, rispetto ad una “Informale” di concezione moderna o contemporanea anzi, semmai si rileva il contrario.
L’Arte “classica” rappresenta una sorta di rassicurazione a livello percettivo, visto che la “decodifica”, non prevede un particolare impegno cognitivo, ne genera feedback emotivi particolarmente volenti.
L’Arte in quanto attività qualificante del Pensiero, è trasversale a molte dinamiche peculiari delle singole Tecniche, ma non è il caso di entrare qui in dettagli troppo tecnici, mi limiterò ad argomentare sul settore che meglio conosco.
L’indagine Neuro-scientifica fa riferimento a strutture cognitive molto consolidate, quello che stupisce è che alcuni Artisti sembrano avere una innata capacità di gestire queste “Strutture di Percezione“, siano esse riferibili alle Arti figurative (o Visuali), sia peculiari delle altre discipline artistiche.
L’Artista può attraversare il proprio Percorso Creativo, in modo paragonabile a prescindere dalla tecnica che sceglierà di utilizzare, quindi la Eco Artistica nella sua più alta essenza, va ricercata a livelli superiori.
Il Messaggio artistico in se è una Struttura Comunicativa di livello elevato, anche perchè in genere è elevata la sua destinazione.
Il contenuto poetico di un’Opera tenta di parlare più allo Spirito che al mero “Intelletto“, non perchè quest’ultimo sia disdicevole, ma dal momento che questo, è essenzialmente conseguenza esperienziale, risponde a logiche percettive completamente diverse, appunto perchè “logiche“.
Molta della Logica, poggia sulla dottrina scientifica, che, proprio per sua insita costituzione, è costantemente in divenire, come è giusto che sia.
La Scienza è costantemente in fase di sviluppo, di affinamento, mentre lo Spirito, per chi ne ammette l’esistenza, vive di per se già a livelli più elevati e, costitutivamente, dispone di strumenti percettivi che potremo definire “intuitivi“.
Questi strumenti percettivi assoluti, l’Intelletto non li ha ancora completamente sviluppati, forse proprio perchè il Pensiero meramente scientifico, ha nella confutazione proprio uno degli “strumenti” essenziali, chi se ne serve in via esclusiva, non può concepire che si possa affidarsi all’intuizione.
Se il Pensiero scientifico ha i suoi limiti strutturali, figuriamoci nel “Pensiero unico“, dove il rifiuto di parametri diversi da quelli “convenzionali” è un Valore fondativo.
Il “Pensiero unico” è già, di per se, un laccio all’Intelletto, in particolare se esso già vive l’esclusione della componente percettiva Emozionale.
Ai nostri giorni purtroppo si sta addirittura cristallizzando il ricorso al cosiddetto “Pensiero Politicamente corretto“, che è una ulteriore restringimento del Pensiero unico, in accordo con le convenzioni sociali, la vera antitesi dell’Arte.
L’Arte fa’ della Apertura di Pensiero il vero e proprio “vessillo di battaglia”, ecco perché la cesura della vera Arte con la Società si sta sempre più allargando, non solo per l’ignoranza sempre più dilagante.

I cinque sensi

I cinque sensi

L’idea originaria di Pensiero Scientifico, la dobbiamo essenzialmente a René Descartes (Cartesio), che con il suo concetto di “Res cogitans e res extensa“, introducendo già al tempo, la differenziazione tra Pensiero Razionale e  Pensiero intuitivo.
Cartesio considerava il vero “Pensiero intuitivo” quello dello Spirito, dal momento che, al suo tempo, il concetto di “Spirito” era addirittura argomento scontato.
Fu proprio la puntualizzazione di Cartesio sul Valore del Dubbio (Cogito ergo sum), che cominciò a far percepire lo Spirito, come  facilmente ingannabile dai Sensi Umani.
I cosiddetti Cinque sensi hanno proprio nella “umanità” la loro insita limitazione, ma in realtà, ai nostri giorni, si stà andando sempre più verso un allargamento del numero dei Sensi “disponibili”.
In particolari ambiti, si arriva addirittura a diciassette ma, essendo lo Spirito (per come l’avrebbe definito San Girolamo) “Eco Divina che ancora giace nell’Essere Umano”, la fallibilità dei Sensi spirituali, dovrebbe essere addirittura minore rispetto a quella dei Sensi fisici, a meno di inquinarli con la frequentazione del “Male”, ma questo, come al solito, è tutto un altro Articolo.

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Arte e Pensiero

Posted in Filosofia dell'arte on agosto 23rd, 2016 by Francesco

di Francesco Campoli


Eccomi finalmente di nuovo su Sculturaecultura, torno dopo un bel po’ di tempo per condividere nuove ed importanti riflessioni, che in questi, per me molto complessi mesi, sono tornate prepotentemente all’ordine del giorno.
I mesi trascorsi, sono stati pieni di difficoltà fisiche ed emotive, alcune oggettive, alcune esistenziali, talaltre indotte dall’indole tipica degli artisti.

Immanuel Kant

Immanuel Kant

Come accennavo, tra le difficoltà, interviene ovviamente anche la mia inclinazione personale, analitica e iterativa, che mi porta a indagare perennemente dentro e intorno a me, oltre che a cercare di comprendere le dinamiche più universali, che ci vedono tutti, sempre e comunque, parte attiva e di complemento. sono molte condotte attraverso le quali esercitare questa primaria modalità cartesiana, quel processo che per convenzione è definito “Pensiero Razionale”, per dirla con Immanuel Kant alla “Ragion pura”, personalmente, preferisco cercare delle vie alternative.

Cartesio

Cartesio

La filosofia Cartesiana, in questo esercizio di “osservazione”, un esercizio basilare, (tanto è vero che il suo saggio fondamentale è “Discorso sul Metodo”, nel quale Renè Descartes (Cartesio), mutuando molto dai concetti socratici, suggerisce una linea di condotta nella ricerca, fondata su basi razionaliste alle quali, in tempi piu recenti, attinse anche Karl Popper per argomentare sul suo “Razionalismo critico”.

Il filosofo Karl Popper

Il filosofo Karl Popper

approccio, seppur sufficientemente razionale, nella mia visione, lo definirei piuttosto teoretico, come in fondo è anche giusto, essendo stato scritto in chiave soprattutto filosofica.

La via para-mistica, seppur contrapposta ad ogni forma di teologia di Immanuel Kant, è senz’altro compendio integrativo fondamentale in questo genere di attività, ma alle forme di pensiero essenzialmente speculativo, io preferisco quella metafora maggiormente operativa, generalmente nota come Arte, seppur andrebbero fatti ulteriori distinguo, che non ripeto in quanto trattati in altri articoli sul blog.
Non ho usato il termine metafora a caso, etimologicamente, metafora deriva dal greco Metà (tra) e da Phérein (portare) in pratica “portare tra”, trasportare.
Già dal nome si intravvede una pratica attiva, più aderente alla mia mentalità e al mio modo di essere, tesa a rappresentare un impegno concreto, fattivo, utile ad un auspicabile percorso evolutivo, a livello sociale, ma anche e soprattutto a livello universale (L’Arte è Transculurale).

Il trasporto, sempre metaforicamente ha bisogno di mezzi, strade e ponti, io l’Arte la intendo come un ponte (talvolta l’ho definito tunnel), che può servire in modalità biunìvoca, trasportare essenza di universo (o meglio di universalità), o rappresentare la Via, attraverso la quale, chi ne fruisce, può raggiungere quell’essenza di universalità, che esiste nell’universo profondo, perché questo è piu che altro una sensazione dentro di noi, in quanto, non potendolo percepire sufficientemente coi sensi, ne abbiamo più che altro una percezione teorica piuttosto che una reale coscienza .
Noi, essere magico nel consesso globale, Ente che accomuna il macrocosmo e il microcosmo, altra condizione che l’Essere umano vive con scarsa consapevolezza, condizione dalla quale scaturiscono molte delle nostre paure.
Una fosca condizione che si fa chiara di fronte ad un qualsiasi orizzonte.
Tutti abbiamo provato, magari in modo inconscio, quel senso di infinito guardando l’orizzonte, quell’orizzonte che a pensarci bene è un’altra metafora, messa lì per aiutarci a comprendere la vastità del nostro pensiero, che, basta rifletterci, è in grado di vedere ben oltre quello che vedono i nostri occhi.
Anche in cima ad un faro, pur se l’orizzonte si allarga considerevolmente, purtroppo, abbiamo un limite ottico, ma, è sufficiente andare col pensiero oltre il limite dell’orizzonte, per razionalizzare che, oltre quella linea ottica, c’è il resto del mondo.

Universo

Universo

Ma a voler meglio riflettere, oltre quel mondo che si è venuto a delineare nella nostra mente, c’è l’intero universo, e attraverso il pensiero, possiamo viaggiare all’istante, sin nel luogo (non luogo) più lontano.
Con questo ci possiamo rendere conto, che quello è un luogo/non luogo, un luogo che prende corpo proprio in quanto da noi pensato.
Quello dentro di noi, è quel luogo/non luogo che a primo impatto non sappiamo definire meglio, e che, proprio per questo, è un luogo in noi dove spesso ci sentiamo persi.
Quell’universo interiore, che nessuno, spesso neanche noi stessi, ha mai esplorato, un luogo dove, nonostante l’immensità che rappresenta, siamo noi il “Genius Loci”, e proprio per questo, il luogo nel quale ci rendiamo conto dell’immensa responsabilità che costituisce un universo permeato della nostra essenza, un luogo nel quale possiamo giocare a fare Dio.
Se solo riflettessimo profondamente su questo concetto, ci renderemmo conto del legame indissolubile tra il noi e quell’universo, quel luogo/non luogo nel quale il Noi e l’Universo si toccano e si fondono, proprio come nel concetto magico di Microcosmo e Macrocosmo.

Hart of the heart Francesco Campoli

Hart of the heart scultura di Francesco Campoli

Per me “Fare Arte” è tutto questo, voglio creare ponti verso luoghi e non luoghi, costruirli, descriverli e metterli a disposizione dell’intera umanità, l’Arte si può fare con la penna, scrivendo una poesia, con le note articolando suoni e silenzi in melodie e sinfonie, coi colori ed il pennello in un quadro oppure dando vita (e spirito) alla materia realizzando una scultura.
Questo vale per tutti gli artisti e in tutte le Arti, all’unica ovvia condizione: Che sia vera Arte, ma questo, come sempre, è tutto un altro articolo.

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