Arte e Intelligenza Artificiale

Posted in Filosofia dell'arte, Tecnica Vs Concetto on aprile 29th, 2023 by Francesco

di Francesco Campoli

Come succede oramai costantemente da qualche anno, l’Informazione “Mainstream“, ogni tanto si satura di un particolare argomento, questa volta sembra essere proprio l’ora dell’Intelligenza Artificiale.
Avrà colpito tutti che non esiste angolino della Comunicazione mediatica, dove non si richiami l’attenzione della Pubblica Opinione su questo argomento, l’Intelligenza Artificiale viene tirata in ballo anche se si tratta delle ricette dei Tagliolini al Tartufo.
Quando questo fenomeno accade, normalmente è facile sospettare una strategia comunicativa coordinata, ma siccome non amo essere annoverato tra i complottisti, cercherò di chiarire meglio alcuni aspetti, tanto per aiutare me stesso e i lettori a decrittare eventuali “Fake news“.
Per non cadere io stesso nel “Mainstream“, avrei dovuto specificare meglio: “La cosiddetta“, Intelligenza Artificiale o addirittura, “Le Intelligenze Artificiali”.
La definizione di “Intelligenza artificiale”, infatti è molto diversa a seconda delle varie declinazioni della stessa, prendiamo il caso della definizione dell’enciclopedia “Treccani”:
“Si chiama Intelligenza Artificiale (A.I.) quel settore dell’Informatica che studia la possibilità di costruire computer che siano in grado di riprodurre il funzionamento di alcune capacità della mente umana o, nel caso della cosiddetta “Intelligenza Artificiale Forte”, dell’intero pensiero umano”.

Occhio di HAL9000

"Occhio di HAL9000" nel Film 2001 Odissea nello Spazio

L’enormità di ciò che troviamo scritto nella definizione sulla Enciclopedia “Treccani“, di solito molto circostanziata e prudente, deve farci pensare sull’impreparazione di chi scrive sull’argomento:
Se fosse possibile una tale tecnologia, saremmo veramente molto più avanti di quanto in realtà siamo, ma quello che mi ha spinto ad affrontare l’argomento su “Sculturaecultura“, è che nella Comunicazione, si parla disinvoltamente e in tutte le salse, di “Intelligenza artificiale” in grado di produrre “Opere d’Arte”.
Qualche zelante “Pennivendolo“, più sensazionalista degli altri, si spinge addirittura a sostenere che la Intelligenza Artificiale, molto presto sostituirà completamente gli Artisti.
Sparare corbellerie più grosse di quelle che sarebbe “comunemente civile”, ormai sembra diventata pratica comune, chi afferma cose del genere, evidentemente o vuole veramente esagerare o non è consapevole della sua ignoranza, sino al sospetto di malafede.
Io come sempre non potevo esimermi dal proporre la mia solida e ragionevole “via Maieutica” su questa “Vexata quaestio“.
Il tema centrale, tanto per sintetizzare, è assolutamente il solito e si riassume nella domanda: “Cos’è Arte ?” il Focus dal quale origina tutto questo mio Blog.
Gli affezionati lettori di Sculturaecultura, sanno bene che la risposta non può che essere sempre piuttosto articolata e complessa, praticamente, ogni Articolo presente qui su “Sculturaecultura“, si prefigge di fare luce su questo controverso argomento.
Definire l’Arte è sempre molto complicato e, come più volte ho accennato, il Concetto di Arte, ad esempio, è sempre legato alla Cultura di riferimento e soprattutto ha una sua evoluzione in senso “Storico”, cambia cioè col passare dei secoli, ma avrei anche potuto dire “dei giorni”, visto che procede di pari passo con la Coscienza Sociale e Antropologica delle Comunità.

mirò

Arte la rappresentazione secondo Joan Mirò

Tutte le riflessioni e i resoconti storici che ho proposto negli anni, in tanti articoli precedenti, in origine servivano prima di tutti a me stesso, per capire come col mio lavoro di Artista, avrei potuto contribuire realmente al movimento Artistico dare un apporto che potesse essere veramente mio.
In questo concitato periodo storico, ha contribuito moltissimo ad ingigantire la già grande confusione generale sull’Arte, l’evoluzione avuta da “Midjourney“, che è una Applicazione che, come tante altre, poggia su una complessa architettura di “Algoritmi” tra i quali, alcuni, di originati dagli studi sull’Intelligenza Artificiale.
A differenza di “Chat Gpt“, applicazione anch’essa molto nota in questo campo, invece di rispondere all’ interlocutore con un Testo (che spesso si rivela abbastanza cervellotico), produce immagini (anche Iperrealistiche) apparentemente coerenti con il “Prompt“, cioè la domanda che viene inserita dall’utente nell’Interfaccia.

Midjourney

Midjourney l'Interfaccia

Ma andiamo per ordine, ogni volta che ci troviamo di fronte ad un Computer, dobbiamo sempre tenere presenti le moltissime persone che sono state coinvolte nella “Programmazione” del codice che li fa funzionare, che in genere sono Team più o meno numerosi e multidisciplinari.
Alcune delle “Software house” che fanno questo genere di lavoro le conosciamo bene, anche perchè i titolari, hanno ormai una pervasività mediatica tale, da essere ogni giorno sui giornali di tutto il mondo.
Microsoft, Google, Apple, IBM, Adobe, Oracle, ecc, hanno in mano i dati presenti nei nostri P.C.
Dall’avvento del cosiddetto Web 2.0, cioè da quando gli “applicativi” si sono trasformati in Web service sul web, le “Web application“, gli E- Mail service, i vari Cloud, ecc. gli risparmiano anche la briga di doverli copiare in giro con i cosiddetti “Bot”.

Cloud computing

Schema del Cloud computing

Elon Musk

Il Nostro Garante per la Privacy, nei giorni scorsi ha prodotto un comunicato piuttosto minaccioso, puntando il dito verso il servizio “Chat GPT“, che aveva addirittura portato al blocco di questa applicazione di Intelligenza Artificiale dal territorio Italiano.
Chat GPT è una delle A.I. di nuova generazione, ad oggi tra le più famose, è un progetto/Brand di  “Open A.I.” (Società Fondata da Elon Musk e attualmente nelle mani di Microsoft), che dietro compilazione di una richiesta testuale (i “Prompt” appunto) elabora risposte, sotto forma di testo ad essi coerente, riferendosi ad una enorme base di dati.
La questione sollevata dal “Garante per la tutela dei dati personali“, riguardava principalmente  la mancanza di chiarezza nella gestione dei “Dati sensibili“, che la piattaforma acquisisce, ma ad oggi sembra ormai tutto chiarito, visto che l’applicazione è tornata tranquillamente a funzionare anche per gli utenti italiani.
Sopra ho citato “En passant” il supercalcolatore “HAL 9000“, inquietante protagonista cibernetico del profetico film “2001 Odissea nello spazio” del 1968, del regista cult “Stanley Kubrick“, genio creativo prestato alla filmografia, che fu l’assoluto antesignano della questione Intelligenza Artificiale.

2001 odissea nello spazio

2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick

L’intelligenza Artificiale nei Computer, già al tempo generava grandi inquietudini, non mi soffermo sul livello di questo film, che meritatamente entrò da subito nella storia del cinema (come diversi altri capolavori di Kubrick), vincendo anche un Premio Oscar.
Lo consiglio a chiunque non lo avesse mai visto, anche solo per la fantastica colonna sonora, “2001 Odissea nello Spazio“, è fondamentale per rendersi conto che questa ancestrale paura, di essere surclassati o addirittura resi schiavi delle Macchine cibernetiche non è nata certamente in questi giorni, parliamo di una narrazione catastrofistica che nel caso di specie, origina nel 1968, cioè più di 50 anni fa.

Stanley Kubrick

Stanley KubrickKubrick

Attraverso il film, Kubrick sollevò enormi interrogativi, che oggi ancora riecheggiano, si sente di nuovo parlare di “Emergenza Intelligenza Artificiale”, ma oggi, si ha la sensazione che quello che allora appariva piuttosto fantasioso, possa veramente accadere.
Puntando il dito verso i giganti dell’informatica dell’epoca (I.B.M. in testa), Stanley Kubrick prospettò scenari che troviamo riproposti oggi, ma siccome a dispetto di quello che si legge, un reale impatto socio/Antropologico sulla nostra Società è al di la di essere imminente, non foss’altro per i limiti tecnologici che sono ben al di la dall’essere superati, questa campagna comunicativa così battente e dai toni ansiogeni, io lo leggo come uno dei tanti tentativi per destabilizzare le già instabili masse.
Dall’alto della sua geniale creatività, Kubrick raccontò da par suo quell’ansia latente che ancora scopriamo più viva che mai, dando l’idea che sia un vulnus strutturale nella nostra struttura mentale.
Kubrick nonostante i limitati mezzi cinematografici dell’epoca, in un contesto evidentemente fantascientifico, con la poetica incalzante che lo ha sempre caratterizzato in tutta la carriera, raccontò una storia incredibile per l’epoca.
Il film vedeva protagonista una “Intelligenza Artificiale” ribelle, alla quale era delegata la gestione di una astronave in viaggio verso Marte, con una dinamica narrativa che all’epoca definirei praticamente profetica, visto che il semplice concetto di Intelligenza Artificiale  era veramente difficile da comprendere per il pubblico, dato lo sviluppo dell’Informatica era assolutamente agli albori.

Informatica, una nuova frontiera del pensiero umano

Informatica, una nuova frontiera del pensiero umano

Alla luce della piccola guerra del Garante italiano per la privacy, all’Intelligenza Artificiale, ci siamo resi nuovamente conto che la paura delle “Macchine da calcolo“, nonostante l’integrazione ormai cogente dell’Informatica nella nostra vita, non solo persiste, ma anzi, possiamo dire che inopinatamente è addirittura peggiorata.
Nella coscienza di massa, certe paure, purtroppo albergano maggiormente dove l’ignoranza e la superficialità regnano  incontrastate.
Manca la consapevolezza della nostra forza Spirituale e dei mezzi intellettivi, bagaglio essenziale del nostro intelletto e della nostra Anima.
Una narrazione fondata sulla Menzogna, come quella alla quale stiamo assistendo in questi giorni, caparbiamente mirata contro L’Arte e gli Artisti, ha tutto l’aspetto di una macchinazione diabolica.
Il mood dei vari articoli sull’ Intelligenza Artificiale, apparsi praticamente ovunque in questo periodo, ha quasi sempre lo stesso tenore, una comunicazione concertata per essere usata in modo ingannevole, ha l’evidente impronta di Arimane, una comunicazione sempre più vicina alla cultura materialistica, che sta dilaniando la società dei nostri giorni.

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II ci ha sempre messi in guardia dal sottovalutare gli artifici del male, dalla visione semplicistica nella quale  il diavolo non esiste e il semplice pensarlo sarebbe da creduloni.
Escludere a priori che il maligno possa tessere oscure, sofisticate, strategie, per fare il suo “mestiere”, può essere molto pericoloso.
Non sono qui a trattare un argomento così complesso e controverso, tra l’altro non ne ho alcun titolo, a parte alcune passate esperienze personali, voglio solo ricordare che certe manifestazioni, che apparentemente sembrerebbero da attribuire solo alla “cattiveria umana” (come ad esempio il Nazismo), potrebbero aver avuto origini ben più complesse di quelle che a prima vista possono apparire.
Il maligno si può presentare sotto varie forme, possessioni, incarnazioni, ma anche semplicemente tramite la sollecitazione di devianze latenti della natura umana.
Tutti conosciamo bene le attività “Luciferiche”, dove il male lavora prevalentemente sulle dinamiche distorte dell’Ego umano, ma le attività diaboliche di estrazione Arimanica, invece, hanno a che fare con il Materialismo e l’avidità che caratterizzano la Società attuale ovunque nel Mondo, un vero veleno spirituale per l’Essere Umano.
Ci sono uomini nelle cui mani si concentrano enormi risorse finanziarie, potere e controllo, qualcosa che in questo senso assomiglia molto al “lavoro” del malefico.
Possiamo dire che le trame di Arimane, sembrano proprio ciò che ogni giorno di più si va delineando nella nostra Società proprio a partire dal mondo dell’Informatica.
Le inquietanti persone delle quali stiamo parlando, hanno conquistato un potere pervasivo e tracotante, molto rapidamente, perché supportato dagli enormi guadagni che le Web Technologies gli hanno consentito di accumulare.
Questi personaggi, dei quali non voglio nemmeno pronunciare i nomi, senza nessun titolo, pontificano su tesi e scenari futuri, atteggiandosi a guide del nuovo corso mondiale, cosa che per ruolo non gli compete affatto.
Ho già detto che di solito non mi annovero tra i “Complottisti, ma credo di possedere una ottima capacità deduttiva, oltretutto, i ripetuti Alert, che nel tempo ci sono arrivati dalle grandi anime, anche del mondo li considero messaggi da non trascurare e non mi riferisco solo a San Francesco, che comunque Papa Bergoglio ha voluto rievocare con la scelta del suo nome Pontificale.
Da sempre l’Arte è stata una grande alleata dello Spirituale, sin anche evidenziando una stretta commistione nei ruoli, tanti Artisti furono religiosi al contempo lavorando sempre con Dio nel cuore.

Beato Angelico patrono internazionale degli Artisti

Beato Angelico, Frate Domenicano, Artista, Patrono Universale degli Artisti

Basta fare un giro per la nostra Italia, nelle sue chiese, nei suoi musei, tantissime delle Opere d’Arte esposte, sono testimonianze preziose di questa millenaria Alleanza.
Per non ripetermi circa Vasilij Kandinski, o Piet Mondrian, voglio ricordare la famiglia Bach nel mondo della Musica o,  Wolfgang Amadeus MozartPierluigi da Palestrina, ecc. come ripeto sempre, l’Arte è in ogni Arte, non serve citare solo artisti plastici e visuali.

Pierluigi-da-Palestrina

Pierluigi da Palestrina

Vaticinare una imminente fine degli Artisti e dell’Arte, sostenendo che essi possano essere sostituiti equalitariamente dall’azione meccanica di un Computer, è la vera negazione dell’Arte, della sua valenza spirituale, un altro di quegli indizi dello sfrontato “Mentire” che ci dovrebbe immediatamente far aprire gli occhi.
Cercare di neutralizzare l’Arte, strumento da sempre al servizio del Bene, è un’altra mossa subdola per indebolire la presenza salvifica dello Spirito nel mondo, preparando il terreno a Scenari “alternativi”.

Piet Mondrian

Piet Mondrian

Il primario indizio di una azione concertata del mondo del male, è il costante ricorso alla menzogna, il parametro più evidente, presentare come ineluttabili verità, cose che palesemente non hanno ne capo e ne coda, ha lo scopo di forzare la credulità popolare, il che purtroppo non è solo indice di una decadenza della Coscienza Sociale, ma l’evidenza dello sfruttamento strategico di carenze nella genesi del Pensiero.
Tra l’altro va detto che non è che parliamo di una invenzione comunicativa particolarmente innovativa, i Retori, usavano questo artificio già in epoca Ellenistica, in un discorso pieno di incontestabili ovvietà, inserivano la tesi che volevano sostenere, in modo che assumesse uno “Status di affidabilità” che gli derivasse dal contesto credibile che avevano preventivamente preparato.
Papa Francesco recentemente durante il suo Viaggio a Manila, ha puntato il dito sulle continue manifestazioni di presenza del maligno, anche lui lo definisce “Il padre della Menzogna“, richiamando da par suo la nostra attenzione sulla diabolica pratica del “Mentire”, è molto chiaro nel seguente Video.

Papa Francesco

Papa Francesco "Il maligno è il Padre della Menzogna"

La consapevolezza nell’opinione pubblica, che molti degli scenari preconizzati da Kubrick sembrano purtroppo concretizzarsi, contribuisce ad amplificare queste tristi fobie.
All’epoca del lancio del Film, si ipotizzò addirittura che l’acronimo “H.A.L.” derivasse dalla traslitterazione del Logo “I.B.M.” :
Prendendo le lettere precedenti (nell’ordine alfabetico) a quelle che compongono I.B.M. traslitterando (I → H,  B → A, e  M → L) si ottiene appunto H.A.L.
Arthur C. Clarke coautore della sceneggiatura insieme a Kubrick, smentì seccamente tale fantasiosa supposizione, ribadendo quanto già chiarito nel suo libro (“La sentinella“, quello dal quale in seguito nacque il film),  H.A.L. deriverebbe dall’abbreviazione di “Heuristically Algoritmic programmed computer”.
quasi 60 anni dopo, appare come una definizione praticamente divinatoria.

2001 Odissea nello Spazio

2001 Odissea nello Spazio

In realtà la tecnologia sulla quale si basa questa Intelligenza Artificiale (ma sarebbe più corretto chiamarla Machine Learning), è l’applicazione all’informatica delle Reti Neurali di tipo “Transformer” , che con l’ausilio di vari Algoritmi, sembrerebbe conferire alle Macchine la capacità di fare scelte autonome.
L’allocuzione Intelligenza Artificiale, per come è usata in questi giorni è più o meno una Etichetta di Marketing, estremamente generalista, in realtà di Reti Neurali, ne esistono una pletora, la “Transformer” è solo una di queste complesse strutture logiche.
Queste strutture logiche simulano “grosso modo” la risposta delle connessioni neuronali naturali, che proprio per questo, sono molto studiate nelle “Neuroscienze” e sono applicate nella ricerca in Pedagogia e in Neuropsichiatria.

neuroscienze

Le Neuroscienze, lo studio delle dinamiche psico-emotive del Cervello

La rete neurale “Transformer” è un tipo di Rete Neurale molto specifica (senza entrare nelle curve di questo argomento piuttosto complesso), nella versione “Transformer 3″ (Generative Pre-trained Transformer 3), è stata progettata per essere utilizzata in applicazioni inerenti il Linguaggio Naturale Umano (NLP, Natural Language Processing).
I nostri Navigatori satellitari (anche quelli dello Smartphone), applicano diffusamente questo genere di architetture (ad esempio quando calcolano i percorsi, come ci sono Reti Neurali utilizzate per definire i “Modelli previsionali” sui quali si basano le “Previsioni metereologiche“, Reti neurali molto diverse dalla “Transformer”, più adatte ad operare in “Sistemi Caotici” com’è l’Atmosfera del nostro Pianeta.
I nostri “Liners” più moderni, attraversano i mari e i cieli di tutto il mondo con l’aiuto delle moderne Previsioni meteorologiche.
L’applicazione messa a punto da “Open A.I.”, funziona basandosi appunto sul cosiddetto “Trasformatore pre-allenato”, il modo di “Ordinare” e di “Richiamare” l’immensa mole di informazioni disponibili, in modo da individuare quelle coerenti con una determinata frase di ricerca.
Non è affatto un caso che queste Applicazioni di “Intelligenza Artificiale”, abbiano una “interfaccia utente” che origina l’elaborazione a partire da una “descrizione testuale”.

chatgpt tecnologia apprendimento

Chat G.P.T. risponde anche su se stessa

Dalla frase che introduciamo nel box testuale, la Struttura Neurale cibernetica, applicando una serie di Algoritmi (in piccola parte anche Euristici), attua una scrematura statistica tra i vocaboli dei quali dispone, in base ad altri algoritmi, costruisce dei Testi, basandosi su regole statistiche messe a punto confrontando tutti i testi dei quali può disporre.
L’apparente successo di queste Applicazioni è funzione dell’immensa mole di dati che gli sono stati fatti “digerire”:
Testi, Libri, Email, Discorsi, Notiziari, Giornali, è questo il motivo per il quale, si cerca sempre di più di espandere le “Basi di dati”.
Dopo una robusta elaborazione “Chat G.P.T.”, produce un risultato testuale, talvolta estremamente suggestivo.
Uso la definizione “Suggestivo”, in quanto, è proprio la “vicinanza” della risposta, con la struttura del nostro linguaggio naturale (grazie alla Rete Neurale Transformer), riesce a suggestionarci a tal punto, da sollecitare la nostra percezione in modo estremamente emozionale, come avviene nella modalità alla quale siamo abituati dalla nascita.
La simulazione di “Intelligenza” nel testo di risposta, non è poi neanche troppo Artificiale, dato che nell’ultima versione, sembra sia stato introdotta nel processo una fase di validazione postuma, una sorta di “supervisione umana” che verificherebbe la coerenza del testo prodotto.

controllo A.I.

A.I. controllo umano

In realtà, come detto sopra, il testo che si riceve in risposta, ha basi essenzialmente statistiche derivanti da una approfondita analisi sulla consequenzialità e la ricorsività delle parole.
La “Rete Neurale Transformers”, in questa applicazione produce un testo di elevatissima attendibilità statistica, basata su enormi quantità di contenuti coerenti con l’argomento in oggetto.
Questa elevata “attendibilità statistica” sulle probabili sequenze di parole,  la loro interazione nella “Nuvola dei vocaboli” (words cloud), ci fa sembrare questo genere di testo assolutamente accettabile, coerente con ciò che abbiamo digitato e in accordo con le regole grammaticali e semantiche alle quali siamo abituati.
Il testo prodotto da Chat G.p.T, risulta particolarmente attendibile, con il maggior numero di informazioni inserite nella stringa che diamo in “pasto” all’Interfaccia.
Nelle specifiche applicazioni di elaborazione grafica, come  Midjourney, il processo è molto simile, solo che al Prompt testuale, con grande dispendio di potenza di calcolo (che richiede anche un discreto tempo),

Prompt Manager di Midjourney

Il Prompt Manager di Midjourney

l’applicazione produce quattro immagini, che risultano coerenti con la “descrizione testuale” inserita dall’Utente. Queste immagini possono essere ulteriormente rielaborate, in proprio con i classici programmi di grafica “Stand Alone”, come Photoshop, Gimp, Corel Draw, Illustrator ecc. oppure rimettendosi in coda nell’applicazione, cercando di adeguare meglio il “Prompt”, verificando che vengano prodotte immagini più vicine ai nostri desiderata.
Lungi da me la volontà di sminuire il grande lavoro di programmazione informatica, in se molto interessante, ma questa applicazione usa una serie di algoritmi per elaborare immagini, già presenti nei Database di riferimento, quindi le sue scelte, non sono per nulla creative, di conseguenza come possono essere minimamente paragonabili a quelle “Create” da un Artista.
Come accennato sopra, la “Rete neurale Transformers” riferisce circa immagini disponibili, coerenti con il Prompt digitato e che rispondono ai parametri statistici definiti, l’algoritmo farà il resto.
Alle immagini scelte, su indicazione dell’utente si può eventualmente applicare anche lo stile grafico di un Artista specifico.
Se ad un Prompt si aggiunge  “In style of Kandinsky”, si andrebbe ad attivere un Algoritmo che applicherebbe il “Modello grafico” del “Maestro dello Spirituale nell’Arte“, una sorta di sintesi Grafico/Statistico ad emulazione dello stile di Vasilij Kandinsky (o di qualsiasi altro pittore che si volesse ricalcare).

Fuga di Vasilij Kandinsky

"Fuga" di Vasilij Kandinsky

Non credo esista nulla di più meccanico e meno “artistico” del processo che ho appena descritto.
Chi cita le immagini prodotte con l’Ausilio di “Midjourney”, accostandogli l’aggettivo “Artistico”, proferisce una Blasfemia multipla:
Nella operazione Informatico/Statistica, ovviamente non vi è nulla di Creativo, ogni immagine elaborata deriva da qualcosa che è già presente nei Database che sono stati forniti all’Intelligenza Artificiale, questo è l’esatto opposto di ciò che fa un Artista.
Negli articoli che ho letto si  confonde l’Arte con la Pittura, come se fossero sinonimi, quando la Pittura è solo una delle  tecniche con le quali si può fare Arte, quando rileviamo questo errore, evidentemente chi scrive o parla o è un totale incompetente o la superficialità è la sua linea guida di elezione.
Molte volte in questo Blog ho citato le Muse, alle quali può essere ricondotta ogni specifica forma artistica, in ossequio al rispettivo mito e dalla specifica Genesi.

muse ispiratrici dell'Arte

"Muse dell'Arte" - Museo deriva proprio da Muse

Parlando di Arte in modo così superficiale e poco competente, si dimentica che la produzione artistica spazia dalla Poesia, alla Scultura, alla Musica, alla Danza, ecc. non vedo proprio come queste attività creative e interpretative, proprie dell’identità umana dalla notte dei tempi, possano essere declinate tramite degli Algoritmi statistico/informatici, è già complesso farlo se si dispone di una Intelligenza Vera, se non la si usa nella maniera corretta.
Un team di persone spesso assolutamente avulse dalla Storia dell’Arte, costruisce elaborazioni tramite un Computer, da sempre definito un “Cretino veloce”, perchè la sua funzione peculiare è l’enorme rapidità nell’esecuzione di calcoli e funzioni matematiche.
Attingendo ad una “Palette” di Opere visuali create da persone le più diverse, nelle epoche più diverse – che tra l’altro non tutte sono realmente realizzate da veri Artisti – al massimo è una pura operazione “grafica”.
Non mi sento di offendere i Grafici, che pure non sono Artisti, sono professionisti che per formazione sono vicini a degli Illustratori, quindi non hanno nulla a che vedere con l’Arte.
Chi scrive di questi argomenti e arriva a dire che si tratta di macchine (o web application), che producono Arte, usando l’Intelligenza Artificiale, si dovrebbe vergognare nel firmare il proprio pezzo, non solo perchè offende gli Artisti nel loro impegno di una vita, ma perchè offende l’Intelligenza (Quella vera che Dio ci ha donato), i Lettori/Spettatori, che non sono ignoranti e superficiali come questa gente crede, e comunque, per primario imprinting umano, di fronte ad ogni rappresentazione, le persone si aprono sempre emozionalmente, e questo deve essere imprescindibilmente rispettato.
Chi fa il giornalista di “professione” ha il dovere di informare correttamente, dovrebbe essere sempre dalla parte dei  lettori perchè gli conferiscono questa importantissima delega ad indagare, non ad ingannare.
Dopo aver scritto una baggianata così colossale, come minimo, deontologicamente si dovrebbe avere la creanza di rimettere il proprio tesserino all’Albo professionale.

Carta Stampata

La "Carta Stampata" i grandi Quotidiani

Il flusso di informazioni sul “Web”, purtroppo ormai comprende anche i grandi Quotidiani, la cosiddetta “Carta stampata”, che una volta rappresentava anche una sorta di garanzia di affidabilità della notizia, per inseguire le dinamiche “Acchiappaclick”, sempre più spesso ha completamente abdicato alla sua fondamentale funzione professionale.
Complice l’utilizzo superficiale degli Hastag nei “Social Media“, si è generato un grande “Fritto misto” informativo, che non è affatto sottoposto alla verifica della veridicità delle fonti, cosa che e sempre stata il segno distintivo della professione Giornalistica.
Io reputo che il mio lavoro Artistico abbia radici profonde nella Cultura del mio tempo, che risente in pieno della enorme eredità storica della quale sono assolutamente consapevole, come si può minimamente parlare d’Arte se a produrre immagini è un computer, per quanto guidato da algoritmi assolutamente ben ingegnerizzati.
Il movimento Artistico Contemporaneo, anche se talvolta può apparire, non genera mai contenuti svincolati dalla realtà, non foss’altro emotiva ed emozionale, senza poi trascurarne mai l’ apporto sociologico, che è componente fondante dell’Arte Contemporanea.
Non esiste nulla di più deleterio di un’Arte che si piega al flusso comunicativo generale, su “Sculturaecultura” ho più volte stigmatizzato addirittura la figura del “Committente“, proprio perchè cozza con il concetto di Artista nel quale mi riconosco.
Lavorare sotto precise direttive altrui, sottomette l’Arte al ruolo di mero artigianato, di una prestazione d’Opera manuale, magari anche di altissima qualità, ma che rappresenta una completa abdicazione a quel “Processo creativo” che invece è caratterizzazione dell’identità creativa dell’Artista, nel processo sopra ampiamente descritto, di “Processo Creativo” non si può minimamente parlare.
Il percorso creativo di un Artista, è sempre in continua evoluzione, in virtù della continua evoluzione del concetto di Arte.
Questa parola fondamentale è assolutamente sovrautilizzata, oserei dire abusata, violentata nel suo significato profondo e reale, figuriamoci se può anche essere riferito agli elaborati di un Computer.
Il “mood” ineludibilmente per praticare la nostra professione, è sicuramente la “Creatività” e quella non può essere in alcun modo standardizzata, sarebbe praticamente un ossimoro.
Nella mia concezione Arte è sinonimo di “Pensiero”, la forma più elevata del Pensare, più volte ho ribadito che l’Arte è  concettualmente vicina alla “Filosofia“, che sicuramente non è una scienza esatta, ma è il metodo migliore di esercitare la disciplina del “Pensiero”, il Pensiero è parte integrante del Processo Creativo.
Cartesio” ci assiste con la sua espressione più famosa: “Cogito ergo sum” (Penso! quindi sono!),  “Descartes” con lei riassume la caratteristica peculiare dell’Uomo.
Il Pensiero è atto Umano uno di quelli che più avvicina l’umano al Divino, come senza ombra di dubbio è l’Arte, entrambi sono funzione dell’Intelligenza, che per nessuna ragione può o potrà mai essere Artificiale.
Potrà succedere che i Computer arriveranno a produrre qualcosa di simile alla scelta logica, che magari sarà ottenuta con varie forme di Reti Neurali incrociate in tempo reale, ma questo non è neanche di la da venire, anche perchè non esiste una piattaforma tecnologica che lo tecnicamente lo consenta.
Fare questo necessita inoltre un incremento drastico delle capacità di calcolo, non sarà certamente in questo secolo, la Legge di Moore è piuttosto chiara in merito, ma come al solito, questo è tutto un’altro Articolo.

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Eros always win on Thanatos

Posted in Filosofia dell'arte, Il "Valore" dell'Arte, Tecnica Vs Concetto on ottobre 26th, 2022 by Francesco

di Francesco Campoli

questa volta dal titolo si comprende poco, ma anche se a prima vista non sembra, esiste una continuità e  una coerenza assoluta con i consueti contenuti di “Sculturaecultura“.
Eros always win on Thanatos” è la mia ultima fatica artistica.
Ho concepito questa Scultura in forma di denuncia ma, come da mio approccio abituale, desideravo che racchiudesse in se anche una soluzione.

"Eros always win on Thanatos" scultura di Francesco Campoli

"Eros always win on Thanatos" la nuova scultura di Francesco Campoli

Socraticamente parlando, come ho ripetuto spesso, di solito lascio che i lettori trovino da soli il collegamento tra il lavoro e il mio Pensiero, ma voglio comunque mettere i suoi contenuti a disposizione di tutti.

Platone

Platone

Come è ormai arcinoto, nella mia concezione, l’Arte e il Pensiero sono indissolubilmente l’una, diretta emanazione dell’altro, ecco perché ritengo la Filosofia e i suoi più interessanti esponenti, fondamentali nel mio “Processo Creativo“.
Ribadisco questa mia profonda convinzione, attingendo stavolta al concetto di Nous in Anassagora, “L’intelligenza Cosmica” della quale parla ampiamente anche Platone, travisandosi dietro le parole del suo maestro Socrate, nel “Fedone

Anassagora

Anassagora e L'intelligenza Cosmica

Il Nous descritto da Anassagora, lo possiamo immaginare come una entità superiore, (molto vicino al “Demiurgo” platonico che troviamo nel Timeo).
Questa entità sovraintende alla formazione di tutte le cose, dalla forma alle combinazioni chimico/spirituali ecc, inserendo “Logica” nelle dinamiche caotiche.
Il mio concetto di “Magazzino degli Archetipi, il non luogo dove immagino che giacciano – a disposizione dell’intero genere umano -, forme di ogni genere.
Quel “non luogo” è quello dove siano inconsciamente ricondotti, coloro che non lavorano magicamente nello staccarsi da quell’ inesorabile “Buco nero” che sono gli “stereotipi” più radicati.
Ci sono forme che ricorrono molto spesso nelle rappresentazioni di molti artisti, quando ricorrono alle tecniche figurative o mimetiche in genere.
Spesso ho raccontato di questa mia convinzione, che è abbastanza liberamente ispirata appunto dal Nous di Anassagora, anche se lo potrei definire più un concetto a cavallo tra quello di Anassagora e quello di Platone.
In realtà nel mio Pensiero, spesso, è presente anche una bella spolverata di Jung, nel cui Pensiero, Archetipi e Magia sono sempre sapientemente articolati.

Carl Gustav Jung

Carl Gustav Jung

La Sincronicità junghiana e le sue teorie sulla struttura del Pensiero e le  dinamiche psichiche che vi sono alla base, e che Jung riteneva attinte tra gli Archetipi consolidati, mi convincono moltissimo.
Personalmente ritengo che questi costrutti teorici, possano essere tranquillamente traslati nell’Arte, anche Jung ne è particolarmente convinto, infatti, annovera l’Arte tra le altre “Dinamiche di Pensiero più elevate“.
Ripeto spesso che l’Arte è figlia del proprio tempo, così come ribadisco sempre che la vera Arte è senza tempo, lo so sembra un apparente Ossimoro, ma cercherò diligentemente di spiegarmi meglio.
Il mio Pensiero, come immagino quello di tutti, di questi tempi si articola moltissimo intorno all’argomento Guerra. Credo che sia normale, visto che mi ritengo un figlio del nostro tempo.
Recentemente ho scritto anche un lungo articolo su “Sculturaecultura“, ovviamente incentrato sulla Guerra in Ucraina, un articolo nato di getto, non appena la ricorsiva tragedia dell’insipienza umana, è nuovamente esplosa.
Quello che ci accade intorno, purtroppo ormai da diversi mesi, è l’ennesima declinazione di quell’aberrazione del comportamento umano, che convenzionalmente, chiamiamo Guerra.
Gli Artisti storicamente si sono spesso schierati dalla parte della Pace, a parte quando era specificamente il Committente a chiedere specifici soggetti guerrafondai, l’Artista ha sempre cercato di sollevare il “Pietoso” velo.

Gli Orrori della guerra Rubens

Le Conseguenze della Guerra di Pietro Paolo Rubens

Solo qualche raro Artista, reso potente dalla sua grandezza, poté a quei tempi fregarsene dei Committenti e dei loro vanagloriosi desiderata.
Mi viene l’esempio di Pietro Paolo Rubens e del suo “Le conseguenze della Guerra” (sopra), ma c’è anche l’esempio di Pablo Picasso e il suo notissimo “Guernica”, esempio anch’esso molto calzante, anche se appunto di epoca molto più recente, quando il fenomeno della “committenza” (per fortuna dell’Arte), era ormai definitivamente tramontato.

Guernica Picasso

Guernica di Pablo Picasso

La Guerra ha accompagnato da sempre la Storia dell’Uomo, trasversalmente a tutte le culture, e non è mai stata un vanto illuministico, ma stavolta dobbiamo anche assistere al velleitario tentativo di cambiarne surrettiziamente il nome, come se bastasse per sviare l’Opinione pubblica dall’essenza dei fatti.
Operazione Militare Speciale“, una definizione evidentemente speciosa e distorsiva, concepita come artificio semantico, per sviare l’opinione pubblica dall’essenza dei fatti, e già questo andrebbe letto come offensivo della dignità del Pensiero collettivo, ma prima o poi, anche di questo a livello morale ci sarà chiesto conto.

zeta guerra In Ucraina

Il Logo della Guerra In Ucraina

Un’altra forma di “Politicamente Corretto” che, personalmente odio con tutte le mie forze, tanto che lo chiamo, neanche tanto eufemisticamente: “Politicamente Corrotto“.
Dietro la maschera del “Politically correct“, si tenta di piegare l’opinione pubblica alla “Tesi” di una parte, ovviamente utilizzando ogni forma di Media, “Social Media” in testa, contribuendo all’incipiente decadimento della credibilità del “Processo comunicativo”.
Per avvalorare il concetto cervellotico, che l’attività militare che viene messa in atto, sia diversa da una classica azione di Guerra, è stato creato anche un “Logo“, proprio come nella più classica delle attività di Marketing.
In Ucraina il Logo campeggia sui Vessilli, sui mezzi Corazzati, sui Carri Armati impiegati nelle operazioni militari e non solo, in Russia lo si ritrova nei “Commercial” televisivi nei cartelloni stradali, sulle “T shirt”, come in un normale Merchandising.

Esempi di Loghi

Esempi di Logo famosi

Un Logo in ambito comunicativo e pubblicitario, ha lo scopo di riassumere una specifica “Brand Identity” e di rievocare quell’insieme di Valori nei quali la Marca desidera ascrivere la propria filosofia aziendale, nella quale, un eventuale Cliente/Prospect si può rispecchiare immediatamente.
In realtà, lo scopo del simbolo utilizzato in Ucraina, ha un doppio impiego, prosaicamente è anche uno strumento pratico.
Dal momento che l’Esercito Ucraino, è dotato di mezzi militari di fabbricazione sovietica, esattamente come l’esercito russo, per evitare  rischiose situazioni di “Fuoco Amico“,  quel Logo è anche usato come un elemento di riconoscimento tra le varie unità operative.

Zeta russia

la "Zeta" sui mezzi russi nell'invasione dell'Ucraina

Le due nazioni erano integrate a pieno titolo nello stesso apparato militare, quello dell’Ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (l’ U.R.S.S.), di conseguenza, i mezzi operativi sono gli stessi e spesso risalgono a quei tempi.

Morti guerra in Ukraina

La Morte ovunque nelle Guerra in Ukraina

Purtroppo, la Morte è una caratteristica ineludibile in tutti gli eventi bellici e, anche in virtù di una ancora costruenda “Coscienza Civile Collettiva“, le guerre sono sempre più inconcepibili.
Il tragico risultato, che salta immediatamente agli occhi, è la perdita di moltissime vite, la “sofferenza” che diventa il Mood emotivo dominante, ma quel che è ancora peggio, è lo strappo irriverente a quella “Coscienza Civile Collettiva” proprio perché è in sempre più faticosa edificazione.
Stavolta il tentativo criminale è stato facilmente smontato e la Guerra, è stata immediatamente riconosciuta attraverso il suo sinonimo più rappresentativo, la “Morte“.
La Guerra è insensata proprio in virtù della mancanza di Pensiero, spesso in entrambi i contendenti, visto che personalmente collego inesorabilmente l’esercizio del Pensiero all’Arte, mi nasce quello che ritengo il più concreto dei Sillogismi:
La Guerra è figlia della mancanza di Pensiero, l’Arte è il distillato puro del Pensiero più alto, quindi l’antidoto migliore alla Guerra è l’Arte“.
E’ vero che raramente la proprietà transitive sono così automatiche, ma ancora una volta mi riconosco nel concetto illuminista di “L’Arte può cambiare il Mondo“, da questo enunciato prende corpo la mia nuova Scultura e si muove tutto il costrutto della mia Arte.

Theodore Adorno

Theodore Adorno

Ho accennato spesso alla vicinanza del mio pensiero con le tesi filosofiche di Theodor W. Adorno, fondatore e attivo artefice della “Scuola di Francoforte“, non è tanto per i contenuti specifici, quanto per la modalità di produzione del Pensiero in quel consesso straordinario.
L’elaborato accademico, alla “Scuola di Francoforte“, era partorito sintetizzando le conoscenze nelle discipline più varie, derivanti dal nutrito e variegato comitato scientifico.
Fu proprio Adorno che diede pieno risalto all’Arte come valore di Pensiero, restituendogli una piena “Dignitas” ciceroniana nel mondo della Cultura e del Sapere, non dobbiamo dimenticare che non è un caso che Artista e Artigiano abbiano una radice comune.

Scuola di Francoforte Horkheimer Adorno Pollock Marcuse Benjamin

la Scuola di Francoforte il Panel Scientifico

L’Artista era considerato una sorta di Architetto Decoratore, il Pittore qualcosa di molto vicino all’Imbianchino, lo Scultore un figlio illegittimo del Muratore e dello Scalpellino, ma addirittura anche i Musicisti non erano altro che il surrogato del nostro apparecchio Stereo, accompagnavano la vita, i pranzi e le cene dei loro “Mecenati” e dei loro ospiti.
All’epoca di Adorno, sostanzialmente, non ci si era evoluti di molto da questa ristretta visione rinascimentale dell’Artista.
In qualità di grande Filosofo, si pregiò di annoverare formalmente l’Arte ai contenuti nei quali doveva essere degnamente inserita.
Adorno, prima di molti altri, ridisegnò la figura dell’Artista un sicuramente più alta e creativa di come la intendevano molti suoi predecessori.
La sua ultima opera filosofica, pubblicata purtroppo postuma, è denominata “Teoria Estetica” che, rammento prima di tutti a me stesso, che l’Estetica è una importante branca della Filosofia, una delle solide fondamenta, sui quali fondo la mia convinzione che, Arte e Filosofia, siano strettamente derivate.
In “Teoria Estetica“, un filosofo essenzialmente Teoretico come Theodor Adorno, riconosce all’Arte un ruolo fondamentale nel mondo, a partire dai suoi “Paradossi”, che dall’alto della sua solidissima esperienza accademica, rilevava inequivocabilmente.

(Alessandro Alfieri: “I paradossi dell’arte nella Teoria estetica di Theodor W. Adorno“ Dialegesthai).

La nuova scultura “Eros always win on Thanatos“, verrà proposta in vari contesti: Sui “Social media”, in primo luogo sulla mia pagina Facebook, ovviamente sarà presente in un Album dedicato nella Galleria del mio Profilo Facebok, come molti altri lavori.
Sarà proposta in vari Gruppi e Forum Internazionali del mondo artistico e culturale, oltre che nella “Galleria delle Opere” di questo Blog.

Eros always win on Thanatos

Eros always win on Thanatos il Coro e il Simbolo della Vita

Sono oltretutto in fase di montaggio almeno, due Video, uno illustrativo della Scultura e un altro come estratto del “Footage integrale” delle varie fasi di realizzazione.
Tutto questo nel pieno accordo con la proprietaria, che mi ha lasciato tutti i diritti di pubblicazione, allo scopo di mantenere viva l’attenzione pubblica sul tema “Ucraina” e sull’argomento “Guerra” più in generale.
Eros always win on Thanatos” ha richiesto un grandissimo numero di passaggi realizzativi e quindi molto tempo, oltre tre mesi solo per l’aspetto realizzativo, ma soprattutto, ha richiesto tecniche tra le più varie delle innumerevoli skills artistiche, non solo scultoree, che amo adottare in molti dei miei lavori.
Oltre alla classica tecnica di scultura su Marmo di Carrara, alla lavorazione a Sbalzo delle lastre di Piombo, alla Ceramica “Creaton”, all’ Affresco antico effettuato sull’ormai introvabile “Grassello di Calce invecchiato“, che ormai, praticamene si trova solo a Venezia e in Veneto, in virtù della consuetudine dei Decoratori locali con lo “Stucco Veneziano”, infatti il Grassello di Calce invecchiato ne è uno dei componenti essenziali.

Stratificazione Affresco

Stratificazione nella tecnica dell'Affresco

Il Grassello di Calce invecchiato in minima parte è reperibile anche in Toscana, in particolare nell’Aretino, dove la tradizione locale dell’Affresco, prevede un “Tonachino” preparato col “Cocciopesto” invece che con la polvere di marmo o la Pozzolana come vigeva a Roma ai tempi di “Michelangelo Buonarroti”.

Affreschi nella Cappella Sistina

Affreschi nella Cappella Sistina

Una mestica particolare al tempo utilizzata anche da Giotto a base di Grassello e Terracotta macinata (In genere vecchi mattoni e Tegole antiche o scarti di Fornace), che tutt’ora è ancora in uso in quelle zone per la decorazione di interni ed esterni oltre che nel restauro di antiche strutture realizzate già in origine con questa tecnica millenaria.

L’Affresco che ho realizzato su una parte della scultura, nella mia intenzione creativa serve a rappresentare un muro, un frammento di Muro residuo dopo uno dei tanti bombardamenti, come se fosse l’ultimo supporto disponibile per ignoti “Writers” desiderosi di gridare alla Mondo il loro potente messaggio di pace, con l’efficacia dirompente che Bansky ha dimostrato ormai ampiamente.
L’uso di questa antica tecnica, è legata alla volontà che il Simbolo e la magia del suo influsso, sia destinato a resistere al sopravvenire dei millenni.
Basti far mente locale sugli Affreschi a Roma, Pompei, Ercolano ecc. dove troviamo Affreschi romani ancora  perfettamente conservati da oltre due millenni.

Eros always win on Thanatos 3

Eros always win on Thanatos il muro dipinto ad Affresco

L’intento primario è valorizzare il simbolo di Pace che si vede sul simulacro di Muro e ribadire il mio auspicio di una perpetuazione del messaggio attraverso la conservazione nel tempo.
Il simbolo “Zeta“, perverso strumento di Guerra, è “Annullato” come in un “Timbro Postale“, con il simbolo della Pace e del Pacifismo, la tecnica utilizzata, potenzialmente è destinata a durare anche per migliaia di anni, vuol essere una proposta per il perpetuo rinnovarsi del messaggio, come nella migliore tradizione dell’Arte. Un auspicio concreto più che una semplice speranza.

Tragedia Coro Scenografia

Coro e Scenografia nella Teatro Greco

La valenza Alchemico/Magica, sempre molto presente miei miei lavori, deriva dall’atteggiamento “Sciamanico” che io auspico nel mestiere dell’Artista, come ho raccontato in un articolo precedente e ribadito anche nella mia recente intervista a Katia Catalano su Radio Morgan.
Ogni mia Scultura vuole essere un pò “Strumento rituale“, nel caso di “Eros win always on Thanatos“, la Ritualità magica è simbolizzata dai Cori nella citazione dell’antico Teatro Greco.

teatro-greco

Tragedia nel Teatro greco

Il Teatro greco  antico, in particolare la “Tragedia” trovava proprio nella ricerca di una Catarsi, l’aspetto religioso che ricopriva, nonchè, l’occasione di una rivalsa morale risarcitoria, per coloro che partecipavano alla “Rappresentazione rituale“.
Il Coro di norma era portatore delle istanze del Pubblico, che ovviamente non poteva intervenire ed interagire altrimenti con gli Attori.
In “Eros always win on Thanatos“, si nota in modo evidente la presenza di due Cori, il che rimanda immediatamente alla “Lisistrata di Aristofane“, l’unico testo arrivato fino a noi, che prevede questa deroga alla struttura classica dell’ Antico Teatro Greco, dove in genere era previsto un solo Coro.

Eros always win on Thanatos

I Cori: Microsculture in Marmo bianco di Carrara

Tecnicamente la rappresentazione dei Cori, ha rappresentato una delle difficoltà maggiori di questa scultura, per il numero di personaggi che ho dovuto realizzare, per la difficoltà dell’uso del marmo bianco di Carrara e conferire ad ognuno una minima identità, oltretutto non è da trascurare la difficoltà di conferire ai personaggi una dinamica comune che nel Coro del Teatro greco è caratteristica peculiare.

Lisistrata no War

Lisistrata "no alla Guerra"

Il mio evidente richiamo al “Lisistrata“, è prima di tutto collegato alla “Morale” in essa fortemente stigmatizzata, la contrarietà alla guerra come ostacolo alla vita dell’uomo, al grande “Lavoro”: Il genere umano ha la sua principale missione nel conseguire una Evoluzione, personale ma obbligatoriamente anche collettiva.

Coro nel Teatro rituale Greco

Coro nel Teatro rituale Greco

Mi riferisco anche all’istanza di Lisistrata, una volitiva donna Ateniese (il cui nome significa “Colei che scioglie gli eserciti”), per far terminare la lunghissima Guerra tra Ateniesi e Spartani, stanca delle durissime sofferenze civiche e personali, cerca di coalizzare tutte le donne per conseguire “collettivamente” il giusto scopo.
Al di la della trovata drammaturgica di Aristofane, lo “Sciopero delle sesso”, l’obiettivo che cerca di conseguire Lisistrata, è cercare di indurre gli uomini a trattare, alla luce degli eventi di oggi, purtroppo, appare come una specie di Nemesi, del tragico stallo che si va delineando in Ucraina.
A parte l’evidente Nemesi con la situazione corrente in Ucraina, trovo anche molto interessante che, già a quel tempo, Aristofane ritenesse il consesso femminile molto più saggio di quello degli uomini, che invece continuavano a farsi  coinvolgere in una assurda Guerra senza fine.

Eros always win on Thanatos

Eros always win on Thanatos Piombo e Oro

Eros always win on Thanatos” è caratterizzata inoltre, dal contrasto patente tra la lastra di Piombo (in Alchimia il Piombo è “Oro Inverso“, cioè il contrario dell’ Oro.
L’Oro rappresenta il distacco tra il mondano e il Divino, infatti lo ritroviamo costantemente nelle Icone bizantine, nei mosaici Paleocristiani, dove vuole rappresentare proprio questo “status divino”.
Questa visione para-alchemica è di origine Ortodossa, rappresentata prevalentemente con il “Fondo Oro” (Come nelle Icone), venne poi riconosciuta pienamente anche nell’iconografia cattolica.
La lastra di Piombo sbalzata sul Marmo, rappresenta il “Peso e l’Oscuro” che contrastano l’ Elevazione spirituale dell’Uomo.
Il marmo bianco, che nella composizione sostiene il “Cubo platonico” l’Esaedro in Bronzo (che rappresenta il “Fare” dell’Uomo) è sostegno all’elevazione dal proprio basso status materialistico.
Un significato che ritroviamo spesso anche nei lavori di Albrecht Dürer (convintamente un Neoplatonico), che cita ripetutamente il “Cubo” come risultato dell’impegno dell’Uomo (ad esempio in “Melancolia“) ovviamente nella accezione metafisica di Impegno/Lavoro verso l’evoluzione.

Eros always win on Thanatos

Il Cubo Bellezza del Lavoro Interiore

Il fatto che il Cubo che ho realizzato sia circonvoluto e scolpito, vuole rappresentare un lavoro ancora più raffinate e illuminato, un lavoro interiore che porta alla  trasformazione del  “Piombo in Oro”
Il Bronzo rappresenta l’evidente “Antitesi simbolica” alla gravità del Piombo, non è un caso che l’Antropologia, definisca una tappa evolutiva fondamentale per l’Uomo come “Età del Bronzo“.

Lavoro complesso ma Prolifico

Lavoro complesso rappresentato dalle "Facce" tutte diverse

Il cubo della Conoscenza, sorge da dal Piombo, alchemicamente il simbolo della Morte, dei bassi istinti, un fortissimo contrasto che ho voluto per evidenziare l’Elevazione spirituale e animica, già segnalata dall’andamento del corpus marmoreo.
Come detto sopra, la guerra è sinonimo di Morte, sicuramente dalla morte reale, ma anche e soprattutto dalla Morte dell’essenza umana.
La disumanizzazione di chi la Guerra la vuole, di chi la pratica a maggior ragione attraverso atti criminali, generando sofferenza per la popolazione civile, uccidendo bambini ed indifesi, perde le sue caratteristiche umane, dando mani e forza ai peggiori esseri infernali.
La natura dell’uomo è evolversi e perpetuarsi, lavorando per le future generazioni, che nella guerra si riconosce si riconosce nella morte, il Coro, che porta avanti le istanze della società, si specchia nel simbolo della vita, che è rappresentato nella parte laterale del Proscenio.

Eros always win on Thanatos

Il simbolo d'Oro della Vita

L’Oro come ho già accennato sopra, nella iconografia in generale è attribuzione di sacralità, non solo nella tradizione Cristiana (Sia essa Ortodossa o Cattolica), in molte aree religiose questa opzione rappresentativa ha il medesimo significato, non è raro che, come ad esempio nel buddismo, spesso l’oro è usato col medesimo scopo.
In Birmania, Laos, Tailandia ecc. è facile trovare statue del Buddha d’Oro, con evidente obiettivo di rappresentarne lo status spiritualmente elevato.

Buddha d'oro

Buddha d'oro a Bangkok

Nella mia costante ricerca di punti di contatto tra varie Religioni e Filosofie, anche culturalmente molto, molto distanti, questo mi sembra un fenomeno antropologico molto interessante.

Oro simbolo di alta spiritualità

Oro simbolo di alta spiritualità

buddha d'oro

Ennesimo Buddha d'Oro

Ho fatto l’esempio del Buddismo, ma potrei farne molti altri, dall’Induismo, alle religioni pagane fino ai SiKh, che d’Oro rivestono addirittura i loro templi.

tempio d'oro Sikh

Religione Sikh "Il Tempio d'Oro

Io stesso uso l’Oro abbastanza spesso come elemento narrativo, e conosco anche tantissimi altri artisti che lo fanno.
Oltre all’affermazione simbolica della sacralità della Vita, resa centrale nell’opera dalla evidente “Venerazione” con la quale, uno dei due Cori sembra rivolgere al Simbolo, ho scelto il Simbolo di uno Spermatozoo, proprio perchè  molto spesso è usato iconograficamente per rappresentare “Fertilità” valore che personalmente ritengo addirittura una estensione del concetto.
La vita è sacra in ogni suo aspetto, anche gli odiati Batteri e Virus molto spesso sono parte di noi, del nostro “Microbioma e del Microbiota“, che in noi è la nostra “Anima biologica” e lo Spermatozoo è in se entrambe le definizioni, come Microbiota semplicemente perchè è vettore di codice genetico, quindi anche della continuazione della vita.
la Vita che porta Fertilità è segno tangibile di un progetto riuscito, di un valore positivo, infatti, questi due elementi sono strettamente connessi: “Non c’è Vita se non c’è Fertilità e non c’è fertilità senza Vita“.
Questo lavoro strapieno di messaggi, non mancherà sicuramente di portare nel mondo quei valori che, poco o tanto potranno cambiare in meglio lo “status quo”, certamente un mestiere difficile, ma ci vuole qualcuno lo deve assolutamente fare.
Il nobile intento, mi concede stavolta di chiudere in modo diverso dal solito, seppure nella speranza che il prossimo sia davvero tutto un altro articolo, ma trovo buono e giusto ribadire un mio pensiero che, continuerà sicuramente a guidarmi nel mio contributo in qualità di Artista.
La Guerra è figlia della mancanza di Pensiero, l’Arte è il distillato puro del Pensiero più alto, l’antidoto migliore alla Guerra è l’Arte

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Arte e Retorica

Posted in Filosofia dell'arte on luglio 24th, 2018 by Francesco

Di Francesco Campoli,

Tutti i frequentatori di “Sculturaecultura“, ormai, conoscono il  filo rosso che lega il mio “Blog”, alla mia personale ricerca artistica, anzi, probabilmente lo potrei descrivere proprio come la sua formale redazione.
Per cercare di comprenderne il successo, ho riflettuto spesso sulle possibili ragioni, sono giunto alla conclusione che, forse, è proprio questo esperimento socio – culturale la ragione dell’apprezzamento del pubblico e di molti addetti ai lavori, come se si fosse tutti in un “reality”, sulla nascita di un’opera d’arte, un reality, però, stavolta, pieno di contenuti e di alti obiettivi.
Credo sia inutile mostrare le statistiche fornite dal provider – come invece ho fatto in altri articoli precedenti – ma posso confermare che, il trend di 1.000 nuovi visitatori al mese, si manifesta addirittura in crescita, di questo non posso che ringraziare, onorato per l’apprezzamento.
Non vorrei enfatizzare troppo questo mio impegno, però mi piace ribadire che ritengo estremamente  importante che, un artista eserciti per primo estrema chiarezza sul suo lavoro.
Lo deve fare in ossequio ai suoi collezionisti, e nei confronti della Società, alla quale cerca di offrire il suo contributo altrimenti, lascia la porta aperta ad esegesi fin troppo libere, da parte di critici prezzolati e interessati a tutto, forché agli sforzi di chi, l’Arte la fa veramente.

Solisti di Perugia

Concerto Sinfonico

Non starò qui a ribadire che, purtroppo, questo, è reso sempre più necessario, in ragione della decadenza delle  attività,  tradizionalmente deputate all’incontro tra il lavoro di un artista e il pubblico, come le mostre, le fiere, i concerti, le pièce teatrali, i balletti, gli happening di Poesia, ecc.
L’approccio superficiale, che la società contemporanea e i media, hanno nei confronti dell’Arte, è tutt’altro che illuminista e men che meno “illuminato”.
Le aziende, sempre più in crisi e sempre più piccole e prive di risorse, non tengono più fede al loro tradizionale ruolo di Mecenati, mentre le istituzioni, sono sempre pronte a ribadire la scarsa valenza economica del mondo dell’Arte, commettendo un errore sociologicamente madornale.
Quella che può sembrare la solita rivendicazione di un artista che cerca di valorizzare il proprio lavoro, vuole essere invece un momento di forte denuncia.
Ho la speranza che, almeno chi frequenta questo Blog (e per fortuna sono tanti), apra gli occhi e prenda coscienza  di una triste e pericolosa evenienza che si sta verificando nel nostro Paese.
Sembrerebbe che io stia usando un tono decisamente allarmista, ma questo è legato all’enorme valore che personalmente attribuisco all’Arte e alla sua funzione.
L’Arte è sempre stata una attività fondamentale nell’evoluzione dell’Uomo, anche in senso antropologico – come ho avuto modo di chiarire ampiamente in un articolo precedente – ma è ancor più fondamentale, perchè è testimonianza della storia emozionale dell’Essere umano.

Arti Visuali

Arti Visuali

Come è ormai noto, non mi riferisco mai alle sole “Arti visuali“, ma a tutte le Arti conosciute e a quelle che probabilmente ancora dobbiamo canonizzare o addirittura inventare, perchè  nulla vieta di pensare che, prima o poi, non troveremo qualche nuovo modo, di evocare emozioni e raccontare paure e moti dell’anima, personali o collettivi che siano.
Non è così aleatorio come potrebbe apparire, ad esempio, basti prendere atto che, il Cinema viene chiamato “settima arte“, segno che, prima, ne ‘erano considerate solo 6, poi ne venne accettata una settima.
In realtà la lista delle Arti, originariamente includeva anche la Retorica, considerata allora come la “settima Arte“, ed ecco che si comincia a delineare meglio la ragione del titolo di questo articolo, comunque consiglio a tutti coloro che volessero approfondire meglio, di seguire “Questo Link“.

Ricapitolando, della cronologia degli eventi si occupa la Storia, la storia dell’ArteLa musa Clio sul carro della storiainvece, non è altro che lo studio dell’Arte in relazione al trascorrere del tempo, considerata anche la variazione di sensibilità culturale connessa col passaggio del tempo.
La “Vera” Arte però, è lo specchio delle emozioni più profonde nell’animo umano, ecco perchè, l’Arte non può essere solo sinonimo di Estetica, di “Bello”, come molto spesso si sente affermare.
Sono il primo ad essere cosciente che, ho dovuto aggiungere l’aggettivo “Vera”, alla parola Arte, ma purtroppo esiste un discrimine, tra le attività che non sono Arte, ma che erroneamente  (spesso per superficialità e/o ignoranza), vengono considerate tali.
Questo articolo, forse un po’ anomalo per questo Blog, che, di norma, nasce per essere una sorta di racconto della mia personale catarsi, fare il racconto dell’affanno di un artista che vive ogni giorno la sua professione.
Spero che ormai sia chiaro che, sono un artista che cerca di dare un contributo – piccolo o grande che sia -alla società, all’Essere umano, non cerco di creare begli oggetti, un compito che portano avanti con grande successo i “Designer”.
Con il mio lavoro, cerco di accendere nel pubblico, nei miei collezionisti, quella scintilla di ragione, che aggiunta a quel soffio di universo, dimostri che siamo potenzialmente fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Stavolta vorrei mettere l’accento su una cosa che ritengo estremamente importante, e cioè la comunicazione che spesso viene costruita attorno all’Arte.
Ritengo sia molto grave influenzare negativamente la percezione dell’Arte, perchè l’Arte è l’anima di un popolo, che in essa conserva la propria identità emotiva.

Rudolf Steiner

Rudolf Steiner

Ripeto perchè non vi siano equivoci, non parlo dell’identità antropologica di un popolo, per quello ci sono già i politici che ci puntano sempre di più, ma parlo dell’anima di un popolo, quella componente spirituale comune, così come la tratteggiava Rudolf Steiner, una cosa molto più delicata e importante.
In altri casi, come ad esempio i diritti umani, quelli degli animali, le dinamiche socio-politiche di attualità, sui social-media, si scuotono fortemente le coscienze, spero che questa mia riflessione, sia utile a far nascere almeno una meditazione, perchè questo è uno degli obiettivi più importanti per un artista.
Il concetto di Retorica, in realtà è ben più ampio di quello che immaginiamo a primo impatto, l’Arte di convincere attraverso la parola – che in realtà nasce ad Atene con i Sofisti, nella seconda metà del V secolo A.C. – ed è da considerare un’Arte, proprio per la ragione che ho esposto sopra.
Attraverso gli “Artifici retorici” maneggiati con sapienza, si possono generare o richiamare emozioni estremamente profonde, così basiche da riuscire ad indurre stati d’animo estremamente intimi, positivi o negativi, che talvolta possono essere anche  estremamente negativi.
Nella storia, purtroppo esistono esempi assolutamente tristi e sconcertanti e posso utilizzare il peggiore degli esempi, con il quale è sempre difficile misurarsi, ma forse il più emblematico nei secoli recenti: il Nazismo, o “Nazionalsocialismo” che dir si voglia.

Il Nazionalsocialismo

Il Nazionalsocialismo

La cosa tristemente interessante ed estremamente inquietante, di questa tragedia dell’identità umana, è proprio che originò da un lavoro di comunicazione così organico, articolato e strutturato, che, personalmente, a ripensarci mi lascia ancora stupefatto.
Chi conosce la mia lunga e complicata storia professionale, sa che la mia vita passata (Come la chiamo io), mi ha visto parte attiva in moltissime campagne di comunicazione, nel decennio nel quale ho lavorato come Marketing Manager e Profiler, in una Agenzia Pubblicitaria.
Non è la forza di persuasione della comunicazione che mi stupisce, ovviamente la conosco bene, ma è il livello di influenza che il Nazionalsocialismo è riuscito ad ottenere.
Trasformare quello che all’epoca, era da considerare il Popolo culturalmente più evoluto, praticamente in ogni settore della società, nel popolo che ha compiuto, quasi ciecamente, alcune delle più inconcepibili efferatezze che memoria dell’Uomo ricordi, è realmente una cosa sulla quale interrogarsi profondamente.
Bisogna interrogarsi anche guardando in se stessi con sospetto e soprattutto con moltissimo spirito critico.
Personalmente mi sono sempre posto domande pressanti su questo periodo buio per l’umanità, sui perchè, ma anche soprattutto sul come, questione non trascurabile, non solo per spiegare il titolo dell’articolo, ma per cercare di capire questo incredibile fenomeno.
Per spiegare meglio, mi viene in aiuto proprio una sorta di sillogismo: “Se la Retorica può essere Arte, allora l’Arte può essere Retorica”.
Capisco che filosoficamente questa può sembrare una Speculazione fin troppo spericolata, ma “il fine giustifica i mezzi” come avrebbe detto il principe di Machiavelli.

Il Principe di Machiavelli

Il Principe di Machiavelli

In realtà, l’Arte della parola, quella alla quale sarebbe più giusto riferirsi in ambito artistico, in effetti sarebbe l’Oratoria.
L’oratoria  non ha l’obiettivo  esclusivo di convincere un uditorio, ma è strumento (Organon Aristotelico), da impiegare insieme ad altri, (la Logica, la Linguistica, la Grammatica, la Filosofia, i Sillogismi ecc.), per instaurare con l’uditorio un rapporto essenzialmente estetico.
Quante volte abbiamo sentito dire, “come parla bene”, magari rivolto  ad un politico, ma come ho accennato sopra e tantissime altre volte, non è l’Estetica l’obiettivo dell’Arte, al limite è il contrario, l’Estetica, per  come la concepì Alexander Gottlieb Baumgarten, è una branca della filosofia che come scopo primario, ha l’obiettivo di decrittare l’Arte.
Non bisogna dimenticare che questo blog, nasce proprio attorno all’interrogativo per me fondamentale: Cos’è l’Arte? e a mio modo di vedere, ogni strumento, anche se patentemente  speculativo, può essere utile a capire.
La Retorica, che utilizza la parola con un obiettivo, e che può essere intesa anch’essa come una forma d’Arte, di conseguenza, è estremamente utile cercare i punti di contatto.
Il riflettore che ho voluto puntare sulla parola “Retorica”, vuol’essere principalmente un modo per mettere in risalto la potenza comunicativa insita nell’Arte.
La creazione dell’Arte, in modalità Retorica, subliminale, può essere una forma di comunicazione subdola, nascosta e per questo estremamente potente.
Non voglio entrare in un discorso psicologico troppo tecnico, ma è proprio in questo che Arte e Retorica quasi si toccano.

Comunicazione Subliminale

Comunicazione Subliminale

Subliminale, etimologicamente origina da “Sub” cioè “Sotto” e “Limen” cioè “Limite”, un’azione comunicativa che poggia su quelle sensazioni sotto il livello della coscienza, troppo deboli per essere riconosciute scientemente, ma che proprio in virtù di ciò possono indurre messaggi di estrema potenza, che raggiungendo direttamente il sistema limbico, non sono gestibili dal nostro “Io” conscio.
L’Io conscio ha vari nomi, a seconda della disciplina che entra in tema, ma in pratica, è costituito semplicemente da tutto quello che ci costruiamo a livello cognitivo attraverso cultura ed esperienza, che a qui tempi non mancava certo al popolo tedesco.
Non è il caso qui di affrontare gli studi su Hegel di Theodor Adorno, uno dei massimi esponenti e coordinatore della celeberrima “Scuola di Francoforte” – istituto che io cito spesso, perchè la considero la culla della cultura sociologica del tempo.

Theodor Adorno

Theodor Adorno

La scuola di Francoforte, fu importante anche perchè tra i tanti, aveva l’obiettivo di precorrere e preparare i tempi moderni, in ottica sociale ma anche evolutiva.
Adorno, dopo gli orrori della guerra, riprese in mano la “Scuola”, decimata nei componenti, dagli orrori della Shoah, e, ovviamente ebbe il problema di rivedere gli elaborati del Board (che oggi chiameremmo comitato scientifico), tutta gente che anche ora rappresenta un faro della cultura moderna.
Oltre al già citato Adorno. parliamo di Leo Löwenthal, Franz Neumann, Franz Oppenheimer, Eric Fromm, Herbert Marcuse, Walter Benjamin, Max Horkheimer, Friedrich Pollock e Jurgen Habermas (l’erede più significativo della scuola).
Dopo un grosso lavoro di riordino e revisione dei contenuti, Adorno disse una frase rimasta famosa, sicuramente durissima, ma che è giusto che riecheggi quasi ossessivamente, anche ai giorni nostri: “dopo Auschwitz, ogni filosofia idealistica che giustifichi la realtà, non ha più senso”.
Ho avuto molte occasioni per sottoporre quesiti diretti sul Nazionalsocialismo a studiosi tedeschi, a religiosi, sia cattolici che protestanti, ma anche a comuni cittadini, e devo dire che tutti sono accomunati dal medesimo riserbo.
L’ho sempre trovato un atteggiamento controverso, talvolta appare quasi come una latente vergogna, altre volte l’ho percepita quasi come una sorta di stizzita omertà, comunque, di certo non ho mai percepito indifferenza.
La cosa più strana, è che tutto questo, avviene ancora più di ottant’anni dopo, evidentemente, l’argomento è stato oggetto di una faticosa catarsi generale nell’opinione pubblica teutonica, magari indotta dalle autorità federali, ma non ancora del tutto elaborata.
Come ho già detto, sui motivi non voglio entrare (anche perchè non sarebbe questa la sede più adatta), ma i modi, invece sono estremamente calzanti per il contesto.
Tutti purtroppo sanno che, l’attore principale del Nazionalsocialismo, era Adolf Hitler, come leader del Partito nazionalsocialista dei lavoratori, maggiormente e tristemente noto come Partito Nazista, che al di la dei futuri sviluppi dittatoriali, in realtà passò attraverso regolari elezioni, nel 1933.
Nella neonata Repubblica di Waimar, generatasi sulle ceneri dell’impero, dopo la disfatta nella prima guerra mondiale, furono indette le elezioni esattamente il 5 marzo 1933 alle quali il partito Nazionalsocialista stravinse.

Elezioni Per il Reichstag tenute il 5 Marzo 1933
Partiti politici del Reichstag 6 giugno
1920
4 maggio
1924
7 dicembre
1924
20 maggio
1928
14
settembre
1930
31 luglio
1932
6 novembre
1932
5 marzo
1933
Partito Comunista (KPD) 4 62 45 54 77 89 100 81
Partito Socialdemocratico (SDP) 102 100 131 153 143 133 121 120
Partito di Centro 65 81 88 78 87 97 90 93
Partito Popolare Nazionale (DNVP) 71 95 103 73 41 37 52 52
Partito Nazionalsocialista

(NSDAP)

12 107 230 196 288
Altri partiti 98 92 73 121 122 22 35 23

Adolf Hitler

Adolf Hitler

chi dice che la Costituzione che nacque al decadere dell’impero, non fosse sufficientemente ben articolata, al punto di consentire in modo praticamente istituzionale, la nascita della dittatura Nazista, ma tant’è, il resto lo conosciamo bene, anche perchè, la nascita del “Ventennio”, in Italia, pur con i dovuti distinguo, in pratica, ricalcò quasi pedissequamente l’esperienza Tedesca.
Ciò che in questa sede mi interessa stigmatizzare, è la funzione portante che l’Arte ebbe nella propaganda usata per consolidare il progetto Hitleriano.
La cosa che rinforza questa affermazione, è che, uno dei ministri più importanti dell cancellierato Hitleriano, fu appunto il Ministro della Propaganda: Paul Joseph Goebbels, e non fu assolutamente un caso.

Paul Josef Goebbels

Paul Josef Goebbels

Tutto il sistema comunicativo messo in piedi da Goebbels, passava proprio attraverso la gestione dell’Arte e della cultura.
Quello che più volte ho ribadito nei miei articoli, è cioè che quando si parla di Arte, è da intendersi tutte le più ampie declinazioni della medesima: Poesia, Musica, Teatro, passando alle Arti visuali a quelle plastiche ecc, tutte attività che consentono di generare Arte e quindi di usare la sua potenza subliminale.
La propaganda Nazista conosceva bene questo assioma, analizzando con  attenzione le varie attività comunicative a sostegno del Nazionalsocialismo, si può notare che non venne trascurato alcun mezzo, per sfruttare la forte sensibilità del popolo tedesco a tutte le declinazioni dell’Arte.
Il motivo l’ho accennato prima, l’Arte è essenzialmente emozione, o meglio induzione dell’emozione, la creazione di stati d’animo, più o meno generalizzatima sempre estremamente profondi e basilari.

Main Kampf di Adolf Hitler

Main Kampf di Adolf Hitler

Il fatto che Hitler volesse essere un pittore, come lui stesso ha raccontato ampiamente nel “Mein Kampf” –  il suo libro autobiografico e manifesto del Nazionalsocialismo – è solo una parte della spiegazione di questo impegno a tutto campo sull’Arte come mezzo di propaganda.
Si narra che egli fosse un pittore di scarsissimo talento, che essendo stato rifiutato all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, avesse sviluppato una sorta di paranoia al riguardo, ma non fu realmente così.
Quello che realmente percepiva il Furer, proprio perchè aveva dimestichezza col mezzo pittorico, avendo realizzato realizzato centinaia di dipinti, alcuni dei quali recuperati a guerra finita e tutt’ora nelle disponibilità degli U.SA..
Effettivamente il consiglio che l’Accademia diede ad Hitler motivando il diniego, era assolutamente circostanziato.

Il Cortile di Adolf Hitler

Il Cortile di Adolf Hitler

Basta osservare uno dei tanti quadri del futuro Furer, per essere in accordo con la commissione dell’accademia, che gli consigliò di frequentare la facoltà di architettura, infatti la sua percezione della prospettiva è sicuramente inappuntabile.
Dobbiamo pensare che comunque a quei tempi, in pittura cominciavano ad affermarsi gente del calibro di Kandinsky, Mondrian, e più in la Chagall, Picasso e tutti i grandi dell’Arte moderna.
Non era caso un caso che questi maestri della ricerca artistica, del concetto, dello spirito, fossero invisi al dittatore.
Per noi ormai è assodato che l’Arte non è rappresentazione della realtà, o peggio quell’imitazione della realtà, che si toglie anche la minima  possibilità di essere mediazione artistica della realtà.
In Realtà Goebbels questo lo aveva già capito, e iniziò la crociata contro quella che comunicativamente era definita
Arte Degenerata (entartete Kunst), mettendola in controcanto all’Arte classica.
Aveva capito la potenza di quei lavori, della mente e del cuore di quegli artisti che stavano stracciando intere pagine di Storia dell’Arte, con esercizi di libertà e spiritualità che certo non erano gli obiettivi del regime Nazista.

Goebbels inaugura la mostra "Arte Degenerata"

Goebbels inaugura la mostra "Arte Degenerata"

“Arte Degenerata”, la definirono in occasione di quella famosa mostra (o meglio tristemente famosa), la mostra “Arte Degenerata” fu inaugurata nel 1937 a Monaco, e vennero esposte le opere non gradite al regime, che in quanto a degenerazione, sappiamo tutti, aveva ben poco da imparare.
Furono sequestrate ed epurate da Musei e “KunstHalle” opere di artisti che oggi consideriamo dei geni assoluti, molti artisti furono esiliati e, quelli di religione ebraica, avviati nei campi di sterminio.
Ma la guerra dell’Arte e all’Arte non si fermò alla pittura, ma Hitler e Goebbels sapevano bene che l’Arte vive in ogni disciplina, e scorre in mille rivoli trasportando anima e libertà, l’esatta antitesi di un regime sanguinario che tutt’ora sembra impossibile abbia potuto silenziare l’anima di un popolo considerato a ragione il più civile a quell’epoca.
La guerra totale non vide solo artisti disgustati da quella barbarie, ma anche geni della musica come Richard Wagner oltraggiati nella memoria, e con il consenso del figlio, Sigfried, amico di Hitler e Goebbels, viene eletta come la musica del regime, che erige un teatro Il “Festspielhaus” solo per suonare la musica di Wagner, libera da impuri, cioè da esecutori e direttori di religione ebraica.
Ma anche la danza venne sottoposta alle attenzioni del ministro della propaganda, che la finanziò sostanziosamente.

Mary Wigman

la coreografa Mary Wigman

A mero esempio non ci si può esimere dal citare i “Deus ex machina” della danza di regime: Rudolf von Laban, e la  sua allieva Mary Wigman che con la sua invenzione della “Tanz Drama”, adottando nelle sue performance musiche di Wagner e strutturando le sue coreografie quasi come azioni ginniche, schematiche, nel rispetto dell’antica tradizione dei danzatori teutonici, si legò a filo doppio alla struttura Nazionalsocialista, nella quale si riconosceva pienamente.
Ci sono moltissimi artisti che si compromisero, anche convintamente con il Nazionalsocialismo, come ad esempio Carl Orff, il musicista famoso per aver musicato i “Carmina Burana”, testi medievali scoperti in un antico monasteromedievale e che risulterebbero essere stati scritti da alcuni monaci.
Si configurano in canti monodici, strutturati in modo molto simile al canto gregoriano, ma dai contenuti tutt’altro che liturgici.

Carl Orff

il musicista Carl Orff

I Carmina Burana, nell’intento di Orff devono richiamare emozioni ancestrali, io oserei definirli “subliminali”, e specialmente nel famosissimo “O Fortuna” sembra esserci pienamente riuscito.
Ci sono molte leggende (o verità collaterali), sul Nazionalsocialismo, che la sua controversa ascesa al potere e le efferatezze che tutti ben conosciamo, sembrano confermare, ma come ho scritto sopra, questo è un argomento delicato e non siamo nella sede giusta per ragionarci sopra.
La cosa estremamente importante, che invece mi piace sottolineare, è il “sacro terrore” che Hitler e i suoi accoliti mostrarono nei confronti dell’Arte, e verso quegli artisti che cominciavano a prendere coscienza della forza protettrice dei loro lavori, dello Spirituale nell’Arte che citava ripetutamente Vassily Kandinsky, sempre sostenuto da Piet Mondrian e da molti altri artisti del Bauhaus.
Ne ho parlato diffusamente in vari articoli, ed in particolare su “Artista o Sciamano“, credo proprio che possa essere in quella scintilla di Luce Universale, che risiede la vera essenza dell’Arte.

Chi continua a parlare di Arte solo come sinonimo di “Bello” mente, spesso, neanche sapendo di mentire.
“L’Arte è Magia liberata dalla menzogna di essere verità”, diceva lucidamente Theodor Adorno, e chi mente sapendo di mentire, invece, non solo fa un danno, ma lo fa volontariamente e questo, è molto più grave.
Diceva sempre Adorno, “Il tedesco è una persona che non può dire una bugia senza crederci”, evidentemente aveva capito molto di più di quello che gli viene normalmente attribuito, sul Nazismo e su molto altro della Germania del suo tempo.
Un argomento sul quale si potrebbe dire veramente molto, ma come ho sempre detto, questo sarebbe tutto un’altro articolo.

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