Arte e Pensiero

Posted in Filosofia dell'arte on agosto 23rd, 2016 by Francesco

di Francesco Campoli


Eccomi finalmente di nuovo su Sculturaecultura, torno dopo un bel po’ di tempo per condividere nuove ed importanti riflessioni, che in questi, per me molto complessi mesi, sono tornate prepotentemente all’ordine del giorno.
I mesi trascorsi, sono stati pieni di difficoltà fisiche ed emotive, alcune oggettive, alcune esistenziali, talaltre indotte dall’indole tipica degli artisti.

Immanuel Kant

Immanuel Kant

Come accennavo, tra le difficoltà, interviene ovviamente anche la mia inclinazione personale, analitica e iterativa, che mi porta a indagare perennemente dentro e intorno a me, oltre che a cercare di comprendere le dinamiche più universali, che ci vedono tutti, sempre e comunque, parte attiva e di complemento. sono molte condotte attraverso le quali esercitare questa primaria modalità cartesiana, quel processo che per convenzione è definito “Pensiero Razionale”, per dirla con Immanuel Kant alla “Ragion pura”, personalmente, preferisco cercare delle vie alternative.

Cartesio

Cartesio

La filosofia Cartesiana, in questo esercizio di “osservazione”, un esercizio basilare, (tanto è vero che il suo saggio fondamentale è “Discorso sul Metodo”, nel quale Renè Descartes (Cartesio), mutuando molto dai concetti socratici, suggerisce una linea di condotta nella ricerca, fondata su basi razionaliste alle quali, in tempi piu recenti, attinse anche Karl Popper per argomentare sul suo “Razionalismo critico”.

Il filosofo Karl Popper

Il filosofo Karl Popper

approccio, seppur sufficientemente razionale, nella mia visione, lo definirei piuttosto teoretico, come in fondo è anche giusto, essendo stato scritto in chiave soprattutto filosofica.

La via para-mistica, seppur contrapposta ad ogni forma di teologia di Immanuel Kant, è senz’altro compendio integrativo fondamentale in questo genere di attività, ma alle forme di pensiero essenzialmente speculativo, io preferisco quella metafora maggiormente operativa, generalmente nota come Arte, seppur andrebbero fatti ulteriori distinguo, che non ripeto in quanto trattati in altri articoli sul blog.
Non ho usato il termine metafora a caso, etimologicamente, metafora deriva dal greco Metà (tra) e da Phérein (portare) in pratica “portare tra”, trasportare.
Già dal nome si intravvede una pratica attiva, più aderente alla mia mentalità e al mio modo di essere, tesa a rappresentare un impegno concreto, fattivo, utile ad un auspicabile percorso evolutivo, a livello sociale, ma anche e soprattutto a livello universale (L’Arte è Transculurale).

Il trasporto, sempre metaforicamente ha bisogno di mezzi, strade e ponti, io l’Arte la intendo come un ponte (talvolta l’ho definito tunnel), che può servire in modalità biunìvoca, trasportare essenza di universo (o meglio di universalità), o rappresentare la Via, attraverso la quale, chi ne fruisce, può raggiungere quell’essenza di universalità, che esiste nell’universo profondo, perché questo è piu che altro una sensazione dentro di noi, in quanto, non potendolo percepire sufficientemente coi sensi, ne abbiamo più che altro una percezione teorica piuttosto che una reale coscienza .
Noi, essere magico nel consesso globale, Ente che accomuna il macrocosmo e il microcosmo, altra condizione che l’Essere umano vive con scarsa consapevolezza, condizione dalla quale scaturiscono molte delle nostre paure.
Una fosca condizione che si fa chiara di fronte ad un qualsiasi orizzonte.
Tutti abbiamo provato, magari in modo inconscio, quel senso di infinito guardando l’orizzonte, quell’orizzonte che a pensarci bene è un’altra metafora, messa lì per aiutarci a comprendere la vastità del nostro pensiero, che, basta rifletterci, è in grado di vedere ben oltre quello che vedono i nostri occhi.
Anche in cima ad un faro, pur se l’orizzonte si allarga considerevolmente, purtroppo, abbiamo un limite ottico, ma, è sufficiente andare col pensiero oltre il limite dell’orizzonte, per razionalizzare che, oltre quella linea ottica, c’è il resto del mondo.

Universo

Universo

Ma a voler meglio riflettere, oltre quel mondo che si è venuto a delineare nella nostra mente, c’è l’intero universo, e attraverso il pensiero, possiamo viaggiare all’istante, sin nel luogo (non luogo) più lontano.
Con questo ci possiamo rendere conto, che quello è un luogo/non luogo, un luogo che prende corpo proprio in quanto da noi pensato.
Quello dentro di noi, è quel luogo/non luogo che a primo impatto non sappiamo definire meglio, e che, proprio per questo, è un luogo in noi dove spesso ci sentiamo persi.
Quell’universo interiore, che nessuno, spesso neanche noi stessi, ha mai esplorato, un luogo dove, nonostante l’immensità che rappresenta, siamo noi il “Genius Loci”, e proprio per questo, il luogo nel quale ci rendiamo conto dell’immensa responsabilità che costituisce un universo permeato della nostra essenza, un luogo nel quale possiamo giocare a fare Dio.
Se solo riflettessimo profondamente su questo concetto, ci renderemmo conto del legame indissolubile tra il noi e quell’universo, quel luogo/non luogo nel quale il Noi e l’Universo si toccano e si fondono, proprio come nel concetto magico di Microcosmo e Macrocosmo.

Hart of the heart Francesco Campoli

Hart of the heart scultura di Francesco Campoli

Per me “Fare Arte” è tutto questo, voglio creare ponti verso luoghi e non luoghi, costruirli, descriverli e metterli a disposizione dell’intera umanità, l’Arte si può fare con la penna, scrivendo una poesia, con le note articolando suoni e silenzi in melodie e sinfonie, coi colori ed il pennello in un quadro oppure dando vita (e spirito) alla materia realizzando una scultura.
Questo vale per tutti gli artisti e in tutte le Arti, all’unica ovvia condizione: Che sia vera Arte, ma questo, come sempre, è tutto un altro articolo.

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