Arte e Intelligenza Artificiale

Posted in Filosofia dell'arte, Tecnica Vs Concetto on aprile 29th, 2023 by Francesco

di Francesco Campoli

Come succede oramai costantemente da qualche anno, l’Informazione “Mainstream“, ogni tanto si satura di un particolare argomento, questa volta sembra essere proprio l’ora dell’Intelligenza Artificiale.
Avrà colpito tutti che non esiste angolino della Comunicazione mediatica, dove non si richiami l’attenzione della Pubblica Opinione su questo argomento, l’Intelligenza Artificiale viene tirata in ballo anche se si tratta delle ricette dei Tagliolini al Tartufo.
Quando questo fenomeno accade, normalmente è facile sospettare una strategia comunicativa coordinata, ma siccome non amo essere annoverato tra i complottisti, cercherò di chiarire meglio alcuni aspetti, tanto per aiutare me stesso e i lettori a decrittare eventuali “Fake news“.
Per non cadere io stesso nel “Mainstream“, avrei dovuto specificare meglio: “La cosiddetta“, Intelligenza Artificiale o addirittura, “Le Intelligenze Artificiali”.
La definizione di “Intelligenza artificiale”, infatti è molto diversa a seconda delle varie declinazioni della stessa, prendiamo il caso della definizione dell’enciclopedia “Treccani”:
“Si chiama Intelligenza Artificiale (A.I.) quel settore dell’Informatica che studia la possibilità di costruire computer che siano in grado di riprodurre il funzionamento di alcune capacità della mente umana o, nel caso della cosiddetta “Intelligenza Artificiale Forte”, dell’intero pensiero umano”.

Occhio di HAL9000

"Occhio di HAL9000" nel Film 2001 Odissea nello Spazio

L’enormità di ciò che troviamo scritto nella definizione sulla Enciclopedia “Treccani“, di solito molto circostanziata e prudente, deve farci pensare sull’impreparazione di chi scrive sull’argomento:
Se fosse possibile una tale tecnologia, saremmo veramente molto più avanti di quanto in realtà siamo, ma quello che mi ha spinto ad affrontare l’argomento su “Sculturaecultura“, è che nella Comunicazione, si parla disinvoltamente e in tutte le salse, di “Intelligenza artificiale” in grado di produrre “Opere d’Arte”.
Qualche zelante “Pennivendolo“, più sensazionalista degli altri, si spinge addirittura a sostenere che la Intelligenza Artificiale, molto presto sostituirà completamente gli Artisti.
Sparare corbellerie più grosse di quelle che sarebbe “comunemente civile”, ormai sembra diventata pratica comune, chi afferma cose del genere, evidentemente o vuole veramente esagerare o non è consapevole della sua ignoranza, sino al sospetto di malafede.
Io come sempre non potevo esimermi dal proporre la mia solida e ragionevole “via Maieutica” su questa “Vexata quaestio“.
Il tema centrale, tanto per sintetizzare, è assolutamente il solito e si riassume nella domanda: “Cos’è Arte ?” il Focus dal quale origina tutto questo mio Blog.
Gli affezionati lettori di Sculturaecultura, sanno bene che la risposta non può che essere sempre piuttosto articolata e complessa, praticamente, ogni Articolo presente qui su “Sculturaecultura“, si prefigge di fare luce su questo controverso argomento.
Definire l’Arte è sempre molto complicato e, come più volte ho accennato, il Concetto di Arte, ad esempio, è sempre legato alla Cultura di riferimento e soprattutto ha una sua evoluzione in senso “Storico”, cambia cioè col passare dei secoli, ma avrei anche potuto dire “dei giorni”, visto che procede di pari passo con la Coscienza Sociale e Antropologica delle Comunità.

mirò

Arte la rappresentazione secondo Joan Mirò

Tutte le riflessioni e i resoconti storici che ho proposto negli anni, in tanti articoli precedenti, in origine servivano prima di tutti a me stesso, per capire come col mio lavoro di Artista, avrei potuto contribuire realmente al movimento Artistico dare un apporto che potesse essere veramente mio.
In questo concitato periodo storico, ha contribuito moltissimo ad ingigantire la già grande confusione generale sull’Arte, l’evoluzione avuta da “Midjourney“, che è una Applicazione che, come tante altre, poggia su una complessa architettura di “Algoritmi” tra i quali, alcuni, di originati dagli studi sull’Intelligenza Artificiale.
A differenza di “Chat Gpt“, applicazione anch’essa molto nota in questo campo, invece di rispondere all’ interlocutore con un Testo (che spesso si rivela abbastanza cervellotico), produce immagini (anche Iperrealistiche) apparentemente coerenti con il “Prompt“, cioè la domanda che viene inserita dall’utente nell’Interfaccia.

Midjourney

Midjourney l'Interfaccia

Ma andiamo per ordine, ogni volta che ci troviamo di fronte ad un Computer, dobbiamo sempre tenere presenti le moltissime persone che sono state coinvolte nella “Programmazione” del codice che li fa funzionare, che in genere sono Team più o meno numerosi e multidisciplinari.
Alcune delle “Software house” che fanno questo genere di lavoro le conosciamo bene, anche perchè i titolari, hanno ormai una pervasività mediatica tale, da essere ogni giorno sui giornali di tutto il mondo.
Microsoft, Google, Apple, IBM, Adobe, Oracle, ecc, hanno in mano i dati presenti nei nostri P.C.
Dall’avvento del cosiddetto Web 2.0, cioè da quando gli “applicativi” si sono trasformati in Web service sul web, le “Web application“, gli E- Mail service, i vari Cloud, ecc. gli risparmiano anche la briga di doverli copiare in giro con i cosiddetti “Bot”.

Cloud computing

Schema del Cloud computing

Elon Musk

Il Nostro Garante per la Privacy, nei giorni scorsi ha prodotto un comunicato piuttosto minaccioso, puntando il dito verso il servizio “Chat GPT“, che aveva addirittura portato al blocco di questa applicazione di Intelligenza Artificiale dal territorio Italiano.
Chat GPT è una delle A.I. di nuova generazione, ad oggi tra le più famose, è un progetto/Brand di  “Open A.I.” (Società Fondata da Elon Musk e attualmente nelle mani di Microsoft), che dietro compilazione di una richiesta testuale (i “Prompt” appunto) elabora risposte, sotto forma di testo ad essi coerente, riferendosi ad una enorme base di dati.
La questione sollevata dal “Garante per la tutela dei dati personali“, riguardava principalmente  la mancanza di chiarezza nella gestione dei “Dati sensibili“, che la piattaforma acquisisce, ma ad oggi sembra ormai tutto chiarito, visto che l’applicazione è tornata tranquillamente a funzionare anche per gli utenti italiani.
Sopra ho citato “En passant” il supercalcolatore “HAL 9000“, inquietante protagonista cibernetico del profetico film “2001 Odissea nello spazio” del 1968, del regista cult “Stanley Kubrick“, genio creativo prestato alla filmografia, che fu l’assoluto antesignano della questione Intelligenza Artificiale.

2001 odissea nello spazio

2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick

L’intelligenza Artificiale nei Computer, già al tempo generava grandi inquietudini, non mi soffermo sul livello di questo film, che meritatamente entrò da subito nella storia del cinema (come diversi altri capolavori di Kubrick), vincendo anche un Premio Oscar.
Lo consiglio a chiunque non lo avesse mai visto, anche solo per la fantastica colonna sonora, “2001 Odissea nello Spazio“, è fondamentale per rendersi conto che questa ancestrale paura, di essere surclassati o addirittura resi schiavi delle Macchine cibernetiche non è nata certamente in questi giorni, parliamo di una narrazione catastrofistica che nel caso di specie, origina nel 1968, cioè più di 50 anni fa.

Stanley Kubrick

Stanley KubrickKubrick

Attraverso il film, Kubrick sollevò enormi interrogativi, che oggi ancora riecheggiano, si sente di nuovo parlare di “Emergenza Intelligenza Artificiale”, ma oggi, si ha la sensazione che quello che allora appariva piuttosto fantasioso, possa veramente accadere.
Puntando il dito verso i giganti dell’informatica dell’epoca (I.B.M. in testa), Stanley Kubrick prospettò scenari che troviamo riproposti oggi, ma siccome a dispetto di quello che si legge, un reale impatto socio/Antropologico sulla nostra Società è al di la di essere imminente, non foss’altro per i limiti tecnologici che sono ben al di la dall’essere superati, questa campagna comunicativa così battente e dai toni ansiogeni, io lo leggo come uno dei tanti tentativi per destabilizzare le già instabili masse.
Dall’alto della sua geniale creatività, Kubrick raccontò da par suo quell’ansia latente che ancora scopriamo più viva che mai, dando l’idea che sia un vulnus strutturale nella nostra struttura mentale.
Kubrick nonostante i limitati mezzi cinematografici dell’epoca, in un contesto evidentemente fantascientifico, con la poetica incalzante che lo ha sempre caratterizzato in tutta la carriera, raccontò una storia incredibile per l’epoca.
Il film vedeva protagonista una “Intelligenza Artificiale” ribelle, alla quale era delegata la gestione di una astronave in viaggio verso Marte, con una dinamica narrativa che all’epoca definirei praticamente profetica, visto che il semplice concetto di Intelligenza Artificiale  era veramente difficile da comprendere per il pubblico, dato lo sviluppo dell’Informatica era assolutamente agli albori.

Informatica, una nuova frontiera del pensiero umano

Informatica, una nuova frontiera del pensiero umano

Alla luce della piccola guerra del Garante italiano per la privacy, all’Intelligenza Artificiale, ci siamo resi nuovamente conto che la paura delle “Macchine da calcolo“, nonostante l’integrazione ormai cogente dell’Informatica nella nostra vita, non solo persiste, ma anzi, possiamo dire che inopinatamente è addirittura peggiorata.
Nella coscienza di massa, certe paure, purtroppo albergano maggiormente dove l’ignoranza e la superficialità regnano  incontrastate.
Manca la consapevolezza della nostra forza Spirituale e dei mezzi intellettivi, bagaglio essenziale del nostro intelletto e della nostra Anima.
Una narrazione fondata sulla Menzogna, come quella alla quale stiamo assistendo in questi giorni, caparbiamente mirata contro L’Arte e gli Artisti, ha tutto l’aspetto di una macchinazione diabolica.
Il mood dei vari articoli sull’ Intelligenza Artificiale, apparsi praticamente ovunque in questo periodo, ha quasi sempre lo stesso tenore, una comunicazione concertata per essere usata in modo ingannevole, ha l’evidente impronta di Arimane, una comunicazione sempre più vicina alla cultura materialistica, che sta dilaniando la società dei nostri giorni.

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II ci ha sempre messi in guardia dal sottovalutare gli artifici del male, dalla visione semplicistica nella quale  il diavolo non esiste e il semplice pensarlo sarebbe da creduloni.
Escludere a priori che il maligno possa tessere oscure, sofisticate, strategie, per fare il suo “mestiere”, può essere molto pericoloso.
Non sono qui a trattare un argomento così complesso e controverso, tra l’altro non ne ho alcun titolo, a parte alcune passate esperienze personali, voglio solo ricordare che certe manifestazioni, che apparentemente sembrerebbero da attribuire solo alla “cattiveria umana” (come ad esempio il Nazismo), potrebbero aver avuto origini ben più complesse di quelle che a prima vista possono apparire.
Il maligno si può presentare sotto varie forme, possessioni, incarnazioni, ma anche semplicemente tramite la sollecitazione di devianze latenti della natura umana.
Tutti conosciamo bene le attività “Luciferiche”, dove il male lavora prevalentemente sulle dinamiche distorte dell’Ego umano, ma le attività diaboliche di estrazione Arimanica, invece, hanno a che fare con il Materialismo e l’avidità che caratterizzano la Società attuale ovunque nel Mondo, un vero veleno spirituale per l’Essere Umano.
Ci sono uomini nelle cui mani si concentrano enormi risorse finanziarie, potere e controllo, qualcosa che in questo senso assomiglia molto al “lavoro” del malefico.
Possiamo dire che le trame di Arimane, sembrano proprio ciò che ogni giorno di più si va delineando nella nostra Società proprio a partire dal mondo dell’Informatica.
Le inquietanti persone delle quali stiamo parlando, hanno conquistato un potere pervasivo e tracotante, molto rapidamente, perché supportato dagli enormi guadagni che le Web Technologies gli hanno consentito di accumulare.
Questi personaggi, dei quali non voglio nemmeno pronunciare i nomi, senza nessun titolo, pontificano su tesi e scenari futuri, atteggiandosi a guide del nuovo corso mondiale, cosa che per ruolo non gli compete affatto.
Ho già detto che di solito non mi annovero tra i “Complottisti, ma credo di possedere una ottima capacità deduttiva, oltretutto, i ripetuti Alert, che nel tempo ci sono arrivati dalle grandi anime, anche del mondo li considero messaggi da non trascurare e non mi riferisco solo a San Francesco, che comunque Papa Bergoglio ha voluto rievocare con la scelta del suo nome Pontificale.
Da sempre l’Arte è stata una grande alleata dello Spirituale, sin anche evidenziando una stretta commistione nei ruoli, tanti Artisti furono religiosi al contempo lavorando sempre con Dio nel cuore.

Beato Angelico patrono internazionale degli Artisti

Beato Angelico, Frate Domenicano, Artista, Patrono Universale degli Artisti

Basta fare un giro per la nostra Italia, nelle sue chiese, nei suoi musei, tantissime delle Opere d’Arte esposte, sono testimonianze preziose di questa millenaria Alleanza.
Per non ripetermi circa Vasilij Kandinski, o Piet Mondrian, voglio ricordare la famiglia Bach nel mondo della Musica o,  Wolfgang Amadeus MozartPierluigi da Palestrina, ecc. come ripeto sempre, l’Arte è in ogni Arte, non serve citare solo artisti plastici e visuali.

Pierluigi-da-Palestrina

Pierluigi da Palestrina

Vaticinare una imminente fine degli Artisti e dell’Arte, sostenendo che essi possano essere sostituiti equalitariamente dall’azione meccanica di un Computer, è la vera negazione dell’Arte, della sua valenza spirituale, un altro di quegli indizi dello sfrontato “Mentire” che ci dovrebbe immediatamente far aprire gli occhi.
Cercare di neutralizzare l’Arte, strumento da sempre al servizio del Bene, è un’altra mossa subdola per indebolire la presenza salvifica dello Spirito nel mondo, preparando il terreno a Scenari “alternativi”.

Piet Mondrian

Piet Mondrian

Il primario indizio di una azione concertata del mondo del male, è il costante ricorso alla menzogna, il parametro più evidente, presentare come ineluttabili verità, cose che palesemente non hanno ne capo e ne coda, ha lo scopo di forzare la credulità popolare, il che purtroppo non è solo indice di una decadenza della Coscienza Sociale, ma l’evidenza dello sfruttamento strategico di carenze nella genesi del Pensiero.
Tra l’altro va detto che non è che parliamo di una invenzione comunicativa particolarmente innovativa, i Retori, usavano questo artificio già in epoca Ellenistica, in un discorso pieno di incontestabili ovvietà, inserivano la tesi che volevano sostenere, in modo che assumesse uno “Status di affidabilità” che gli derivasse dal contesto credibile che avevano preventivamente preparato.
Papa Francesco recentemente durante il suo Viaggio a Manila, ha puntato il dito sulle continue manifestazioni di presenza del maligno, anche lui lo definisce “Il padre della Menzogna“, richiamando da par suo la nostra attenzione sulla diabolica pratica del “Mentire”, è molto chiaro nel seguente Video.

Papa Francesco

Papa Francesco "Il maligno è il Padre della Menzogna"

La consapevolezza nell’opinione pubblica, che molti degli scenari preconizzati da Kubrick sembrano purtroppo concretizzarsi, contribuisce ad amplificare queste tristi fobie.
All’epoca del lancio del Film, si ipotizzò addirittura che l’acronimo “H.A.L.” derivasse dalla traslitterazione del Logo “I.B.M.” :
Prendendo le lettere precedenti (nell’ordine alfabetico) a quelle che compongono I.B.M. traslitterando (I → H,  B → A, e  M → L) si ottiene appunto H.A.L.
Arthur C. Clarke coautore della sceneggiatura insieme a Kubrick, smentì seccamente tale fantasiosa supposizione, ribadendo quanto già chiarito nel suo libro (“La sentinella“, quello dal quale in seguito nacque il film),  H.A.L. deriverebbe dall’abbreviazione di “Heuristically Algoritmic programmed computer”.
quasi 60 anni dopo, appare come una definizione praticamente divinatoria.

2001 Odissea nello Spazio

2001 Odissea nello Spazio

In realtà la tecnologia sulla quale si basa questa Intelligenza Artificiale (ma sarebbe più corretto chiamarla Machine Learning), è l’applicazione all’informatica delle Reti Neurali di tipo “Transformer” , che con l’ausilio di vari Algoritmi, sembrerebbe conferire alle Macchine la capacità di fare scelte autonome.
L’allocuzione Intelligenza Artificiale, per come è usata in questi giorni è più o meno una Etichetta di Marketing, estremamente generalista, in realtà di Reti Neurali, ne esistono una pletora, la “Transformer” è solo una di queste complesse strutture logiche.
Queste strutture logiche simulano “grosso modo” la risposta delle connessioni neuronali naturali, che proprio per questo, sono molto studiate nelle “Neuroscienze” e sono applicate nella ricerca in Pedagogia e in Neuropsichiatria.

neuroscienze

Le Neuroscienze, lo studio delle dinamiche psico-emotive del Cervello

La rete neurale “Transformer” è un tipo di Rete Neurale molto specifica (senza entrare nelle curve di questo argomento piuttosto complesso), nella versione “Transformer 3″ (Generative Pre-trained Transformer 3), è stata progettata per essere utilizzata in applicazioni inerenti il Linguaggio Naturale Umano (NLP, Natural Language Processing).
I nostri Navigatori satellitari (anche quelli dello Smartphone), applicano diffusamente questo genere di architetture (ad esempio quando calcolano i percorsi, come ci sono Reti Neurali utilizzate per definire i “Modelli previsionali” sui quali si basano le “Previsioni metereologiche“, Reti neurali molto diverse dalla “Transformer”, più adatte ad operare in “Sistemi Caotici” com’è l’Atmosfera del nostro Pianeta.
I nostri “Liners” più moderni, attraversano i mari e i cieli di tutto il mondo con l’aiuto delle moderne Previsioni meteorologiche.
L’applicazione messa a punto da “Open A.I.”, funziona basandosi appunto sul cosiddetto “Trasformatore pre-allenato”, il modo di “Ordinare” e di “Richiamare” l’immensa mole di informazioni disponibili, in modo da individuare quelle coerenti con una determinata frase di ricerca.
Non è affatto un caso che queste Applicazioni di “Intelligenza Artificiale”, abbiano una “interfaccia utente” che origina l’elaborazione a partire da una “descrizione testuale”.

chatgpt tecnologia apprendimento

Chat G.P.T. risponde anche su se stessa

Dalla frase che introduciamo nel box testuale, la Struttura Neurale cibernetica, applicando una serie di Algoritmi (in piccola parte anche Euristici), attua una scrematura statistica tra i vocaboli dei quali dispone, in base ad altri algoritmi, costruisce dei Testi, basandosi su regole statistiche messe a punto confrontando tutti i testi dei quali può disporre.
L’apparente successo di queste Applicazioni è funzione dell’immensa mole di dati che gli sono stati fatti “digerire”:
Testi, Libri, Email, Discorsi, Notiziari, Giornali, è questo il motivo per il quale, si cerca sempre di più di espandere le “Basi di dati”.
Dopo una robusta elaborazione “Chat G.P.T.”, produce un risultato testuale, talvolta estremamente suggestivo.
Uso la definizione “Suggestivo”, in quanto, è proprio la “vicinanza” della risposta, con la struttura del nostro linguaggio naturale (grazie alla Rete Neurale Transformer), riesce a suggestionarci a tal punto, da sollecitare la nostra percezione in modo estremamente emozionale, come avviene nella modalità alla quale siamo abituati dalla nascita.
La simulazione di “Intelligenza” nel testo di risposta, non è poi neanche troppo Artificiale, dato che nell’ultima versione, sembra sia stato introdotta nel processo una fase di validazione postuma, una sorta di “supervisione umana” che verificherebbe la coerenza del testo prodotto.

controllo A.I.

A.I. controllo umano

In realtà, come detto sopra, il testo che si riceve in risposta, ha basi essenzialmente statistiche derivanti da una approfondita analisi sulla consequenzialità e la ricorsività delle parole.
La “Rete Neurale Transformers”, in questa applicazione produce un testo di elevatissima attendibilità statistica, basata su enormi quantità di contenuti coerenti con l’argomento in oggetto.
Questa elevata “attendibilità statistica” sulle probabili sequenze di parole,  la loro interazione nella “Nuvola dei vocaboli” (words cloud), ci fa sembrare questo genere di testo assolutamente accettabile, coerente con ciò che abbiamo digitato e in accordo con le regole grammaticali e semantiche alle quali siamo abituati.
Il testo prodotto da Chat G.p.T, risulta particolarmente attendibile, con il maggior numero di informazioni inserite nella stringa che diamo in “pasto” all’Interfaccia.
Nelle specifiche applicazioni di elaborazione grafica, come  Midjourney, il processo è molto simile, solo che al Prompt testuale, con grande dispendio di potenza di calcolo (che richiede anche un discreto tempo),

Prompt Manager di Midjourney

Il Prompt Manager di Midjourney

l’applicazione produce quattro immagini, che risultano coerenti con la “descrizione testuale” inserita dall’Utente. Queste immagini possono essere ulteriormente rielaborate, in proprio con i classici programmi di grafica “Stand Alone”, come Photoshop, Gimp, Corel Draw, Illustrator ecc. oppure rimettendosi in coda nell’applicazione, cercando di adeguare meglio il “Prompt”, verificando che vengano prodotte immagini più vicine ai nostri desiderata.
Lungi da me la volontà di sminuire il grande lavoro di programmazione informatica, in se molto interessante, ma questa applicazione usa una serie di algoritmi per elaborare immagini, già presenti nei Database di riferimento, quindi le sue scelte, non sono per nulla creative, di conseguenza come possono essere minimamente paragonabili a quelle “Create” da un Artista.
Come accennato sopra, la “Rete neurale Transformers” riferisce circa immagini disponibili, coerenti con il Prompt digitato e che rispondono ai parametri statistici definiti, l’algoritmo farà il resto.
Alle immagini scelte, su indicazione dell’utente si può eventualmente applicare anche lo stile grafico di un Artista specifico.
Se ad un Prompt si aggiunge  “In style of Kandinsky”, si andrebbe ad attivere un Algoritmo che applicherebbe il “Modello grafico” del “Maestro dello Spirituale nell’Arte“, una sorta di sintesi Grafico/Statistico ad emulazione dello stile di Vasilij Kandinsky (o di qualsiasi altro pittore che si volesse ricalcare).

Fuga di Vasilij Kandinsky

"Fuga" di Vasilij Kandinsky

Non credo esista nulla di più meccanico e meno “artistico” del processo che ho appena descritto.
Chi cita le immagini prodotte con l’Ausilio di “Midjourney”, accostandogli l’aggettivo “Artistico”, proferisce una Blasfemia multipla:
Nella operazione Informatico/Statistica, ovviamente non vi è nulla di Creativo, ogni immagine elaborata deriva da qualcosa che è già presente nei Database che sono stati forniti all’Intelligenza Artificiale, questo è l’esatto opposto di ciò che fa un Artista.
Negli articoli che ho letto si  confonde l’Arte con la Pittura, come se fossero sinonimi, quando la Pittura è solo una delle  tecniche con le quali si può fare Arte, quando rileviamo questo errore, evidentemente chi scrive o parla o è un totale incompetente o la superficialità è la sua linea guida di elezione.
Molte volte in questo Blog ho citato le Muse, alle quali può essere ricondotta ogni specifica forma artistica, in ossequio al rispettivo mito e dalla specifica Genesi.

muse ispiratrici dell'Arte

"Muse dell'Arte" - Museo deriva proprio da Muse

Parlando di Arte in modo così superficiale e poco competente, si dimentica che la produzione artistica spazia dalla Poesia, alla Scultura, alla Musica, alla Danza, ecc. non vedo proprio come queste attività creative e interpretative, proprie dell’identità umana dalla notte dei tempi, possano essere declinate tramite degli Algoritmi statistico/informatici, è già complesso farlo se si dispone di una Intelligenza Vera, se non la si usa nella maniera corretta.
Un team di persone spesso assolutamente avulse dalla Storia dell’Arte, costruisce elaborazioni tramite un Computer, da sempre definito un “Cretino veloce”, perchè la sua funzione peculiare è l’enorme rapidità nell’esecuzione di calcoli e funzioni matematiche.
Attingendo ad una “Palette” di Opere visuali create da persone le più diverse, nelle epoche più diverse – che tra l’altro non tutte sono realmente realizzate da veri Artisti – al massimo è una pura operazione “grafica”.
Non mi sento di offendere i Grafici, che pure non sono Artisti, sono professionisti che per formazione sono vicini a degli Illustratori, quindi non hanno nulla a che vedere con l’Arte.
Chi scrive di questi argomenti e arriva a dire che si tratta di macchine (o web application), che producono Arte, usando l’Intelligenza Artificiale, si dovrebbe vergognare nel firmare il proprio pezzo, non solo perchè offende gli Artisti nel loro impegno di una vita, ma perchè offende l’Intelligenza (Quella vera che Dio ci ha donato), i Lettori/Spettatori, che non sono ignoranti e superficiali come questa gente crede, e comunque, per primario imprinting umano, di fronte ad ogni rappresentazione, le persone si aprono sempre emozionalmente, e questo deve essere imprescindibilmente rispettato.
Chi fa il giornalista di “professione” ha il dovere di informare correttamente, dovrebbe essere sempre dalla parte dei  lettori perchè gli conferiscono questa importantissima delega ad indagare, non ad ingannare.
Dopo aver scritto una baggianata così colossale, come minimo, deontologicamente si dovrebbe avere la creanza di rimettere il proprio tesserino all’Albo professionale.

Carta Stampata

La "Carta Stampata" i grandi Quotidiani

Il flusso di informazioni sul “Web”, purtroppo ormai comprende anche i grandi Quotidiani, la cosiddetta “Carta stampata”, che una volta rappresentava anche una sorta di garanzia di affidabilità della notizia, per inseguire le dinamiche “Acchiappaclick”, sempre più spesso ha completamente abdicato alla sua fondamentale funzione professionale.
Complice l’utilizzo superficiale degli Hastag nei “Social Media“, si è generato un grande “Fritto misto” informativo, che non è affatto sottoposto alla verifica della veridicità delle fonti, cosa che e sempre stata il segno distintivo della professione Giornalistica.
Io reputo che il mio lavoro Artistico abbia radici profonde nella Cultura del mio tempo, che risente in pieno della enorme eredità storica della quale sono assolutamente consapevole, come si può minimamente parlare d’Arte se a produrre immagini è un computer, per quanto guidato da algoritmi assolutamente ben ingegnerizzati.
Il movimento Artistico Contemporaneo, anche se talvolta può apparire, non genera mai contenuti svincolati dalla realtà, non foss’altro emotiva ed emozionale, senza poi trascurarne mai l’ apporto sociologico, che è componente fondante dell’Arte Contemporanea.
Non esiste nulla di più deleterio di un’Arte che si piega al flusso comunicativo generale, su “Sculturaecultura” ho più volte stigmatizzato addirittura la figura del “Committente“, proprio perchè cozza con il concetto di Artista nel quale mi riconosco.
Lavorare sotto precise direttive altrui, sottomette l’Arte al ruolo di mero artigianato, di una prestazione d’Opera manuale, magari anche di altissima qualità, ma che rappresenta una completa abdicazione a quel “Processo creativo” che invece è caratterizzazione dell’identità creativa dell’Artista, nel processo sopra ampiamente descritto, di “Processo Creativo” non si può minimamente parlare.
Il percorso creativo di un Artista, è sempre in continua evoluzione, in virtù della continua evoluzione del concetto di Arte.
Questa parola fondamentale è assolutamente sovrautilizzata, oserei dire abusata, violentata nel suo significato profondo e reale, figuriamoci se può anche essere riferito agli elaborati di un Computer.
Il “mood” ineludibilmente per praticare la nostra professione, è sicuramente la “Creatività” e quella non può essere in alcun modo standardizzata, sarebbe praticamente un ossimoro.
Nella mia concezione Arte è sinonimo di “Pensiero”, la forma più elevata del Pensare, più volte ho ribadito che l’Arte è  concettualmente vicina alla “Filosofia“, che sicuramente non è una scienza esatta, ma è il metodo migliore di esercitare la disciplina del “Pensiero”, il Pensiero è parte integrante del Processo Creativo.
Cartesio” ci assiste con la sua espressione più famosa: “Cogito ergo sum” (Penso! quindi sono!),  “Descartes” con lei riassume la caratteristica peculiare dell’Uomo.
Il Pensiero è atto Umano uno di quelli che più avvicina l’umano al Divino, come senza ombra di dubbio è l’Arte, entrambi sono funzione dell’Intelligenza, che per nessuna ragione può o potrà mai essere Artificiale.
Potrà succedere che i Computer arriveranno a produrre qualcosa di simile alla scelta logica, che magari sarà ottenuta con varie forme di Reti Neurali incrociate in tempo reale, ma questo non è neanche di la da venire, anche perchè non esiste una piattaforma tecnologica che lo tecnicamente lo consenta.
Fare questo necessita inoltre un incremento drastico delle capacità di calcolo, non sarà certamente in questo secolo, la Legge di Moore è piuttosto chiara in merito, ma come al solito, questo è tutto un’altro Articolo.

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Arte e Pensiero

Posted in Filosofia dell'arte on agosto 23rd, 2016 by Francesco

di Francesco Campoli


Eccomi finalmente di nuovo su Sculturaecultura, torno dopo un bel po’ di tempo per condividere nuove ed importanti riflessioni, che in questi, per me molto complessi mesi, sono tornate prepotentemente all’ordine del giorno.
I mesi trascorsi, sono stati pieni di difficoltà fisiche ed emotive, alcune oggettive, alcune esistenziali, talaltre indotte dall’indole tipica degli artisti.

Immanuel Kant

Immanuel Kant

Come accennavo, tra le difficoltà, interviene ovviamente anche la mia inclinazione personale, analitica e iterativa, che mi porta a indagare perennemente dentro e intorno a me, oltre che a cercare di comprendere le dinamiche più universali, che ci vedono tutti, sempre e comunque, parte attiva e di complemento. sono molte condotte attraverso le quali esercitare questa primaria modalità cartesiana, quel processo che per convenzione è definito “Pensiero Razionale”, per dirla con Immanuel Kant alla “Ragion pura”, personalmente, preferisco cercare delle vie alternative.

Cartesio

Cartesio

La filosofia Cartesiana, in questo esercizio di “osservazione”, un esercizio basilare, (tanto è vero che il suo saggio fondamentale è “Discorso sul Metodo”, nel quale Renè Descartes (Cartesio), mutuando molto dai concetti socratici, suggerisce una linea di condotta nella ricerca, fondata su basi razionaliste alle quali, in tempi piu recenti, attinse anche Karl Popper per argomentare sul suo “Razionalismo critico”.

Il filosofo Karl Popper

Il filosofo Karl Popper

approccio, seppur sufficientemente razionale, nella mia visione, lo definirei piuttosto teoretico, come in fondo è anche giusto, essendo stato scritto in chiave soprattutto filosofica.

La via para-mistica, seppur contrapposta ad ogni forma di teologia di Immanuel Kant, è senz’altro compendio integrativo fondamentale in questo genere di attività, ma alle forme di pensiero essenzialmente speculativo, io preferisco quella metafora maggiormente operativa, generalmente nota come Arte, seppur andrebbero fatti ulteriori distinguo, che non ripeto in quanto trattati in altri articoli sul blog.
Non ho usato il termine metafora a caso, etimologicamente, metafora deriva dal greco Metà (tra) e da Phérein (portare) in pratica “portare tra”, trasportare.
Già dal nome si intravvede una pratica attiva, più aderente alla mia mentalità e al mio modo di essere, tesa a rappresentare un impegno concreto, fattivo, utile ad un auspicabile percorso evolutivo, a livello sociale, ma anche e soprattutto a livello universale (L’Arte è Transculurale).

Il trasporto, sempre metaforicamente ha bisogno di mezzi, strade e ponti, io l’Arte la intendo come un ponte (talvolta l’ho definito tunnel), che può servire in modalità biunìvoca, trasportare essenza di universo (o meglio di universalità), o rappresentare la Via, attraverso la quale, chi ne fruisce, può raggiungere quell’essenza di universalità, che esiste nell’universo profondo, perché questo è piu che altro una sensazione dentro di noi, in quanto, non potendolo percepire sufficientemente coi sensi, ne abbiamo più che altro una percezione teorica piuttosto che una reale coscienza .
Noi, essere magico nel consesso globale, Ente che accomuna il macrocosmo e il microcosmo, altra condizione che l’Essere umano vive con scarsa consapevolezza, condizione dalla quale scaturiscono molte delle nostre paure.
Una fosca condizione che si fa chiara di fronte ad un qualsiasi orizzonte.
Tutti abbiamo provato, magari in modo inconscio, quel senso di infinito guardando l’orizzonte, quell’orizzonte che a pensarci bene è un’altra metafora, messa lì per aiutarci a comprendere la vastità del nostro pensiero, che, basta rifletterci, è in grado di vedere ben oltre quello che vedono i nostri occhi.
Anche in cima ad un faro, pur se l’orizzonte si allarga considerevolmente, purtroppo, abbiamo un limite ottico, ma, è sufficiente andare col pensiero oltre il limite dell’orizzonte, per razionalizzare che, oltre quella linea ottica, c’è il resto del mondo.

Universo

Universo

Ma a voler meglio riflettere, oltre quel mondo che si è venuto a delineare nella nostra mente, c’è l’intero universo, e attraverso il pensiero, possiamo viaggiare all’istante, sin nel luogo (non luogo) più lontano.
Con questo ci possiamo rendere conto, che quello è un luogo/non luogo, un luogo che prende corpo proprio in quanto da noi pensato.
Quello dentro di noi, è quel luogo/non luogo che a primo impatto non sappiamo definire meglio, e che, proprio per questo, è un luogo in noi dove spesso ci sentiamo persi.
Quell’universo interiore, che nessuno, spesso neanche noi stessi, ha mai esplorato, un luogo dove, nonostante l’immensità che rappresenta, siamo noi il “Genius Loci”, e proprio per questo, il luogo nel quale ci rendiamo conto dell’immensa responsabilità che costituisce un universo permeato della nostra essenza, un luogo nel quale possiamo giocare a fare Dio.
Se solo riflettessimo profondamente su questo concetto, ci renderemmo conto del legame indissolubile tra il noi e quell’universo, quel luogo/non luogo nel quale il Noi e l’Universo si toccano e si fondono, proprio come nel concetto magico di Microcosmo e Macrocosmo.

Hart of the heart Francesco Campoli

Hart of the heart scultura di Francesco Campoli

Per me “Fare Arte” è tutto questo, voglio creare ponti verso luoghi e non luoghi, costruirli, descriverli e metterli a disposizione dell’intera umanità, l’Arte si può fare con la penna, scrivendo una poesia, con le note articolando suoni e silenzi in melodie e sinfonie, coi colori ed il pennello in un quadro oppure dando vita (e spirito) alla materia realizzando una scultura.
Questo vale per tutti gli artisti e in tutte le Arti, all’unica ovvia condizione: Che sia vera Arte, ma questo, come sempre, è tutto un altro articolo.

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