Eros always win on Thanatos

Posted in Filosofia dell'arte, Il "Valore" dell'Arte, Tecnica Vs Concetto on ottobre 26th, 2022 by Francesco

di Francesco Campoli

questa volta dal titolo si comprende poco, ma anche se a prima vista non sembra, esiste una continuità e  una coerenza assoluta con i consueti contenuti di “Sculturaecultura“.
Eros always win on Thanatos” è la mia ultima fatica artistica.
Ho concepito questa Scultura in forma di denuncia ma, come da mio approccio abituale, desideravo che racchiudesse in se anche una soluzione.

"Eros always win on Thanatos" scultura di Francesco Campoli

"Eros always win on Thanatos" la nuova scultura di Francesco Campoli

Socraticamente parlando, come ho ripetuto spesso, di solito lascio che i lettori trovino da soli il collegamento tra il lavoro e il mio Pensiero, ma voglio comunque mettere i suoi contenuti a disposizione di tutti.

Platone

Platone

Come è ormai arcinoto, nella mia concezione, l’Arte e il Pensiero sono indissolubilmente l’una, diretta emanazione dell’altro, ecco perché ritengo la Filosofia e i suoi più interessanti esponenti, fondamentali nel mio “Processo Creativo“.
Ribadisco questa mia profonda convinzione, attingendo stavolta al concetto di Nous in Anassagora, “L’intelligenza Cosmica” della quale parla ampiamente anche Platone, travisandosi dietro le parole del suo maestro Socrate, nel “Fedone

Anassagora

Anassagora e L'intelligenza Cosmica

Il Nous descritto da Anassagora, lo possiamo immaginare come una entità superiore, (molto vicino al “Demiurgo” platonico che troviamo nel Timeo).
Questa entità sovraintende alla formazione di tutte le cose, dalla forma alle combinazioni chimico/spirituali ecc, inserendo “Logica” nelle dinamiche caotiche.
Il mio concetto di “Magazzino degli Archetipi, il non luogo dove immagino che giacciano – a disposizione dell’intero genere umano -, forme di ogni genere.
Quel “non luogo” è quello dove siano inconsciamente ricondotti, coloro che non lavorano magicamente nello staccarsi da quell’ inesorabile “Buco nero” che sono gli “stereotipi” più radicati.
Ci sono forme che ricorrono molto spesso nelle rappresentazioni di molti artisti, quando ricorrono alle tecniche figurative o mimetiche in genere.
Spesso ho raccontato di questa mia convinzione, che è abbastanza liberamente ispirata appunto dal Nous di Anassagora, anche se lo potrei definire più un concetto a cavallo tra quello di Anassagora e quello di Platone.
In realtà nel mio Pensiero, spesso, è presente anche una bella spolverata di Jung, nel cui Pensiero, Archetipi e Magia sono sempre sapientemente articolati.

Carl Gustav Jung

Carl Gustav Jung

La Sincronicità junghiana e le sue teorie sulla struttura del Pensiero e le  dinamiche psichiche che vi sono alla base, e che Jung riteneva attinte tra gli Archetipi consolidati, mi convincono moltissimo.
Personalmente ritengo che questi costrutti teorici, possano essere tranquillamente traslati nell’Arte, anche Jung ne è particolarmente convinto, infatti, annovera l’Arte tra le altre “Dinamiche di Pensiero più elevate“.
Ripeto spesso che l’Arte è figlia del proprio tempo, così come ribadisco sempre che la vera Arte è senza tempo, lo so sembra un apparente Ossimoro, ma cercherò diligentemente di spiegarmi meglio.
Il mio Pensiero, come immagino quello di tutti, di questi tempi si articola moltissimo intorno all’argomento Guerra. Credo che sia normale, visto che mi ritengo un figlio del nostro tempo.
Recentemente ho scritto anche un lungo articolo su “Sculturaecultura“, ovviamente incentrato sulla Guerra in Ucraina, un articolo nato di getto, non appena la ricorsiva tragedia dell’insipienza umana, è nuovamente esplosa.
Quello che ci accade intorno, purtroppo ormai da diversi mesi, è l’ennesima declinazione di quell’aberrazione del comportamento umano, che convenzionalmente, chiamiamo Guerra.
Gli Artisti storicamente si sono spesso schierati dalla parte della Pace, a parte quando era specificamente il Committente a chiedere specifici soggetti guerrafondai, l’Artista ha sempre cercato di sollevare il “Pietoso” velo.

Gli Orrori della guerra Rubens

Le Conseguenze della Guerra di Pietro Paolo Rubens

Solo qualche raro Artista, reso potente dalla sua grandezza, poté a quei tempi fregarsene dei Committenti e dei loro vanagloriosi desiderata.
Mi viene l’esempio di Pietro Paolo Rubens e del suo “Le conseguenze della Guerra” (sopra), ma c’è anche l’esempio di Pablo Picasso e il suo notissimo “Guernica”, esempio anch’esso molto calzante, anche se appunto di epoca molto più recente, quando il fenomeno della “committenza” (per fortuna dell’Arte), era ormai definitivamente tramontato.

Guernica Picasso

Guernica di Pablo Picasso

La Guerra ha accompagnato da sempre la Storia dell’Uomo, trasversalmente a tutte le culture, e non è mai stata un vanto illuministico, ma stavolta dobbiamo anche assistere al velleitario tentativo di cambiarne surrettiziamente il nome, come se bastasse per sviare l’Opinione pubblica dall’essenza dei fatti.
Operazione Militare Speciale“, una definizione evidentemente speciosa e distorsiva, concepita come artificio semantico, per sviare l’opinione pubblica dall’essenza dei fatti, e già questo andrebbe letto come offensivo della dignità del Pensiero collettivo, ma prima o poi, anche di questo a livello morale ci sarà chiesto conto.

zeta guerra In Ucraina

Il Logo della Guerra In Ucraina

Un’altra forma di “Politicamente Corretto” che, personalmente odio con tutte le mie forze, tanto che lo chiamo, neanche tanto eufemisticamente: “Politicamente Corrotto“.
Dietro la maschera del “Politically correct“, si tenta di piegare l’opinione pubblica alla “Tesi” di una parte, ovviamente utilizzando ogni forma di Media, “Social Media” in testa, contribuendo all’incipiente decadimento della credibilità del “Processo comunicativo”.
Per avvalorare il concetto cervellotico, che l’attività militare che viene messa in atto, sia diversa da una classica azione di Guerra, è stato creato anche un “Logo“, proprio come nella più classica delle attività di Marketing.
In Ucraina il Logo campeggia sui Vessilli, sui mezzi Corazzati, sui Carri Armati impiegati nelle operazioni militari e non solo, in Russia lo si ritrova nei “Commercial” televisivi nei cartelloni stradali, sulle “T shirt”, come in un normale Merchandising.

Esempi di Loghi

Esempi di Logo famosi

Un Logo in ambito comunicativo e pubblicitario, ha lo scopo di riassumere una specifica “Brand Identity” e di rievocare quell’insieme di Valori nei quali la Marca desidera ascrivere la propria filosofia aziendale, nella quale, un eventuale Cliente/Prospect si può rispecchiare immediatamente.
In realtà, lo scopo del simbolo utilizzato in Ucraina, ha un doppio impiego, prosaicamente è anche uno strumento pratico.
Dal momento che l’Esercito Ucraino, è dotato di mezzi militari di fabbricazione sovietica, esattamente come l’esercito russo, per evitare  rischiose situazioni di “Fuoco Amico“,  quel Logo è anche usato come un elemento di riconoscimento tra le varie unità operative.

Zeta russia

la "Zeta" sui mezzi russi nell'invasione dell'Ucraina

Le due nazioni erano integrate a pieno titolo nello stesso apparato militare, quello dell’Ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (l’ U.R.S.S.), di conseguenza, i mezzi operativi sono gli stessi e spesso risalgono a quei tempi.

Morti guerra in Ukraina

La Morte ovunque nelle Guerra in Ukraina

Purtroppo, la Morte è una caratteristica ineludibile in tutti gli eventi bellici e, anche in virtù di una ancora costruenda “Coscienza Civile Collettiva“, le guerre sono sempre più inconcepibili.
Il tragico risultato, che salta immediatamente agli occhi, è la perdita di moltissime vite, la “sofferenza” che diventa il Mood emotivo dominante, ma quel che è ancora peggio, è lo strappo irriverente a quella “Coscienza Civile Collettiva” proprio perché è in sempre più faticosa edificazione.
Stavolta il tentativo criminale è stato facilmente smontato e la Guerra, è stata immediatamente riconosciuta attraverso il suo sinonimo più rappresentativo, la “Morte“.
La Guerra è insensata proprio in virtù della mancanza di Pensiero, spesso in entrambi i contendenti, visto che personalmente collego inesorabilmente l’esercizio del Pensiero all’Arte, mi nasce quello che ritengo il più concreto dei Sillogismi:
La Guerra è figlia della mancanza di Pensiero, l’Arte è il distillato puro del Pensiero più alto, quindi l’antidoto migliore alla Guerra è l’Arte“.
E’ vero che raramente la proprietà transitive sono così automatiche, ma ancora una volta mi riconosco nel concetto illuminista di “L’Arte può cambiare il Mondo“, da questo enunciato prende corpo la mia nuova Scultura e si muove tutto il costrutto della mia Arte.

Theodore Adorno

Theodore Adorno

Ho accennato spesso alla vicinanza del mio pensiero con le tesi filosofiche di Theodor W. Adorno, fondatore e attivo artefice della “Scuola di Francoforte“, non è tanto per i contenuti specifici, quanto per la modalità di produzione del Pensiero in quel consesso straordinario.
L’elaborato accademico, alla “Scuola di Francoforte“, era partorito sintetizzando le conoscenze nelle discipline più varie, derivanti dal nutrito e variegato comitato scientifico.
Fu proprio Adorno che diede pieno risalto all’Arte come valore di Pensiero, restituendogli una piena “Dignitas” ciceroniana nel mondo della Cultura e del Sapere, non dobbiamo dimenticare che non è un caso che Artista e Artigiano abbiano una radice comune.

Scuola di Francoforte Horkheimer Adorno Pollock Marcuse Benjamin

la Scuola di Francoforte il Panel Scientifico

L’Artista era considerato una sorta di Architetto Decoratore, il Pittore qualcosa di molto vicino all’Imbianchino, lo Scultore un figlio illegittimo del Muratore e dello Scalpellino, ma addirittura anche i Musicisti non erano altro che il surrogato del nostro apparecchio Stereo, accompagnavano la vita, i pranzi e le cene dei loro “Mecenati” e dei loro ospiti.
All’epoca di Adorno, sostanzialmente, non ci si era evoluti di molto da questa ristretta visione rinascimentale dell’Artista.
In qualità di grande Filosofo, si pregiò di annoverare formalmente l’Arte ai contenuti nei quali doveva essere degnamente inserita.
Adorno, prima di molti altri, ridisegnò la figura dell’Artista un sicuramente più alta e creativa di come la intendevano molti suoi predecessori.
La sua ultima opera filosofica, pubblicata purtroppo postuma, è denominata “Teoria Estetica” che, rammento prima di tutti a me stesso, che l’Estetica è una importante branca della Filosofia, una delle solide fondamenta, sui quali fondo la mia convinzione che, Arte e Filosofia, siano strettamente derivate.
In “Teoria Estetica“, un filosofo essenzialmente Teoretico come Theodor Adorno, riconosce all’Arte un ruolo fondamentale nel mondo, a partire dai suoi “Paradossi”, che dall’alto della sua solidissima esperienza accademica, rilevava inequivocabilmente.

(Alessandro Alfieri: “I paradossi dell’arte nella Teoria estetica di Theodor W. Adorno“ Dialegesthai).

La nuova scultura “Eros always win on Thanatos“, verrà proposta in vari contesti: Sui “Social media”, in primo luogo sulla mia pagina Facebook, ovviamente sarà presente in un Album dedicato nella Galleria del mio Profilo Facebok, come molti altri lavori.
Sarà proposta in vari Gruppi e Forum Internazionali del mondo artistico e culturale, oltre che nella “Galleria delle Opere” di questo Blog.

Eros always win on Thanatos

Eros always win on Thanatos il Coro e il Simbolo della Vita

Sono oltretutto in fase di montaggio almeno, due Video, uno illustrativo della Scultura e un altro come estratto del “Footage integrale” delle varie fasi di realizzazione.
Tutto questo nel pieno accordo con la proprietaria, che mi ha lasciato tutti i diritti di pubblicazione, allo scopo di mantenere viva l’attenzione pubblica sul tema “Ucraina” e sull’argomento “Guerra” più in generale.
Eros always win on Thanatos” ha richiesto un grandissimo numero di passaggi realizzativi e quindi molto tempo, oltre tre mesi solo per l’aspetto realizzativo, ma soprattutto, ha richiesto tecniche tra le più varie delle innumerevoli skills artistiche, non solo scultoree, che amo adottare in molti dei miei lavori.
Oltre alla classica tecnica di scultura su Marmo di Carrara, alla lavorazione a Sbalzo delle lastre di Piombo, alla Ceramica “Creaton”, all’ Affresco antico effettuato sull’ormai introvabile “Grassello di Calce invecchiato“, che ormai, praticamene si trova solo a Venezia e in Veneto, in virtù della consuetudine dei Decoratori locali con lo “Stucco Veneziano”, infatti il Grassello di Calce invecchiato ne è uno dei componenti essenziali.

Stratificazione Affresco

Stratificazione nella tecnica dell'Affresco

Il Grassello di Calce invecchiato in minima parte è reperibile anche in Toscana, in particolare nell’Aretino, dove la tradizione locale dell’Affresco, prevede un “Tonachino” preparato col “Cocciopesto” invece che con la polvere di marmo o la Pozzolana come vigeva a Roma ai tempi di “Michelangelo Buonarroti”.

Affreschi nella Cappella Sistina

Affreschi nella Cappella Sistina

Una mestica particolare al tempo utilizzata anche da Giotto a base di Grassello e Terracotta macinata (In genere vecchi mattoni e Tegole antiche o scarti di Fornace), che tutt’ora è ancora in uso in quelle zone per la decorazione di interni ed esterni oltre che nel restauro di antiche strutture realizzate già in origine con questa tecnica millenaria.

L’Affresco che ho realizzato su una parte della scultura, nella mia intenzione creativa serve a rappresentare un muro, un frammento di Muro residuo dopo uno dei tanti bombardamenti, come se fosse l’ultimo supporto disponibile per ignoti “Writers” desiderosi di gridare alla Mondo il loro potente messaggio di pace, con l’efficacia dirompente che Bansky ha dimostrato ormai ampiamente.
L’uso di questa antica tecnica, è legata alla volontà che il Simbolo e la magia del suo influsso, sia destinato a resistere al sopravvenire dei millenni.
Basti far mente locale sugli Affreschi a Roma, Pompei, Ercolano ecc. dove troviamo Affreschi romani ancora  perfettamente conservati da oltre due millenni.

Eros always win on Thanatos 3

Eros always win on Thanatos il muro dipinto ad Affresco

L’intento primario è valorizzare il simbolo di Pace che si vede sul simulacro di Muro e ribadire il mio auspicio di una perpetuazione del messaggio attraverso la conservazione nel tempo.
Il simbolo “Zeta“, perverso strumento di Guerra, è “Annullato” come in un “Timbro Postale“, con il simbolo della Pace e del Pacifismo, la tecnica utilizzata, potenzialmente è destinata a durare anche per migliaia di anni, vuol essere una proposta per il perpetuo rinnovarsi del messaggio, come nella migliore tradizione dell’Arte. Un auspicio concreto più che una semplice speranza.

Tragedia Coro Scenografia

Coro e Scenografia nella Teatro Greco

La valenza Alchemico/Magica, sempre molto presente miei miei lavori, deriva dall’atteggiamento “Sciamanico” che io auspico nel mestiere dell’Artista, come ho raccontato in un articolo precedente e ribadito anche nella mia recente intervista a Katia Catalano su Radio Morgan.
Ogni mia Scultura vuole essere un pò “Strumento rituale“, nel caso di “Eros win always on Thanatos“, la Ritualità magica è simbolizzata dai Cori nella citazione dell’antico Teatro Greco.

teatro-greco

Tragedia nel Teatro greco

Il Teatro greco  antico, in particolare la “Tragedia” trovava proprio nella ricerca di una Catarsi, l’aspetto religioso che ricopriva, nonchè, l’occasione di una rivalsa morale risarcitoria, per coloro che partecipavano alla “Rappresentazione rituale“.
Il Coro di norma era portatore delle istanze del Pubblico, che ovviamente non poteva intervenire ed interagire altrimenti con gli Attori.
In “Eros always win on Thanatos“, si nota in modo evidente la presenza di due Cori, il che rimanda immediatamente alla “Lisistrata di Aristofane“, l’unico testo arrivato fino a noi, che prevede questa deroga alla struttura classica dell’ Antico Teatro Greco, dove in genere era previsto un solo Coro.

Eros always win on Thanatos

I Cori: Microsculture in Marmo bianco di Carrara

Tecnicamente la rappresentazione dei Cori, ha rappresentato una delle difficoltà maggiori di questa scultura, per il numero di personaggi che ho dovuto realizzare, per la difficoltà dell’uso del marmo bianco di Carrara e conferire ad ognuno una minima identità, oltretutto non è da trascurare la difficoltà di conferire ai personaggi una dinamica comune che nel Coro del Teatro greco è caratteristica peculiare.

Lisistrata no War

Lisistrata "no alla Guerra"

Il mio evidente richiamo al “Lisistrata“, è prima di tutto collegato alla “Morale” in essa fortemente stigmatizzata, la contrarietà alla guerra come ostacolo alla vita dell’uomo, al grande “Lavoro”: Il genere umano ha la sua principale missione nel conseguire una Evoluzione, personale ma obbligatoriamente anche collettiva.

Coro nel Teatro rituale Greco

Coro nel Teatro rituale Greco

Mi riferisco anche all’istanza di Lisistrata, una volitiva donna Ateniese (il cui nome significa “Colei che scioglie gli eserciti”), per far terminare la lunghissima Guerra tra Ateniesi e Spartani, stanca delle durissime sofferenze civiche e personali, cerca di coalizzare tutte le donne per conseguire “collettivamente” il giusto scopo.
Al di la della trovata drammaturgica di Aristofane, lo “Sciopero delle sesso”, l’obiettivo che cerca di conseguire Lisistrata, è cercare di indurre gli uomini a trattare, alla luce degli eventi di oggi, purtroppo, appare come una specie di Nemesi, del tragico stallo che si va delineando in Ucraina.
A parte l’evidente Nemesi con la situazione corrente in Ucraina, trovo anche molto interessante che, già a quel tempo, Aristofane ritenesse il consesso femminile molto più saggio di quello degli uomini, che invece continuavano a farsi  coinvolgere in una assurda Guerra senza fine.

Eros always win on Thanatos

Eros always win on Thanatos Piombo e Oro

Eros always win on Thanatos” è caratterizzata inoltre, dal contrasto patente tra la lastra di Piombo (in Alchimia il Piombo è “Oro Inverso“, cioè il contrario dell’ Oro.
L’Oro rappresenta il distacco tra il mondano e il Divino, infatti lo ritroviamo costantemente nelle Icone bizantine, nei mosaici Paleocristiani, dove vuole rappresentare proprio questo “status divino”.
Questa visione para-alchemica è di origine Ortodossa, rappresentata prevalentemente con il “Fondo Oro” (Come nelle Icone), venne poi riconosciuta pienamente anche nell’iconografia cattolica.
La lastra di Piombo sbalzata sul Marmo, rappresenta il “Peso e l’Oscuro” che contrastano l’ Elevazione spirituale dell’Uomo.
Il marmo bianco, che nella composizione sostiene il “Cubo platonico” l’Esaedro in Bronzo (che rappresenta il “Fare” dell’Uomo) è sostegno all’elevazione dal proprio basso status materialistico.
Un significato che ritroviamo spesso anche nei lavori di Albrecht Dürer (convintamente un Neoplatonico), che cita ripetutamente il “Cubo” come risultato dell’impegno dell’Uomo (ad esempio in “Melancolia“) ovviamente nella accezione metafisica di Impegno/Lavoro verso l’evoluzione.

Eros always win on Thanatos

Il Cubo Bellezza del Lavoro Interiore

Il fatto che il Cubo che ho realizzato sia circonvoluto e scolpito, vuole rappresentare un lavoro ancora più raffinate e illuminato, un lavoro interiore che porta alla  trasformazione del  “Piombo in Oro”
Il Bronzo rappresenta l’evidente “Antitesi simbolica” alla gravità del Piombo, non è un caso che l’Antropologia, definisca una tappa evolutiva fondamentale per l’Uomo come “Età del Bronzo“.

Lavoro complesso ma Prolifico

Lavoro complesso rappresentato dalle "Facce" tutte diverse

Il cubo della Conoscenza, sorge da dal Piombo, alchemicamente il simbolo della Morte, dei bassi istinti, un fortissimo contrasto che ho voluto per evidenziare l’Elevazione spirituale e animica, già segnalata dall’andamento del corpus marmoreo.
Come detto sopra, la guerra è sinonimo di Morte, sicuramente dalla morte reale, ma anche e soprattutto dalla Morte dell’essenza umana.
La disumanizzazione di chi la Guerra la vuole, di chi la pratica a maggior ragione attraverso atti criminali, generando sofferenza per la popolazione civile, uccidendo bambini ed indifesi, perde le sue caratteristiche umane, dando mani e forza ai peggiori esseri infernali.
La natura dell’uomo è evolversi e perpetuarsi, lavorando per le future generazioni, che nella guerra si riconosce si riconosce nella morte, il Coro, che porta avanti le istanze della società, si specchia nel simbolo della vita, che è rappresentato nella parte laterale del Proscenio.

Eros always win on Thanatos

Il simbolo d'Oro della Vita

L’Oro come ho già accennato sopra, nella iconografia in generale è attribuzione di sacralità, non solo nella tradizione Cristiana (Sia essa Ortodossa o Cattolica), in molte aree religiose questa opzione rappresentativa ha il medesimo significato, non è raro che, come ad esempio nel buddismo, spesso l’oro è usato col medesimo scopo.
In Birmania, Laos, Tailandia ecc. è facile trovare statue del Buddha d’Oro, con evidente obiettivo di rappresentarne lo status spiritualmente elevato.

Buddha d'oro

Buddha d'oro a Bangkok

Nella mia costante ricerca di punti di contatto tra varie Religioni e Filosofie, anche culturalmente molto, molto distanti, questo mi sembra un fenomeno antropologico molto interessante.

Oro simbolo di alta spiritualità

Oro simbolo di alta spiritualità

buddha d'oro

Ennesimo Buddha d'Oro

Ho fatto l’esempio del Buddismo, ma potrei farne molti altri, dall’Induismo, alle religioni pagane fino ai SiKh, che d’Oro rivestono addirittura i loro templi.

tempio d'oro Sikh

Religione Sikh "Il Tempio d'Oro

Io stesso uso l’Oro abbastanza spesso come elemento narrativo, e conosco anche tantissimi altri artisti che lo fanno.
Oltre all’affermazione simbolica della sacralità della Vita, resa centrale nell’opera dalla evidente “Venerazione” con la quale, uno dei due Cori sembra rivolgere al Simbolo, ho scelto il Simbolo di uno Spermatozoo, proprio perchè  molto spesso è usato iconograficamente per rappresentare “Fertilità” valore che personalmente ritengo addirittura una estensione del concetto.
La vita è sacra in ogni suo aspetto, anche gli odiati Batteri e Virus molto spesso sono parte di noi, del nostro “Microbioma e del Microbiota“, che in noi è la nostra “Anima biologica” e lo Spermatozoo è in se entrambe le definizioni, come Microbiota semplicemente perchè è vettore di codice genetico, quindi anche della continuazione della vita.
la Vita che porta Fertilità è segno tangibile di un progetto riuscito, di un valore positivo, infatti, questi due elementi sono strettamente connessi: “Non c’è Vita se non c’è Fertilità e non c’è fertilità senza Vita“.
Questo lavoro strapieno di messaggi, non mancherà sicuramente di portare nel mondo quei valori che, poco o tanto potranno cambiare in meglio lo “status quo”, certamente un mestiere difficile, ma ci vuole qualcuno lo deve assolutamente fare.
Il nobile intento, mi concede stavolta di chiudere in modo diverso dal solito, seppure nella speranza che il prossimo sia davvero tutto un altro articolo, ma trovo buono e giusto ribadire un mio pensiero che, continuerà sicuramente a guidarmi nel mio contributo in qualità di Artista.
La Guerra è figlia della mancanza di Pensiero, l’Arte è il distillato puro del Pensiero più alto, l’antidoto migliore alla Guerra è l’Arte

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La Forza dell’Arte

Posted in Filosofia dell'arte, Il "Valore" dell'Arte on marzo 13th, 2013 by

di Francesco Campoli

Finalmente eccomi tornato su “Sculturaecultura” a trattare degli argomenti che per me, rappresentano gli stimoli più importanti: L’Arte, l’identità e il sentire di un’artista.
Come è ormai arcinoto, mi interessa molto il rapporto dell’Arte con la società e la cultura dalla quale attinge valori e contenuti.
Di questi ultimi elementi, in senso sociologico e antropologico ho già parlato molto, dei primi sinceramente un po’ meno, ma dopo gli ultimi accadimenti nella mia vita personale, posso affermare di averne compreso il motivo.
Questa minore ”disposizione” a trattare questi aspetti, è da ricondurre ad una sorta di riservatezza personale, che potrei spingermi a definire “pudore”.
Intuendo che non sarei riuscito a mantenermi nell’alveo di in una pura “Speculazione Teoretica”, ho evitato di appoggiarmi troppo al sentire personale.
Cerco di spiegare meglio queste affermazioni: In un articolo precedente, ho “confessato” un immodesto uso del “metodo socratico”, che nel mio intento rappresenta una sorta di “Road map” editoriale di questo Blog.
Nell’approccio “Maieutico”,  l’interlocutore seppur indirizzato dalla proposta di una “Tesi“, deve poter mantenere piena libertà di giudizio, deve far propri i concetti proposti, mettendo in gioco le proprie prerogative personali allo scopo di valorizzarle e nella speranza di svilupparle.
Un’altra caratteristica del blog  anch’essa fortemente voluta, è la forma di dialogo che gli articoli presentano, in questo anche se in dialogo avviene “nero su bianco”, lascia sempre aperto il “canale” di ritorno.
Nell’ottica dialogica la comunicazione deve essere sempre biunivoca, la mente dell’interlocutore in questa condizione mantiene sempre una attività intensa, non foss’altro che per concepire eventuali domande.
Il miglior interprete di questo approccio comunicativo fu Platone, il miglior allievo di Socrate appunto.
Trovo nel “Dialogo platonico”  un’ affinità col mio ideale di rapporto Artista/Fruitore.
In questa forma, si può configurare la metodologia a mio avviso più corretta nella “fruizione” di un’Opera d’Arte,  l’interlocutore deve restare sempre parte attiva, proprio per dar pieno corpo alla dinamica da me auspicata.
Una provenienza troppo “auto-referenziale” dei contenuti é senz’altro contraria a questa linea di indirizzo, oltre ad essere a livello “emotivo personale” ben più impegnativa.
La causa del ritardo nella pubblicazione del mio nuovo articolo (in genere gli articoli hanno cadenza mensile), oltre che alle vacanze natalizie (purtroppo ormai dimenticate), è stata causata dalla comparsa di un problema di salute.
Per fortuna ora posso affermare che non fosse nulla di veramente grave, ma che oltre ad avermi portato all’ospedale, il disturbo mi ha debilitato veramente in modo considerevole.
Oltre all’oggettiva incompatibilità dei sintomi che manifestavo con il lavoro di scrittura, la vera problematica è stata la grande carenza di energia che si è presentata durante e dopo la comparsa il problema di salute accennato sopra.
Durante la convalescenza, ho avuto più volte l’idea di usare il tempo che mi si rendeva disponibile per redigere con calma l’articolo “del mese”.
La netta carenza di energia mi stroncava sul nascere ogni smania creativa, questa carenza di “Forza”, mi impediva nella scultura (per la quale credo sia chiaro il dispendio energetico necessario), ma anche nella scrittura che non è un processo “fisico” (oltre che intellettuale) come la scultura, senza quella “Forza” non mi riusciva di concepire qualcosa di interessante per il blog.
Questa strana “simmetria” tra carenza di “Forza Fisica” e assenza di “Vis Creandi”, mi ha colpito e mi ha fatto scattare finalmente l’idea giusta.
Siccome sono convinto che nulla avviene per caso, ho deciso di sfruttare questo spunto, figlio di questa incresciosa situazione e sviluppare un articolo su questo tema per sottoporlo alla riflessione di voi affezionati lettori.
Inizio col dichiarare “ex ante” la mia “attrazione“ per il pensiero di “Rudolf Steiner”, nel caso di specie, per il modo di concepire la “malattia” del filosofo “Goetheano”.

Rudolf steiner

Rudolf Steiner

Steiner suggerisce il sussistere di uno stretto rapporto, tra le sfide “Karmiche” specifiche di ogni Uomo/Anima e le malattie (o gli infortuni) che ne “intersecano” l’ esistenza.
Steiner in estrema sintesi tratteggia la malattia come uno “strumento”, un mezzo attraverso il quale l’ Essere continua a perseguire la sua evoluzione spirituale.
In verità, per essere più precisi, egli postula addirittura che l’Anima ben conoscendo le sue “carenze” spirituali, scelga in autonomia le malattie ad essa maggiormrnte “utili” a colmare le proprie “Lacune Karmiche”.
L’anima sarebbe in grado di riverberare le “Magagne spirituali” che l’affliggono sul “Corpo fisico” , che le “materializza” sotto forma di malattie.
Sembrerebbe una teoria ad alto tenore speculativo, invece Steiner si è premunito di suggerire soluzioni piuttosto concrete, fondando in seno alla “Società Antroposofica” un consesso medico scientifico che diede vita alla “Medicina antroposofica“.
Per quanto mi riguarda non sono la persona più adatta ad avere un atteggiamento fideistico, la mia logica Razionale (ma non certo “Razionalista“), che mi sentirei di definire “Scolastica” (Intendo ovviamente la filosofia di Ruggero Bacone e Tommaso D’Acquino), mi ha costretto a riconoscere un valore nei suggerimenti di Rudolf  Steiner.
Confrontando ad esempio il suo approccio con le “Guarigioni Inspiegate”, che regolarmente avvengono nei santuari di tutto il mondo, non si può non intravvedere una sostenibilità delle tesi sopra esposte.
Il caso di Lourdes in Francia è a mio avviso un possibile esempio della concretezza della proposta di Rudolf Steiner.
In effetti le guarigioni “miracolose” delle quali a Lourdes abbiamo costante e puntuale documentazione, potrebbero effettivamente essere ricollegabili al ristabilimento di “Condizioni spirituali” più “Sane” da parte del malato.
Una volta che il “Corpo astrale”  è rinforzato a livello spirituale (ad esempio con l’ausilio della fervida preghiera), si possono manifestare straordinarie riverberazioni “salvifiche” anche sul “Corpo Fisico”, quello del quale abbiamo maggiore contezza rispetto agli altri “Corpi sottili“.
Per “preghiera” intendo ovviamente una “attività spirituale”, a prescindere dalla specifica confessione religiosa alla quale aderisce il fedele e ovviamente, non necessariamente formulata secondo un “canone” accettato a livello curiale.
Questa attività si può svolgere nelle modalità più varie, anche compatibilmente con gli approcci liturgico/rituali che in ogni confessione sono spesso chiaramente canonizzate.
La “Medicina Antroposofica” persegue la “Guarigione” attraverso “Rimedi”, che non sempre prendono forma di farmaco (anche se lo intendiamo come preparazione omeopatica).
Le terapie con farmaci omeopatici (quindi già di base molto poco invasivi), vengono integrati con la “somministrazione” di “Soluzioni Spirituali” additive, spesso in forma di lettura di talune delle molteplici conferenze di Steiner o magari in libri, ritenuti utili dal “Medico antroposofico”.
Non è questo il luogo nel quale approfondire un pensiero piuttosto complesso e articolato, ma per rientrare nel tema del Blog, uno dei rimedi che Rudolf Steiner consiglia quale “Pratica curativa” (guarda guarda), si chiama “Arteterapia”,  che comprende anche l’ “Euritmia Terapeutica”, che per rimanere nel “Parallelismo Artistico” potremmo assimilare alla danza.

missione universale dell'arte

Steiner La missione universale dell'Arte

Anche io mantengo ovviemente un attento spirito critico sulle teorie “steineriane”, ma devo dire che approfondendole, trova pane per i suoi denti anche il “Positivista”  più intransigente.
Dal momento che Steiner non era un medico,  si potrebbe facilemente obiettare sulla sua competenza in materia, ma vi sono tanti incredibili riscontri su una sua oggettiva conoscenza della disciplina di Ippocrate, ovviamente considerando che egli percorre strade terapeutiche di mera derivazione spirituale.
La commistione del trascendentale con delle “pratiche di guarigione”, sorge dalla notte dei tempi, anche per una “Euclidea” Reductio ad absurdum non può non essere almeno valutata come “antitesi” alla “medicina convenzionale.”
Un riscontro sulla sua competenza (ma magari lui avrebbe preferito Conoscenza nella sua accezione più ampia), è la sua ben nota “Predizione” della “Encefalopatia spongiforme Bovina”, tristemente nota come il “Morbo della Mucca Pazza”.
Durante una conferenza nel 1923, Steiner discettando sull’alimentazione in generale, in un periodo nel quale neanche si concepivano le origini di una simile malattia, “predisse” il tristemente noto morbo
Come ora ben sappiamo, il “Morbo delle mucca pazza” si genera in bovini alimentati forzatamente con la carne (vi sono riscontri anche tra la popolazione ovina sottoposta allo stesso trattamento).
La BSE (questo è il nome scientifico del morbo della mucca pazza), si scatenò realmente negli anni 70 in Inghilterra, propagandosi poi in tutto il mondo Italia compresa.

Morbo della mucca pazza

Morbo della mucca pazza

Questa malattia animale si generò quando degli allevatori inglesi senza scrupolo, presero ad alimentare i loro bovini aggiungendo una integrazione carnea.
Lo scopo era accelerare notevolmente il loro accrescimento e di conseguenza aumentare esponenzialmente l’ utile, che per l’ allevatore è ovviamente proporzionale al peso degli animali macellati.

Questi animali come predetto da Rudolf Steiner nella famosa conferenza del 13 gennaio del 1923, cominciarono a sviluppare la malattia degenerativa del cervello, che in virtù dei sintomi che presentano, li fa apparire come impazziti.
Gli animali a causa dell’accumulo del malefico “Prione” (la proteina che instaura la malattia), cominciano ad ammalarsi in modo pienamente rispondente alle previsioni di Rudolf Steiner.
Il Prione assunto con l’alimentazione carnea, si propagò anche all’uomo, causando molti decessi e per questo questo episodio viene tutt’ora, strumentalmente, reso come evidenza di insalubrità dell’alimentazione onnivora, dal movimento Vegetariano/Vegano, come avrete avuto modo di leggere, se avete seguito il link della conferenza su detta.
Sarebbe molto interessante approfondire le affermazioni di Steiner nell’agricoltura, che è quella definita “Biodinamica”, che si sta prepotentemente affermando nel novero delle “scelte alimentari” di grande qualità.
Rudolf Steiner in base alle sue , ha suggerito anche una pedagogia di nuova concezione, la cosiddetta “Pedagogia Waldorf”,  seguita in tutto il mondo come metodo formativo “Olistico”, uso cioè ad integrare lo sviluppo spirituale del Bambino/Anima, nell’istruzione  scolastica convenzionale.
Al lavoro “spirituale” viene ovviamente integrata l’attività sulle materie dell’istruzione tradizionale, con risultati talvolta molto molto interessanti.
Mi fermo qui perché non ho affrontato il rapporto Malattia/Energia creativa, per fare l’apologia di Rudolf Steiner, che non ha certo bisogno della mia legittimazione, visto che vanta figure ben più prestigiose di me che hanno condiviso pienamente l’approccio “Antroposofico”.
Questo Blog è dedicato all’Arte e alle sue implicazioni nelle dinamiche tra gli Esseri umani e le strutture culturali  nelle quali si aggregano, non è quindi necessario approfondire oltre, è’ utile però fare alcuni esempi specifici del mondo dell’arte (ve ne sono anche molti in altri settori), visto che questo è il nostro tema.
Tra gli artisti più famosi ispirati da Steiner, troviamo nientemeno che alcuni geni universalmente riconosciuti.

Vassilij Kandinskij

Vassilij Kandinskij

Kandinskij, mutuò dagli studi Steineriani – specialmente quelli su Johann Wolfgang von Goethe – le sue riflessioni nel suo saggio più noto “Lo spirituale nell’arte“, che oltre a raccontare le sue scelte artistiche rivoluzionarie, può essere definito la pietra miliare del suo approccio all’arte .

Kandinskij "Lo spirituale nell'Arte"

Kandinskij "Lo spirituale nell'Arte"

Non posso non citare  soprattutto Joseph Beuys che fu’ anche un vero e proprio aderente alla “Società Antroposofica”, che fù fondata dallo stesso Steiner dopo la sua uscita dalla “Società Teosofica”.

Joseph Beuys con Andy Warhol

Joseph Beuys con Andy Warhol

Joseph Beuys ebbe una visione dell’Arte che concettualmente mi è molto congegnale, non tanto negli aspetti formali (o meglio assolutamente informali), ma quanto per certe sue prese di posizione, in relazione alla formazione artistica.
Ebbe grandi scontri con il rettore della Kunstakademie tanto che alla fine nel 1972 venne licenziato per aver ammesso ai corsi anche gli studenti che non avevano superato le prove di ammissione.
Secondo lui e in seguito alla sua esperienza “Antroposofica”, gli studenti che non superano le prove di idoneità, sono i più “bisognosi” di frequentare un’accademia artistica, a loro va rivolta maggiormente l’attenzione dell’insegnante.
Ovviamente la “Pedagogia Waldorf” di concezione Steineriana, che prevede un uso intensivo dell’arte nell’iter pedagogico degli allievi, lo vedeva perfettamente aderente, oltretutto fu sempre convinto dell’azione “Sociale” dell’Arte, anche in ambiti non squisitamente formativi.Ad un certo punto del suo percorso artistico concepì la “Soziale Plastik”, la “Scultura Sociale” con l’intento di utilizzare l’impatto dell’Arte sull’organismo sociale, un’altro dei punti di contatto con la mia visione dell’Arte del quale non ero al corrente.
Non voglio fare l’elenco dei punti collimanti con le mie idee, ma anche lui era un sostenitore dell’approccio “Maieutico/Socratico” che più volte ho avuto modo di citare, sul mio rapporto tra Artista e Fruitore delle opere d’arte.
L’esempio migliore dell’influsso positivo dell’arte sul pensiero e soprattutto sull’Anima umana, fu nel caso di Beuys il suo recupero dalla catechizzazione che la propaganda Nazista attuava “a tappeto”, in quel triste periodo vissuto allora dalla Germania.

Arte Antroposofica

Arte Antroposofica

Questo “recupero” come al solito prese avvio da un apparente casualità, che non può non essere interpretata come un evento “sincronico“.

Durante la seconda guerra mondiale, in quanto pilota di bombardieri della “Luftwaffe“,  Beuys cadde con il suo aereo in Crimea, durante un’azione di bombardamento.
Venne raccolto da una tribù Tartara che lo curò attraverso delle ritualità sciamaniche, tipiche di quei luoghi.
Visse un periodo presso questo “particolare” consesso sociale e, la sua vita ne  fu sconvolta definitivamente.
La sua vita cambiò totalmente grazie a questa sua esperienza di cultura sciamanica, della quale tra l’altro si conosce molto poco, ma di una cosa si può essere certi, non fu assolutamente un caso.
Io tra l’altro non ero al corrente di questa esperienza di Beuys quando scrissi “Artista o Sciamano“, quindi sono contento di avere più di un punto intellettuale di contatto, con questo grande dell’Arte moderna.
Mi conforta molto avere un compagno così prestigioso, nel cammino su un sentiero difficile e estremamente interessante da indagare, credo che sia un percorso artisticamente molto stimolante, non sono molti i modi per un artista di lasciare aperti dei canali comunicativi così imponenti.

Piet Mondrian

Piet Mondrian

Anche Piet Mondrian è da annoverare tra i geni dell’arte influenzati da Steiner, esiste più di un dato in relazione a questa affermazi

one, tra cui una famosa lettera dello stesso Mondrian, nella quale il grande “Spiritualista del colore” si dichiarava aderente ai riferimenti spirituali di Rudolf  Steiner.
Ma oltre ai suddetti artisti visuali, Steiner ebbe influsso anche su grandi della letteratura come Franz Kafka o grandi architetti come Frank Lloyd Wright, che ne fu il continuatore con l’architettura “organica”, mutuata dai concetti che Steiner applico al suo Goetheanum, tutt’ora esistente a Dornach in svizzera.

Goetheanum progetto Rudolf Steiner

Goetheanum progetto Rudolf Steiner

Mario Merz

Mario Merz

Tra gli artisti italiani vicini alla filosofia steineriana posso sicuramente citare “Mario Merz”, al quale oltre a quest’interesse, mi lega molto anche l’attrazione per la “Sequenza di Fibonacci” e per le “Spirali”, delle quali ho parlato ampiamente in uno dei miei precedenti articoli “Arte e matematica”.

Mario Merz Spirali al Foro di Cesare

Mario Merz Spirali al Foro di Cesare

Mole Antonelliana (Torino) Sequenza di Fibonacci

Mario Merz Mole Antonelliana (Torino) Sequenza di Fibonacci

Per tornare alla questione della malattia, in rapporto alla “Forza Creativa”, voglio arrivare finalmente a  quanto ho intuito da questa esperienza, che ripeto non è stata per fortuna affatto grave, ma mi ha consentito, di formulare l’ipotesi che vado ad esporre: Più volte ho detto e ribadito, che a mio avviso l’Arte è “Creazione”, nell’accezione più ampia che si possa intendere, compresa la sua forte  componente spirituale.

L’artista nella sua funzione di “Creatore”, esercita uno sforzo che alla luce della mia esperienza, necessita di una energia più che concreta, anche sul piano fisico, a dimostrazione che l’Essere deve sempre essere inteso nella sua “Completezza, che nel caso dell’artista deve anche essere divenire “Compiutezza”.
Al di là dell’artificio semantico, io vedo in queste due parole che sembrano sinonimi, un’enorme differenza:
L’Essere è completo per definizione, come sostiene Parmenide che lo paragona ”concettualmente” ad una sfera perfetta, onnicomprensiva (per gli antichi Greci la sfera rappresentava la perfezione),

Parmenide di Elea

Parmenide di Elea

“Essere” perfettamente inscritto nel suo spazio e nel suo tempo, al di fuori del quale nulla sussiste.
L’Essere “Compiuto” invece è un passo (o più di uno) oltre la dotazione “di serie” parmenidea, l’Essere “Compiuto” ha fatto un percorso di consapevolezza e di coscienza, su ciò che ha ricevuto con la vita e che quindi vive ed opera, essenzialmente per contribuire al bene dell’ intera umanità.
Quindi il “Torpore artistico” causato dall’ indebolimento delle “Forze Animiche” dell’Essere/Artista, non è altro che l’evidenza della necessità di collocare l’Arte,fra le attività spirituali e, che essa nulla ha a che vedere con altre sfere di differente Valore.
Mi sembra quindi utile ribadire ancora una volta, l’estraneità dell’Arte dai giudizi di “Estetica”  come ad esempio “è Bello o è brutto”, giudizio che è doppiamente sbagliato, in quanto espresso come concetto assoluto.
L’espressione “Bello o Brutto” non ha senso perché, senz’altro, contiene dei “condizionamenti di carattere culturale“.
La sensibilità estetica è di tipica derivazione antropologica e culturale e dipende dall’ambiente in cui è solito muoversi, colui che formula il giudizio estetico stesso, basti pensare al popolo Padaung, un piccolo sottogruppo dei Karen-Bwe che vive tra Birmania e Tailandia.

Donne Giraffa

Donne Giraffa

Qui si giudicano “belle” le donne con un collo di lunghezza patologica, che neanche Amedeo Modigliani avrebbe avuto il coraggio di rappresentare.

Il collo femminile visto da Modigliani

Il collo femminile visto da Modigliani

In conclusione l’uso nella “Medicina Antroposofica” dell’ ”Arteterapia”, allo scopo di perseguire la “guarigione” attraverso i benefici “Taumaturgici” dell’arte, non è un’idea così balzana.

Come ho scritto in un altro precedente articolo di grande successo, questa consapevolezza cambia molto la funzione sociale dell’artista, ma anche le modalità e soprattutto i “motivi” per godere e possedere un’ Opera d’Arte.

Che l’ Arte ci possa allontanare la malattia operando un’evoluzione dell’Anima e  migliorare il mondo? …l’Arte, con la Forza Animica che possiede, alla fine, aiuterà il mondo a cambiare?…l’Artista, con la Forza che impiega nella “Creazione” di un’opera d’Arte, contribuisce al bene dell’ “Umanità”?
Tutti argomenti piuttosto stimolanti, ma anche questi sono tutto un altro articolo.

Francesco Campoli

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